I TAGLI AL SOCIALE NON SONO INEVITABILI


Sindaci e amministratori oggi sono messi di fronte a un bivio: decidere se essere gli esecutori ultimi dei processi di privatizzazione, che partono dalla grande finanza europea arrivando ai governi e poi giù fino agli enti locali, o riconoscersi primi rappresentanti di chi abita e vive in un determinato territorio e contrastare quei processi, guidando e appoggiando azioni collettive e diffuse contro la trappola del debito per una nuova finanza, pubblica e sociale, che sappia riappropriarsi dei beni comuni. Anche da questo dipende il destino della democrazia reale.

 

Buongiorno Livorno, che già nel suo programma elettorale ha elaborato proposte e soluzioni in grado di dare risposte immediate, invita la giunta Nogarin a prendere in considerazione alcune idee fattibili da subito per tutelare le persone più bisognose e emarginate, tenendo conto dell’aumento esponenziale delle domande, invece di seguire – come già prospettato – la classica logica di ridurre i fondi in bilancio.

Bisogna fare il possibile, e di più, per portare avanti politiche redistributive e progressiste, incidendo sulle crescenti diseguaglianze: far pagare di più le fasce con redditi medio-alti per “sopperire” ai tagli, garantendo i servizi primari a chi ha meno, molto meno o nulla. I costi della crisi non devono ricadere su tutti, a maggior ragione su chi è già in condizioni di povertà. Al contrario, per fronteggiare l’attuale situazione di emergenza vanno pianificate azioni eccezionali: ad esempio modulare la tariffazione dei servizi locali in relazione alla condizione economica familiare e individuale, mantenere l’esenzione per i redditi molto bassi, rivedendo però i parametri ISEE ampliando il numero dei beneficiari e tenendo in conto eventuali, sostanziali cambiamenti avvenuti nel corso dell’anno.

Per l’emergenza abitativa, stante la situazione in aggravamento della nostra città dovuta alla crescente sofferenza economica che accentua da un lato la morosità incolpevole e dall’altro l’impossibilità di fatto di accedere al mercato degli affitti, l’Amministrazione Comunale dovrebbe farsi portatrice di un nuovo approccio al problema. Si tratta di attuare percorsi partecipativi con tutti i soggetti interessati (proprietà immobiliare, Casalp, associazioni degli inquilini) per attuare una gestione giusta del patrimonio privato e di quello ERP. Per il primo è indispensabile realizzare accordi quadro contenenti garanzie sulla durata dei contratti e sull’importo degli affitti, nell’ottica di realizzare il principio costituzionale della funzione sociale della proprietà privata, non escludendo in casi di speculazione il ricorso a forme di assegnazione e imposizione di fitti equi. Per i secondi: censimento degli alloggi pubblici sfitti e non assegnabili, da utilizzare come soluzione temporanea e tempestiva per famiglie e persone in emergenza abitativa e realizzazione di forme di autorecupero del patrimonio immobiliare anche attraverso veri e propri consorzi di cittadinanza che si incarichino di disegnare con l’amministrazione modelli alternativi di gestione.

Ancora, è possibile sviluppare e promuovere percorsi di solidarietà e reciprocità che impegnino singoli e gruppi in compiti di gestione e garantiscano a tutti una continuità (pensiamo ai servizi relativi a gestione e manutenzione degli spazi pubblici) e, soprattutto, una maggiore qualità di vita. L’amministrazione locale deve sostenere iniziative legate a esperimenti volontari e dal basso (mense popolari, cohousing, orti urbani sociali, spazi autogestiti, banche del tempo, microcrediti sociali, gruppi di acquisto e di consumo solidale, “last minute market” e altro) contribuendo e collaborando a organizzarli e diffonderli.

Queste sono solo alcuni punti di un più articolato e organico patto sociale cittadino che deve essere ispirato da una decisa volontà politica basata sui pilastri della giustizia e della solidarietà.

Riteniamo che la scelta della Giunta di stringere i tempi di approvazione del bilancio nella sua versione attuale chiuderebbe a qualunque possibilità, da parte nostra, di collaborare al suo miglioramento. Ci opporremmo fermamente, perché riteniamo che il prospetto che ci è stato presentato andrebbe a indebolire ulteriormente la tenuta sociale del nostro territorio e perché siamo convinti che la maggioranza non abbia fatto tutto quanto in suo potere per evitarlo. Sono scelte politiche. Noi faremo le nostre.

Gruppo Sociale – Direttivo di Buongiorno Livorno

 

Foto: Marco Filippelli