Il mio 18 novembre 2013


Il mio ricordo di un anno fa me lo voglio giocare sul personale. Per scelta, perchè una delle cose belle di questo progetto è che mi ha dato la sensazione di vivere un evento storico da dentro, visto dalla mia faccia e respirato dai miei polmoni. Il 18 novembre ero stata invitata a fare un breve intervento durante questa serata un po’ strana, al Kino Dessè, di cui non avevo ben capito la struttura. Pochi giorni prima avevo firmato un appello online, e mi ero presentata ad una riunione dei firmatari in Bodeguita. Roba da carbonari: era buio, pioveva, c’erano le luci soffuse. Bello. Il progetto mi piacque fin dall’inizio. Cerco di focalizzare la ragione di questo immediato entusiasmo: era una cosa totalmente inusuale, fuori contesto. Una cosa proprio mai vista, supportata fin dall’inizio da scelte comunicative accoglienti. E questo mi fece subito pensare che bisognava provare, perchè da qualche anno mi risultava ovvio che la politica dei partiti stesse vivendo una lenta e progressiva agonia. Io poi, da sempre elettrice di sinistra, non sapevo più che fare. Dov’era la sinistra? Mi piacque tantissimo il clima ‘sperimentale’ che si respirava in BL. Infatti, provando a ricostruire il mio intervento di un anno fa, sono certa di aver detto che speravo che stessimo in qualche modo inaugurando un laboratorio dell’agire politico, di un nuovo agire politico. Particolare per me importante: ero certa, sicura, convinta che ci sarebbero stai 4 gatti. Una cosa tipica, del resto. Come far uscire di casa una persona stanca e mediamente un po’ sfiduciata, dopo cena, di novembre, in mezzo alla settimana? Anzi, non 4 gatti, pensavo, ma i soliti 4 gatti.

E invece il Kino Dessè, lentamente, si riempì, a tal punto che molti furono costretti ad occupare i corridoi laterali. Non avevo idea che nei mesi successivi avremmo visto un sacco di corridoi gremiti. Meraviglioso. Bellissima sensazione nel vedere così tanto inter-esse. Le persone erano DENTRO, stavano IN questa cosa, sentii da subito che in molti ce ne saremmo presi cura. Credo che la dimensione collettiva abbia caratterizzato fin da subito il progetto BL. E’ nato al di fuori di qualsiasi format esportato, è nato come un libro aperto. Per questo, forse, immediatamente ci siamo tutti presi in carico un pezzettino di responsabilità. In molti abbiamo deciso fin da subito di non delegare, di essere attivi e propositivi. Abbiamo avuto la chiara sensazione che l’esito della cosa dipendesse da ognuno di noi. Cosa assolutamente rara nella società liquida, dove tutto ti grida: inutile agire, inutile provarci, tanto ogni tuo gesto sarà isolato e vecchio prima che tu lo abbia portato a termine. Buongiorno Livorno si è plasmato come luogo di riappropriazione della cittadinanza, di relazioni solidali, di strade da condividere e da pensare in una dimensione di non isolamento, sociale, amica. La politica doveva ripartire proprio da qui. Auguri, BL!

Giovanna Cepparello