Quarant’anni fa hanno ucciso Víctor Jara. Buenos dias Leghorn – staff di traduzioni di Buongiorno Livorno offre un approfondimento sull’apertura del processo ai suoi assassini, per non dimenticare.
Per Joan Turner Jara, vedova del cantautore cileno, la decisione dei giudici rappresenta un progresso nelle indagini. Il ministro Miguel Vázquez ha accusato gli ufficiali in pensione Hernán Chacón Soto e Patricio Vásquez Donoso di essere gli assassini del cantautore e il Pubblico ministero militare Ramón Melo Silva di averli coperti.
Gli assassini di Víctor Jara saranno processati
di Christian Palma
http://www.pagina12.com.ar/diario/elmundo/4-254485-2014-09-04.html
La Corte d’Appello di Santiago del Cile ha compiuto un ulteriore passo avanti nella sua volontà di giustizia per il cantautore popolare cileno Víctor Jara, torturato prima di essere assassinato dai militari cinque giorni dopo il colpo di Stato della giunta comandata da Pinochet. Il ministro Miguel Vázquez ha annunciato ieri nuovi sviluppi nelle indagini sull’omicidio, avvenuto il 16 settembre del 1973 a Santiago nell’Estadio Chile, che oggi porta il nome dell’artista.
Al momento Vázquez ha mandato sotto processo gli (ex) ufficiali dell’Esercito Hernán Chacón Soto e Patricio Vásquez Donoso, accusati di essere gli autori materiali del delitto, e il pubblico ministero militare Ramón Melo Silva, che li ha coperti: i reati contestati sono il sequestro e l’omicidio di Víctor Jara e dell’ex direttore del dipartimento carcerario Littré Quiroga Carvajal.
Tutto ciò non fa che confermare quanto già si sapeva: l’11 settembre del 1973, quando i militari presero il potere bombardando il palazzo presidenziale della Moneda, circa cinquecento tra professori e studenti si barricarono nella Universidad Técnica statale (oggi Usach). Tra loro Victor Jara, che vi insegnava. Non resistettero a lungo. Molti vennero uccisi; i sopravvissuti furono arrestati e deportati nello stadio della capitale cilena.
“I militari fecero irruzione il 12 e, sparando con armi di vario tipo, occuparono le diverse ali dell’Università; dopodiché arrestarono docenti, studenti e personale amministrativo, li caricarono su autobus e li trasferirono in quel che allora si chiamava ancora Estadio Chile. Tra i docenti sequestrati c’era anche il cantante popolare, nonché ricercatore presso quella stessa università, Víctor Lidio Jara Martínez, che” – così afferma il documento – “entrò nello stadio insieme al suddetto gruppo di prigionieri”.
Sempre secondo il documento, “l’11 settembre stesso Littré Quiroga fu portato al Terzo reparto dei carabineros di Santiago per essere poi condotto al Regimiento Blindados 2, dove venne sottoposto a violenze fisiche; infine, poche ore dopo, fu trasferito allo stadio, trasformato – ‘legalmente’, grazie all’intervento del Comando coordinato del dipartimento amministrativo dell’Esercito cileno – in centro di detenzione di massa.”
Nel documento emerge anche che: “durante i rispettivi periodi di prigionia, tanto Víctor Jara quanto Littré Quiroga furono riconosciuti dal personale militare di stanza nello stadio, separati dal resto dei reclusi e picchiati ripetutamente e con forza. A Jara spaccarono entrambe le mani con i calci dei fucili”. Si dice che i suoi carcerieri gli abbiano detto “Suonala ora, la chitarra”. Il 16 tutto il gruppo dei prigionieri nello stadio, tranne Jara, Quiroga e Danilo Bartulín, fu trasferito: Jara e Quiroga vennero rinchiusi nel sotterraneo, Bartulín in un altro centro di detenzione.
Fu lì, nella parte più buia dello stadio, che Jara e Quiroga vennero assassinati: al primo spararono non meno di 44 volte, a Quiroga 23. I risultati dell’autopsia rivelarono che tutti i colpi erano di calibro 9.23, ovvero il tipo di munizione in dotazione agli ufficiali dell’esercito presenti nei sotterranei dello stadio.
I cadaveri furono ritrovati nei giorni successivi; insieme a loro, i corpi di altri assassinati (anch’essi crivellati di colpi) la cui identità è rimasta sconosciuta. La scoperta si deve agli abitanti degli insediamenti vicini al Cimitero Metropolitano, “in un lotto di terreno abbandonato nei pressi della linea ferroviaria”, scrivono i giudici (notizia pubblicata da ‘Página/12’ il 22 gennaio 2013), che hanno raccolto la testimonianza dell’impiegato dell’obitorio che riconobbe Jara nella camera mortuaria e riuscì a fargli avere una degna sepoltura.
È bene sottolineare come, fra il dicembre del 2012 e il gennaio del 2013, il ministro Vázquez avesse già mandato sotto processo come responsabili dei due omicidi – quello di Víctor Jara e quello di Littré Quiroga – i membri dell’esercito Hugo Sánchez Marmonti e Pedro Barrientos Núñez, accusandoli di esserne gli autori materiali, mentre su Roberto Souper Onfray, Raúl Jofré González, Edwin Dimter Bianchi, Nelson Hasse Mazzei, Luis Bethke Wulf e Jorge Smith Gumucio pende l’accusa di complicità.
A gennaio 2013 la Corte Suprema ha richiesto l’estradizione dagli USA, dove attualmente risiede, di Pedro Barrientos Núñez. Richiesta che, attualmente, è ancora senza risposta.
Con i nuovi processi salgono a quattro le persone accusate di aver materialmente compiuto il delitto: Hugo Sánchez Marmonti, Pedro Barrientos Núñez, Hernán Chacón Soto e Patricio Vásquez Donoso.
Non appena ricevuta la notizia Joan Turner Jara, vedova del cantautore, ha detto che la decisione del ministro rappresenta un progresso nelle indagini. “Sono passati tanti anni, però solo oggi per la prima volta ho ascoltato una ricostruzione dei fatti che conosciamo da tempo. Dalle parole che ci hanno detto i militari abbiamo saputo, dopo 41 anni, che cosa è successo nello stadio a Víctor. Il processo deve andare avanti e così l’indagine”, ha dichiarato la vedova dell’autore di Te recuerdo Amanda e di El derecho de vivir en paz, due tra le tante canzoni che, ieri, hanno risuonato più forti del solito.
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Di Víctor Jara, cantautore, musicista, regista teatrale e poeta (San Ignacio, 28 settembre 1932/Santiago del Cile, 16 settembre 1973), oltre alla lunghissima discografia esiste anche un libro – Canto libre, testi raccolti da Hugo Arévalo e Charo Cofré, ed. it. a cura di Michele Straniero, Vallecchi, Firenze 1976 – presente a Livorno nella biblioteca comunale F. D. Guerrazzi, Sezione Bottini dell’olio.
Traduzione di Fiamma Lolli e revisione di Francesca Morucci per Buenos dias Leghorn – Staff di traduzioni di BuongiornoLivorno – licenza CC BY-NC-ND 4.0