1° MAGGIO – #BUONGIORNOLIVORNO SOSTIENE IL REDDITO MINIMO DI BASE: PER IL LAVORO, PER IL DIRITTO DI SCEGLIERLO, PER LA DIGNITÀ.


Il 1° maggio di ogni anno, in tantissime parti del mondo, si celebra la Festa del lavoro – o Festa dei lavoratori – per ricordare l’impegno del movimento sindacale e i traguardi raggiunti in campo economico e sociale da chi lavora. Da tempo stiamo assistendo alla trasformazione della natura del lavoro umano che, sempre più spesso, viene “espulso”, sostituito o ridotto in tutti i settori: manifatturiero, dei servizi, del sapere e dell’intrattenimento. Al contempo, e altrettanto spesso, vediamo sciogliersi il nodo che legava produttività e occupazione, mentre al lavoro salariato di massa e a quello professionale e retribuito si sostitusce la tecnologia “intelligente”. Il presupposto della teoria economica classica – secondo il quale la produttività crea più posti di lavoro di quanti ne elimini – non è più credibile: all’aumento del Pil e della produzione corrisponde la contrazione della manodopera e delle persone impiegate. La precarietà diventa ogni giorno di più condizione strutturale.

Oggi, nel 2015, crediamo che in questo giorno di festa sia necessario stabilire un nuovo traguardo: il diritto alla scelta del lavoro. Tale diritto, però, ha una condizione necessaria alla propria affermazione, ed è quella di liberarsi dal ricatto del bisogno di lavorare a ogni costo, accettando lavori sempre più irregolari, malpagati, elargiti come favore quando dovrebbero, appunto, essere un diritto. Solo un reddito minimo di base, garantito, incondizionato e universale può, qui e ora, cambiare le regole del gioco. Sono almeno tre le domande che dobbiamo mettere all’ordine del giorno.

Come può una persona continuare ad avere una vita ricca di senso e dignità anche se non si trova un lavoro?

Come saranno possibili democrazia e libertà al di là della piena occupazione?

Come potranno le persone godere della piena e consapevole cittadinanza senza avere un lavoro retribuito?

In Italia abbiamo bisogno urgentemente di un reddito minimo di base, sganciato da ogni prestazione lavorativa e che non scenda sotto la soglia di povertà relativa: vale a dire, un reddito che si aggiri tra i 600 e i 700 euro mensili.

Su questo vogliamo essere chiarissimi: la nostra non è una provocazione ma un’esigenza, politica e realistica, indispensabile per affrancare le persone dai ricatti del lavoro o della sua mancanza. Altro che bonus degli 80 euro in busta paga – per chi ce l’ha – e promesse legate alla crescita! La creazione di un reddito minimo di base è essenziale, tra l’altro, a garantire l’indipendenza dei singoli da un welfare che sta regredendo a workfare, un sistema cioè di costrizione al lavoro, con scarsa o nulla tutela della dignità della persona e nessuna garanzia della sua condizione lavorativa, retributiva e contributiva. In Europa solo l’Italia e la Grecia non hanno adottato questa misura elementare di civiltà, sulla quale si potrebbe finalmente fondare un nuovo patto sociale.

Occorre rovesciare la visione, imposta dalla politica economica dominante, dei due tempi, e affermare senza tentennamenti che prima serve la sicurezza sociale – ovvero continuità di reddito, a prescindere dalla prestazione lavorativa, e accesso ai servizi di base materiali e immateriali, dalla casa alla mobilità, dalla salute alla conoscenza – e dopo si potranno discutere le politiche necessarie a riorganizzare il lavoro e renderlo meno ricattabile.

Il reddito che vogliamo non va assolutamente visto come una sorta di assistenza sociale: proprio per questo dovrà essere a carico della fiscalità generale, a prescindere dal livello territoriale, e non della contribuzione sociale. La sostenibilità finanziaria di questa proposta è stata già dimostrata: manca solo la volontà politica di realizzarla.

#BuongiornoLivorno sostiene la campagna promossa da Libera, Basic Income Network-Italia e Cilap per il “reddito di dignità”, che chiede al parlamento di discutere e approvare una legge sul reddito minimo entro cento giorni (la petizione è stata firmata anche dalla Fiom di Maurizio Landini). In ogni mobilitazione, in ogni spinta dal basso che dovesse rendersi necessaria, Buongiorno Livorno sarà pronta a dare il proprio contributo.

Siamo profondamente convinti che se una legge simile diventasse realtà ci sarebbero molti più motivi per celebrare, già dal prossimo anno, la Festa dei lavoratori e il loro diritto a scegliersi il lavoro.

Stefano Romboli – Presidente Buongiorno Livorno e Direttivo

 

Info: http://www.campagnareddito.eu/