Gemellaggi e utopie necessarie.


Cronaca di un gemellaggio.
Mercoledì 11 gennaio il Consiglio Comunale di Livorno ha approvato definitivamente una mozione di gemellaggio con il popolo e la città di Gaza City. Un percorso iniziato nel 2008 con una mozione presentata dal gruppo consiliare di Rifondazione Comunista e approvata dal Consiglio Comunale di allora in cui si impegnava il Sindaco e la Giunta ad “assumere tutte le iniziative per assicurare cooperazione e solidarietà alla città di Gaza e ai suoi abitanti.“
Una mozione rimasta nel vuoto politico del secondo mandato Cosimi che non ha mai trovato nessuna applicazione pratica dei concetti espressi. 

Arriviamo all’agosto 2014, con l’insediamento della nuova giunta a cinque stelle e del nuovo Consiglio Comunale. Sono i mesi in cui il conflitto tra Israele e Palestina ha un nuovo apice di violenza e terrore. L’operazione “Margine Protettivo” in poco più di un mese produrrà nella popolazione palestinese 1462 morti civili, 377 morti non identificati e 11000 feriti ( di cui il 70% civili), quasi il doppio rispetto alla precedente “Piombo Fuso”, datata 2008-2009.
All’interno del Consiglio Comunale del 7 agosto 2014 l’assemblea elettiva, dopo acceso dibattito, delibera due importanti decisioni: la costituzione, per la prima volta, di un comitato per i gemellaggi che dovrà occuparsi di rendere operativa qualsiasi volontà di cooperazione internazionale e l’adesione di Livorno al progetto Eurogaza, rete europea di città gemellate con la città araba e che comprende Barcellona, Cascais, Dunkerque, Torino e Tromsø.

Nei mesi successivi, la Prima Commissione Consiliare (Affari Istituzionali) si riunisce in più sedute per redigere e approvare il regolamento che dovrà governare il comitato dei gemellaggi. Il processo di scrittura e approvazione, piuttosto delicato, è quasi compiuto ed è quindi possibile iniziare tutte le pratiche che consentiranno di dare sostanza alla volontà di amicizia tra i due popoli, a partire dall’approvazione della mozione di gemellaggio. Un risultato importante, portato avanti con dedizione da tutto il gruppo consiliare di BuongiornoLivorno che, assieme al consigliere del Movimento 5 stelle Daniele Esposito, firma e presenta la mozione ufficiale da far approvare al consiglio. La votazione vede un solo voto contrario. Livorno è una città gemellata con il popolo e la città di Gaza.

Il commento.
I gemellaggi possono avere molti significati. C’è sicuramente quello simbolico, come atto di presa di posizione politica in difesa di un popolo martoriato da decenni di distruzione e terrore, vittima di politiche interne ed esterne che nel corso del tempo lo hanno reso il vero capro espiatorio dell’intera vicenda. Una storia che l’intero occidente non può far finta di dimenticare, la cui genesi e sviluppo (ormai radicato in almeno metà secolo) è diretta espressione di politiche opportunistiche e oppressive. Già solo un atto simbolico, esteso a tutte le città europee, potrebbe garantire quella presa di posizione politica che troppo spesso è stata celata dietro la banale scusa del “non possiamo dialogare con uno stato terrorista”, come se gli altri stati cosiddetti “occidentalizzati” coinvolti nella vicenda e con i quali si tessono rapporti istituzionali e di collaborazione economica, non esprimessero nei loro governi posizioni xenofobe, reazionarie e volte alla distruzione dell’altro, come se una ONG si rifiutasse di portare aiuto in zone di guerra solo perché gli interlocutori sono altrettanto responsabili della distruzione, come se andare a intervenire in aiuto a un popolo oppresso non possa generare quell’allontanamento da forme di fondamentalismo che purtroppo trovano terreno fertile là dove l’unica certezza per un bambino di 10 anni sono le bombe, le macerie e la sopravvivenza. La realtà è che molto spesso, dietro la retorica dell’appartenenza politica, si cela quell’individualismo che continua a renderci cittadini al singolare, appartenenti a contesti privati, capaci solo di esprimere un like sul social network postando l’ultima foto del bambino mutilato. 

Se la solidarietà ha ancora un senso, come sostiene Rodotà nel suo ultimo libro, questa deve diventare un’utopia necessaria. “La reale forza di un concetto non sta nella sua fissità, ma nella sua capacità di trasformarsi in base al mutamento dell’orizzonte in cui è situato. Collocato nel punto di incrocio e di tensione tra i piani dell’etica, del diritto e della politica, il criterio di solidarietà deve continuamente allargare i propri confini per riempire le forme sempre nuove che assume la politica. Se fino agli anni Settanta essa riguarda essenzialmente la sfera dello Stato – definito perciò, con un termine inadeguato e restrittivo, assistenziale – già dopo un decennio deve misurarsi con i processi di globalizzazione.”

I gemellaggi con la città di Gaza e quello rinnovato con la città di Bat Yam (già attivo dagli anni Sessanta) e tutti quelli che speriamo si possano aggiungere (la proposta per includere anche la città di Kobane sarà resa ufficiale nei prossimi mesi), per quanto ci riguarda, pur avendo un forte valore simbolico, dovranno sfociare in pratiche operative virtuose che arricchiscano la nostra comunità e quelle degli altri popoli distanti nello spazio, in un processo dialettico volto a far maturare sempre di più il concetto di umanità e integrazione fra popoli.

La politica, al netto di bilanci e valutazioni economiche, deve tornare a fare questo. La nostra politica vuole tornare a essere umana.

Direttivo e Gruppo Consiliare Buongiorno Livorno