Siamo stati tra i primi a richiedere lo sciopero generale. L’abbiamo fatto a mezzo stampa e in Consiglio Comunale. Non faremo ovviamente mancare la nostra adesione, in segno di solidarietà ai lavoratori e alle lavoratrici delle tante vertenze aperte sul nostro territorio e nell’intenzione di testimoniare una critica ferma alle logiche che hanno portato alla drammatica crisi in cui siamo sprofondati. Questo è ed era il senso, per noi, della richiesta di una mobilitazione: iniziare a ricostruire un’opposizione sociale e culturale a comportamenti come quello della TRW, costruire, intorno alle lotte dei lavoratori e delle lavoratrici livornesi che stanno difendendo a costi personali molto alti i loro posti di lavoro e il loro futuro, un senso di comunità che esprima la consapevolezza che lo stato di diritto non può prescindere dai concreti diritti di ogni cittadino: che non esistono i diritti di uno in opposizione di quelli di altri, ma esiste un destino comune dei diritti, di tutti i diritti, pena la decadenza degli stessi.
Ben vengano le proposte per il futuro, ma non possiamo che esprimere la nostra amarezza nel rilevare come la situazione di gravissima difficoltà del nostro territorio spesso diventi l’alibi per risuscitare progetti sui quali la comunità livornese si è chiaramente espressa nel corso dell’ultima tornata elettorale. Ben vengano i progetti, quindi, ma che non si approfitti della crisi per continuare a difendere i soliti vecchi interessi. Chi si è reso direttamente ed indirettamente corresponsabile dello stato di cose presente dovrebbe per dignità farsi da parte.
Direttivo e Gruppo Consiliare di Buongiorno Livorno
Foto: Marco Filippelli