Ieri a Firenze, al cospetto del Presidente del Consiglio Renzi, il Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, e i rappresentanti delle istituzioni coinvolte (coinvolte?) hanno finalmente firmato l’Accordo di Programma ai sensi dell’art. 27 del D.L. 83/2012.
O almeno così appare.
Da una semplice lettura dell’Accordo stesso, anzi delle sole premesse, emerge non solo tutta l’incapacità progettuale di chi ci sta governando sia a livello regionale che nazionale, ma anche la poca trasparenza nel gestire questioni fondamentali quali una crisi grave come quella che, ormai da anni, sta colpendo la città di Livorno.
L’Accordo sottoscritto ieri fa riferimento infatti alla normativa sopra citata (DL 83/2012) che prevedrebbe innanzitutto l’accertamento tecnico della situazione di crisi di portata nazionale con il riconoscimento della area di crisi industriale complessa da parte del Ministero competente.
Il riconoscimento dovrebbe essere il presupposto per la redazione di specifici progetti di riconversione e riqualificazione industriale sottoposti ad approvazione tramite accordo di programma.
Questa norma avrebbe il merito di tentare di introdurre un nuovo sistema di incentivazione e rilancio dell’economia italiana, uno strumento che rompa con la tradizione dell’incentivazione a pioggia di cui la Cassa per il Mezzogiorno è stata l’emblema e di cui purtroppo conosciamo i meccanismi: denari pubblici erogati primariamente al fine di mantenere il consenso elettorale piuttosto che finanziare soluzioni tecniche ed economiche costruttive.
Purtroppo il PD non riesce a perdere le vecchie abitudini.
La Regione, dopo aver presentato per Livorno istanze di riconoscimento dell’area di crisi complessa incomplete o riferite a normativa ormai superata, dopo aver promesso cifre mirabolanti non mantenute, dopo aver cercato soluzioni (mai trovate) senza coinvolgere nella progettazione delle soluzioni la collettività che primariamente sarà toccata da questi provvedimenti, firma un atto inutile, vuoto di progetti ma anche delle basilari premesse giuridiche che consentirebbero al Governo di impegnare la cifra di finanziamento indicata.
Paradossalmente tra gli obiettivi dell’Accordo c’è il riconoscimento di area di crisi industriale complessa che dovrebbe invece esserne il presupposto.
Questo cortocircuito non è soltanto formale: è l’indice che ancora oggi, di fronte alle condizioni in cui lo stesso PD ha ridotto la nostra città, l’incapacità di progettare soluzioni rimane la stessa. Il finanziamento è ancora interpretato come strumento elettorale e non strumento di realizzazione di progetti.
#BuongiornoLivorno auspica che l’essenza dei progetti di riconversione e riqualificazione industriale inizi ad essere quella della promozione economico-sociale che li riporti finalmente alle finalità di indirizzo ai fini sociali della programmazione economica del purtroppo dimenticato art. 41 comma 3 della Costituzione, in una logica di consenso, partecipazione e sussidiarietà-solidarietà.
Vorremo ricordare a tutti i sottoscrittori dell’Accordo di programma che se fallisce il progetto ha fallito l’Accordo di programma, con responsabilità anche di tipo erariale per chi lo ha adottato, trattandosi in gran parte dell’impiego di fondi pubblici, comunitari, nazionali, regionali e locali.
Inoltre, chiediamo: chi decide se per Livorno ci saranno le coperture promesse? Rossi, Renzi o la Commissione UE? Cosa significherebbe disattendere le cifre dell’Accordo di Programma per Livorno siglate ieri? A chi chiedere i danni o conto delle responsabilità nel caso vengano disattese e in quale sede?
Quando si legge che la Regione Toscana si rende disponibile ma nelle possibilità degli impegni relativi al Pareggio di Bilancio e quando si apprende che quei 50 milioni verranno iscritti nel Documento Economia e Finanza a Ottobre 2015, la reazione più logica è un’espressione di perplessità forte. Sei mesi in un mondo fatto di volatilità, dove lo spread tra titoli fa oscillare i conti degli Stati con frequenze settimanali, sono un’infinità.
I timori crescono, infine, se pensiamo che i sottoscrittori dell’Accordo rappresentano la continuità con gli amministratori che hanno avvelenato i nostri bilanci pubblici con il ricorso ai contratti derivati, dimostrando un’incapacità totale, anche sul piano della lettura dei processi della finanza.
Per il Direttivo di #Buongiorno Livorno – Valentina Barale
Per il Gruppo Lavoro di #Buongiorno Livorno – Maurizio Coppola
(immagine di Marco Filippelli)