8 marzo 2015: una giornata speciale


Oggi è una giornata speciale.
Oggi il Sindaco ha consegnato la Livornina d’oro ad una donna, una partigiana, una persona che ha contribuito a far rinascere il nostro paese dopo la guerra, e che ha vissuto una vita intensa, di impegno civico e politico. Una grande donna, che ci ricorda che la nostra repubblica non ha solo ‘padri’. Ha anche tante madri, che si sono prodigate prima per liberare la nostra terra dal nazi-fascismo, e poi per dare corpo alla nostra Costituzione.

Le madri della nostra patria hanno preparato il pane ai partigiani, hanno cucito divise, hanno imbracciato le armi, hanno educato i loro figli in mezzo a tante difficoltà. Hanno contribuito, con la loro intelligenza e la loro lungimiranza, a costruire quel tessuto democratico che era stato distrutto dal ventennio e dalla guerra, hanno lottato per la propria, la nostra, emancipazione.

Sono quindi orgogliosa del fatto che la mia città attribuisca la sua massima onorificenza ad una di queste madri. E per questo desidero ringraziare, anche a nome del Consiglio Comunale, il Sindaco Nogarin e la Giunta.

Leggendo e ascoltando alcune recenti interviste alla Signora Osmana, sono rimasta colpita da due frasi in particolare. Parlando della sua esperienza di partigiana, la Signora Benetti racconta ad un certo punto un episodio: un’assemblea al Castellaccio, durante la quale lei cercava di incoraggiare le molte donne che avevano paura. Paura delle rappresaglie nazi-fasciste, paura per i loro uomini e per le loro famiglie. Osmana, in quella circostanza, fece un discorso che lei stessa, a distanza di anni, definisce ‘di prospettiva’. Ricordò alle donne del Castellaccio che bisognava guardare avanti, bisognava comprendere che c’era un paese da ricostruire, che servivano asili e scuole per i bimbi, e case, e che mancava l’acqua, la luce.

Ecco, in questo discorso, appunto, ‘di prospettiva’, c’è secondo me una grande lezione, di cui oggi abbiamo tutti molto bisogno: dobbiamo saper alzare lo sguardo, anche quando siamo nel bel mezzo di un’emergenza. Guardare avanti, e saper misurare quali saranno gli effetti, non immediati, delle nostre azioni. Dobbiamo capire e pensare ai bisogni prossimi oltre che a quelli presenti. Saper prevedere e misurare, ed agire in funzione del futuro oltre che del presente. Ecco, penso che questo le donne lo sappiano fare bene.

La seconda cosa che mi ha colpito è più legata alla vita quotidiana. Osmana ha raccontato in più occasioni infatti di quanto è stato difficile continuare a fare attività politica con i figli. Sua figlia la rimprovera ancora perchè la portava sempre in federazione invece che ai giardini. Ecco, questo mi fa pensare a quanto ancora dobbiamo lavorare, a quanto ancora dobbiamo promuovere una battaglia culturale. Sì, perchè ancora oggi per le donne è difficile conciliare il lavoro e l’impegno con la famiglia, con la cura dei bambini, degli anziani. In questo senso, Signora Osmana, molte donne ancora oggi si trovano in una situazione simile a quella in cui lei si trovava negli anni ’50. La differenza, credo, è che oggi gli uomini lo sanno, sono più consapevoli e pronti a mettersi in discussione. Molti giovani hanno già imboccato la strada del cambiamento, ed è grazie alle donne come lei, alle vostre battaglie. Grazie anche per questo, per aver contribuito alla emancipazione delle italiane.

Concludo, ricordando una frase che spesso si dice riferendosi agli uomini di successo. Una frase un po’ maschilista, a dire il vero: ‘dietro un grande uomo c’è sempre una grande donna’. Ecco, in questo caso, qua davanti a noi abbiamo un grande uomo, Garibaldo Benifei, e una grande donna, Osmana Benetti. Sono l’uno accanto all’altra. nessuno dei due è dietro, o davanti. Sono una coppia di cittadini che hanno migliorato la nostra società, e che stanno oggi a rappresentare quell’uguaglianza morale dei coniugi di cui parla la nostra Costituzione. Per questo, e per molte altre cose, li ringraziamo.

 

 

Giovanna Cepparello

Presidente Consiglio Comunale di Livorno