Le responsabilità del governatore Rossi sui disastri idrogeologici


Ancora una volta la regione Toscana è messa in ginocchio da esondazioni ed eventi meteorologici estremi, che ormai non possono più essere considerati come ‘eccezionali’. Negli ultimi anni si contano numerosi morti e danni, e mentre scarseggia del tutto nella popolazione una cultura del territorio, dei meccanismi idrogeologici di base e di quelli legati ai cambiamenti climatici, non può non colpire che i danni maggiori avvengano sempre in alcune zone di particolare criticità. Anche da questo emergono le gravi inefficienze e le inadeguatezze da parte di chi governa la nostra regione in termini di programmazione della messa in sicurezza delle zone a rischio e di controllo nell’attuazione dei programmi. Il dissesto idrogeologico della regione Toscana è ormai un dato di fatto e dovrebbe essere messo al centro di ogni agenda politica a livello locale come sovralocale. E intanto l’attuale governatore Rossi, tentando di tutelare la propria immagine in vista delle prossime elezioni regionali, ancora una volta allontana ipocritamente ogni responsabilità puntando il dito sugli enti locali, oppure, incredibilmente, invoca maggiori poteri come quelli affidati ai commissari di governo per la Regione, necessari a suo dire, per ‘riunire intorno ad un tavolo tutti gli enti e i soggetti interessati, in modo da sollecitare la produzione degli atti necessari nel rispetto dei tempi, degli impegni, evitando slittamenti, blocchi e ritardi’. Pensare che la Regione Toscana non abbia già, di fatto, questi poteri di coordinamento è del tutto ridicolo; e pensare che l’attuale governatore colga l’occasione dell’ennesima tragedia per propagandare una politica di accentramento ci pare assolutamente increscioso.

Una situazione di grave crisi idrogeologica in cui la nostra regione si trova da anni, con un numero maggiore di morti rispetto alla media italiana, meritava piuttosto una mobilitazione istantanea di tutte le forze in campo condotta dalla Regione stessa, mentre invece pare che sia stato molto comodo, almeno fino ad ora, scaricare le responsabilità su aspetti minori o quantomeno conseguenti alle politiche regionali, come la lentezza degli apparati burocratici o la presunta mancanza di manutenzione dei corsi d’acqua da parte dei Consorzi di Bonifica, oltreché, naturalmente, sull’ineluttabilità e la spietatezza del ‘maltempo’. La cultura della cementificazione selvaggia, della realizzazione di grandi opere e del consumo sistematico del territorio ha caratterizzato il governo del Partito Democratico, che da sempre è alla guida della nostra regione e della maggior parte degli enti locali, a cominciare proprio dai comuni alluvionati, e viene confermata dal recente ‘Sblocca Italia’ del governo Renzi. Una cultura che, negli ultimi anni, ha visto sì il protagonismo degli amministratori locali, ma anche la complicità dei massimi vertici della Regione Toscana, anche negli atti di di indirizzo e di programmazione. Del resto nello stesso programma di governo 2010-2015 di Rossi si continua a trascurare la questione del dissesto idrogeologico e quindi anche degli interventi necessari.

Buongiorno Livorno non solo auspica un necessario e immediato cambio di rotta e un piano di riassetto idrogeologico condotto in maniera adeguata alla situazione di fragilità del territorio e di emergenza climatica, ma proverà a contribuire, nei prossimi mesi, alla realizzazione di una discontinuità politica nell’amministrazione della nostra regione, rispetto alle inadeguatezze di un PD che non rappresenta più chi crede nell’attualità di una sinistra moderna, pluralista e libertaria, e metterà le problematiche idrogeologiche tra le prime nella scala delle priorità.

Direttivo di Buongiorno Livorno


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