Nel giro di pochissimi giorni sono state ritrovate due persone morte (pare per cause naturali) entrambe nel quartiere Corea e comunque sotto i sessant’anni. Erano due persone sole e il tutto si è consumato fra l’indifferenza generale. In oltre un decennio abbiamo assistito al peggioramento di un quartiere che dal punto di vista sociale ed umano è sempre più chiuso in se stesso. Un altro quartiere dormitorio: solo che, a differenza di altri (e in particolare di quelli più nuovi) il quartiere Corea ha una storia diversa e ha un passato non troppo lontano dove prevalevano una “rete” sociale e un senso comunitario forti e stabili. Abbiamo buone ragioni per pensare che in passato sarebbe stato più difficile morire nell’indifferenza generale. Sicuramente sono molte e diverse la cause che concorrono a questo triste scenario e fra le prime non possiamo ignorare una “riqualificazione urbanistica” (ancora lontana dalla sua conclusione) che di fatto ha favorito lo spostamento di numerose famiglie disgregando il tessuto sociale identitario, la chiusura di luoghi naturali di scambio e di socializzazione come i piccoli negozi di quartiere, che non ha fatto niente per promuovere politiche sociali di aggregazione e di socializzazione. Da questo punto di vista, chi ogni tanto esalta la riqualificazione del quartiere (avvenuta soprattutto tramite il “Contratto di Quartiere”)- in particolare chi ha amministrato questa città negli ultimi 15 anni – dovrebbe mostrare più pudore anzichè esaltare i nuovi appartamenti al posto delle famigerate “case minime”. Al di là del fatto che ogni tanto chi di dovere dovrebbe confrontarsi con i ritardi, con le promesse non mantenute. Non dimenticando che per dare un’anima ad un quartiere e favorire le relazioni umane (delle quali non possiamo fare a meno) non bastano appartamenti migliori ma ci vuole di più, molto di più.
Gruppo Consiliare Buongiorno Livorno.