Al via i licenziamenti dei dipendenti pubblici?


In queste ore i lavoratori delle Province sono in stato di agitazione sindacale a causa di un emendamento alla legge di stabilità di fine anno che di fatto prevede dal 2015 il dimezzamento del personale di questi enti. Per la Provincia di Livorno questo significa la mobilità di 201 lavoratori.

La L. 56 del 7 aprile 2014 (cd Legge Del Rio) ha dato avvio al ridisegno delle amministrazioni locali, in attesa della modifica del titolo V della Costituzione per la definitiva abolizione delle Province e la loro trasformazione in aree vaste. Non entriamo qui nel merito della bontà dell’operazione, cavallo di battaglia dei principali partiti di maggioranza e di opposizione, che sull’eliminazione delle Province si sono sempre trovati d’accordo.

La questione che oggi si pone è un’altra. Si tratta della salvaguardia dei servizi che uffici pubblici decentrati garantiscono quotidianamente a cittadini e imprese. In un momento come questo di pesante depressione dell’economia, il taglio dei servizi contribuisce ad aggravare il quadro della situazione aggiungendo ulteriori difficoltà.

Alla legge Del Rio è seguito un accordo Stato- Regioni che di fatto ha lasciato alle Regioni ampio margine decisionale di ridisegno delle funzioni tra gli enti locali. Il percorso tracciato prevedeva la riallocazione delle competenze delle Province e il successivo trasferimento del relativo personale, con meccanismi che avrebbero consentito, se correttamente applicati, il mantenimento e l’incremento di efficienza nell’erogazione dei servizi, salvaguardando le professionalità e il lavoro. A tal fine è stato istituito anche un osservatorio nazionale che avvalendosi di osservatori regionali, in tempi definiti, doveva ridisegnare tutte le funzioni della pubblica amministrazione locale. Per quanto riguarda la Regione Toscana l’osservatorio, che si è riunito per la prima volta a novembre, non ha ancora elaborato proposte. Nel frattempo, il Governatore Rossi, autonomamente e in contrasto con la legge Del Rio, ha avviato percorsi paralleli e non organici, riprendendosi di fatto alcune funzioni provinciali senza il relativo personale, dando avvio a uno “spezzatino” delle competenze. Negli anni la Regione Toscana aveva di fatto delegato la gestione delle proprie competenze alle Province, in alcuni casi anche in maniera illegittima, e spesso in assenza di un reale coordinamento. Le Province hanno dovuto sviluppare, in autosufficienza, sistemi e procedure di gestione per svolgere al meglio i servizi assegnati. Di fatto, fin dagli anni 80 del secolo scorso le Province hanno costituito il punto di riferimento per cittadini e imprese, gestendo servizi collegati a materie quali viabilità, edilizia scolastica, tutela e valorizzazione dell’ambiente, gestione dei rifiuti, difesa del suolo e delle coste,gestione demanio idrico, protezione civile, cultura, sport, centri per l’impiego, agricoltura caccia e pesca, trasporto locale, polizia provinciale.

Con l’emendamento alla legge di stabilità in corso di definizione, e sul quale il Governo porrà la fiducia, insieme ai tagli già previsti delle risorse destinate alle Province (1 miliardo nel 2015, due miliardi nel 2016 e tre miliardi nel 2017) si avvia di fatto un processo di disgregazione dei servizi locali fondamentali che ne impedisce il corretto e fattivo svolgimento. Praticamente una riforma partita sulla scia di campagne elettorali e finalizzata al contenimento di sprechi che si sta concretizzando ancora una volta in una macelleria sociale contro i lavoratori, finalizzata solo al contenimento della spesa pubblica, per il rispetto di politiche europee di austerity che il Governo Renzi avvalla.

Buongiorno Livorno, come sempre, si pone dalla parte dei cittadini e dei lavoratori. Il governo regionale di Rossi, se possibile, ha ulteriormente aggravato il quadro delineato dalla legge Del Rio. Chiediamo quindi che la Regione Toscana proceda subito a definire con propria legge la riallocazione delle funzioni delle Province, garantendo la continuità e il livello attuale dei servizi, delle professionalità esistenti e dando garanzie occupazionali. Inoltre deve essere garantita la vicinanza territoriale dei servizi ai cittadini e alle imprese.

Si tratta di una vertenza nazionale che coinvolge 20.000 lavoratori in tutta Italia. E che solo nella Provincia di Livorno mette a rischio 350 lavoratori

Il Governo sta minacciando su vari fronti il lavoro. Quando si parla di lavoro, non esistono lavoratori autonomi, dipendenti pubblici o privati. Esistono lavoratori e basta. Il lavoro è un bene comune. Il lavoro deve essere di TUTTI e PER TUTTI.

 

Direttivo #BuongiornoLivorno

 

Foto: senzasoste.it