25 Novembre: giornata mondiale contro la violenza sulle donne


Oggi 25 novembre è la giornata mondiale contro la violenza sulle donne. 
Ieri in apertura di seduta il nostro Capogruppo Andrea Raspanti ha letto un documento condiviso da tutti i consiglieri maschi del Consiglio Comunale di Livorno. Lo riproponiamo qui, di seguito.
 

“La violenza contro le donne è un problema degli uomini.
È un problema la cui soluzione non potrà che venire dagli uomini.
In questa battaglia non partiamo da zero.

Le donne, nello straordinario sforzo di liberazione in cui si sono profuse nel secolo scorso, hanno prodotto una mole considerevole di osservazioni e conoscenze sul nostro conto. Hanno puntato il loro sguardo su di noi, impietosamente, e ci hanno illuminato di una luce nuova, spesso sinistra. Ci hanno restituito un’immagine di noi stessi come non ci eravamo visti mai.
Adesso sta a noi liberarci. Dei miti, degli stereotipi, delle aspettative del maschilismo. Di farlo da subito e fin dal linguaggio.
Non esistono alibi.

La battaglia per la libertà delle donne è uno dei grandi lasciti del secolo scorso, una delle conquiste più recenti nella storia dell’umanità. Lascito incompleto e conquista parziale, come testimoniano i dati delle violenze che ogni giorno vengono perpetrate ancora oggi nelle nostre città. Il caso, poi, di tante parti del mondo in cui donne un tempo libere sono state reimprigionate e, nella stupida e infame cattività loro imposta, addirittura negate da maschi brutali e vanesi ci sia da monito per ricordare che la storia è capace di spettacolari e aberranti salti indietro. A noi il compito di non abbassare la guardia. Di non farlo innanzitutto nel rapporto con noi stessi, con quelle piccole sopraffazioni e discriminazioni quotidiane che, nascoste nella routine delle nostre vite affettive e professionali e confermate dal senso comune, facciamo fatica anche a riconoscere. A noi uomini, mariti, compagni, padri il compito di portare a termine questa battaglia contro i residui ancora ingombranti di una cultura patriarcale millenaria, nella consapevolezza che in parte ne siamo i figli, e che le abitudini familiari sono dure a essere viste per quello che sono e più dure ancora a morire. Che ne siamo figli, sì, ma possiamo rifiutarci di esserne a nostra volta i padri, estinguendo con noi questa triste eredità, insegnando ai nostri, di figli, a rispettare e amare delle donne prima di tutto la loro insopprimibile libertà”.

 

Capogruppo in Consiglio Comunale di Buongiorno Livorno