La buona Scuola


La disposizione della Provincia di Livorno, in base alla quale, a partire dal prossimo anno scolastico, gli istituti superiori dovranno articolare il proprio orario settimanale su 5 giorni, per esigenze puramente economiche, ci porta ad esternare alcune considerazioni.

In primo luogo, dal punto di vista strettamente istituzionale, siamo colpiti dalla modalità con la quale il Presidente Franchi ha gestito la questione, senza alcun passaggio in Consiglio Provinciale né in Conferenza Capigruppo,organi competenti. Probabilmente questo è il motivo per cui, in un secondo momento, il Presidente Franchi ha deciso di correggere leggermente il tiro, specificando che si è trattato solo di una proposta, da discutere con le scuole coinvolte, cosa che non si evince affatto dalla lettera di Cruschelli pubblicata ieri dalla stampa. Ma andiamo oltre.

La cosa che ancora una volta stupisce, dopo anni di tagli indiscriminati alla scuola, è che di nuovo, e questa volta a livello locale, si porti avanti il tentativo di risparmiare soldi pubblici sottraendoli al comparto istruzione, che viene da tutte le parti politiche e in ogni occasione presentato come il vero punto di partenza per il rilancio del nostro paese e per il superamento della crisi. Insomma, tutti, in campagna elettorale e non solo, si prodigano in dichiarazioni rassicuranti sul rilancio della scuola pubblica in Italia, lanciandosi in citazioni che spaziano da Obama a Don Milani, da Montessori a Malaguzzi. Ma poi, nei fatti, specialmente a partire dal 2008, la scuola è stata uno dei maggiori ammortizzatori dei problemi economici del nostro paese.

E, significativamente, i tagli sono sempre stati presentati come ‘riforme’. Prendiamo ad esempio la Gelmini. Per mesi e mesi la ministra riuscì a convogliare l’attenzione dei media sulle presunte innovazioni pedagogiche che avrebbero rinnovato il sistema istruzione: il grembiulino obbligatorio e il maestro unico che sarebbe andato incontro al fondamentale bisogno dei bambini di avare un punto di riferimento.
In realtà, e questo lo capirono, forse, solo gli operatori della scuola, la cosiddetta riforma avrebbe avuto effetti ben più rilevanti, e molto meno ‘alti’: drastica riduzione del tempo scuola (e Don Milani dove lo mettiamo?), pesante aumento degli alunni per classe, verso le cosiddette classi pollaio, e progressiva riduzione del sostegno. Per capirci: un conto è insegnare la materia X per 3 ore a settimana in una classe di 24 alunni; altra cosa è insegnarla per 2 ore a settimana con 32 alunni. Verificare oralmente la preparazione di 32 alunni con due ore a settimana significa impiegare un mese. Senza contare che correggere 30/32 compiti per 9 classi (il numero di classi necessario per formare una cattedra completa a due ore settimanali per classe) significa correggere 270 compiti. O vogliamo passare definitivamente ai test a scelta multipla, le cosiddette crocette? Chi l’ha detto, la Montessori? Bene, l’impressione che abbiamo è che la ‘filosofia Gelmini’ sia tuttora quella prevalente, in barba alle altisonanti dichiarazioni di tanti politici.

Il Presidente Franchi decide/propone la scuola su 5 giorni, per risparmiare, senza prendere minimamente in considerazione le implicazioni didattiche di una tale scelta: 6, 7 o 8 ore a scuola, con 6, 7 o 8 materie da preparare per il giorno successivo potrebbero non garantire un livello di apprendimento sufficiente. Potrebbero davvero svilire ancora di più il sistema scuola. Senza contare che i veri risparmi si potrebbero ottenere con un serio piano di efficientamento energetico degli edifici scolastici!. A Livorno il risparmio ottenibile con interventi di messa a norma rispetto alle leggi sull’efficienza energetica si può stimare tra uno e due milioni di Euro all’anno, anche utilizzando i fondi UE e regionali disponibili e dando lavoro a tecnici ed aziende qualificate, milioni di Euro che se non sprecati cambierebbero radicalmente la qualità della scuola, della didattica e dei servizi scolastici.

A livelli più alti, poi, il Primo Ministro Renzi presenta la ‘Buona Scuola’ come una rivoluzione, necessaria perché dare al Paese una Buona Scuola significa dotarlo di un meccanismo permanente di innovazione, sviluppo, e qualità della democrazia. Ma poi, leggendo il documento, si scopre che dietro l’abilissima operazione di marketing, spuntano ben agghindate molte delle tentate vessazioni che negli ultimi anni sono state ventilate per la scuola pubblica, per poi cadere nel vuoto anche a causa delle forti proteste che avevano sollevato. Ecco quindi che, nascoste tra positive e propositive dichiarazioni di nobili intenti, emergono ancora una volta vecchi fantasmi: scuole finanziate dai privati, insegnanti scelti dai dirigenti, banca delle ore da restituire alle scuole da parte dei docenti, scatti di anzianità solo per alcuni, progressivo esautoramento degli organi collegiali, prevalenza dei test modello invalsi.

Questa volta la pillola viene per così dire addolcita dall’assunzione dei cosiddetti precari storici, assunzione che non deve essere letta come un atto di ‘grazia’ da parte di questo governo, ma come l’effetto di una sentenza della Corte Europea sul precariato. Da notare inoltre che il provvedimento, che in parte andrà a bilanciare il taglio di 90.000 docenti realizzato dalla ‘riforma’ Gelmini, non risolverà affatto il problema del precariato, lasciando fuori molti docenti abilitati che già da anni lavorano nella scuola. A fronte di queste considerazioni, riteniamo utile aprire un confronto con i cittadini interessati ai temi della scuola, riaprendo il percorso dei cosiddetti ‘tavoli di lavoro’ che già avevamo intrapreso in campagna elettorale. Parleremo di scuola, di ‘buona scuola’, e, cosa fondamentale, di efficientamento energetico delle strutture scolastiche. Per condividere con i cittadini un auspicio, una volontà, un progetto: quello di cercare, sempre, di coniugare il risparmio con la pratica e la crescita della democrazia.

Vi invitiamo, quindi, il giorno lunedì 23 febbraio, alle ore 17.30, presso Ethos Natural Cafè Bistrot (Via Magenta 74) per il tavolo di lavoro ‘A scuola solo di lunedì’.

 

Direttivo #BuongiornoLivorno

 

foto: fondazionenesi.org