Vicino alle scadenze elettorali (amministrative o politiche che siano) assistiamo con crescente pressione al battage mediatico sul lavoro e sulle crisi occupazionali in essere.
Dalla raffineria Eni di Stagno alla cooperativa Cooplat, fino alle aziende del settore automotive TRW e MTM, le crisi aziendali stanno intensificandosi e la chiusura sta diventando da copione. In questi giorni un altro duro colpo per l’economia labronica potrebbe venire dalla possibile chiusura di People Care, che rischia di accrescere i mille posti di lavoro persi in sei anni, con altri 4mila a rischio, secondo le stime della CGIL.
Ad un anno di distanza dalle elezioni amministrative per Livorno, in cui si erano sfoderati i piani per il lavoro dei candidati Sindaci e delineati piani per trovare soluzioni e mantenere i posti di lavoro su Livorno e area vasta, il problema ciclicamente si è riproposto. Durante le elezioni People Care aveva chiesto un impegno ai candidati Sindaci in prospettiva dei rischi derivanti dalla possibile perdita della commessa Seat.
Oggi la vertenza People Care sembra porsi nella striscia d’ombra delle precedenti emergenze. People Care e’ un centro di eccellenza tra i call center, con qualifiche sia nel traffico inbound che outbound e operatori formati in anni e anni di esperienza continuativa sul campo. La società di call center è nata nel 2010 da una costola del gruppo Seat Pagine Gialle, che rappresenta l’unico committente dell’azienda e garantisce il 100% del fatturato. Gli operatori gestiscono i servizi 12.40 “Pronto Pagine Bianche” e 89.24.24 “Pronto Pagine Gialle”. Da qui la crisi innescata il 23 dicembre con la comunicazione ufficiale da parte dell’azienda dell’apertura delle procedure di mobilità e cessazione delle attività a maggio, con la fine della commessa Seat.
Alla vigilia delIe feste natalizie, la società del gruppo torinese Contacta ha annunciato che a maggio avrebbe chiuso la sede di Guasticce e ha avviato le procedure di mobilità per i dipendenti mettendo a rischio il futuro di 450 famiglie.
Due mesi prima, il 23 ottobre, il Governo aveva accettato la proposta di Regione, Provincia e Comune di aprire un tavolo per rilanciare la ripresa produttiva e occupazionale del territorio. La chiusura della Voice Care di Torino, sempre del gruppo Contacta, che nel maggio 2014 aveva lasciato a casa 200 persone, aveva anticipato il possibile scenario che si sta realizzando, avendo anch’essa Seat quale unico committente.
Contacta ha sempre escluso la possibilità di trovare nuovi clienti per mantenere il sito aperto a causa, sostengono, della competizione del mercato dei call center e della concorrenza estera, favorita dai bassi costi del lavoro. Tuttavia i dipendenti fanno notare come in questi cinque anni la proprietà non abbia effettuato alcun investimento sulla struttura, progressivamente meno idonea all’efficienza di un call center in pieno sviluppo. Nessuna miglioria, insonorizzazione parziale di meta’ piano di lavoro. Di fronte alle prospettive di perdita del loro committente principale i dipendenti stessi, tramite le rappresentanze, si sono adoperati per trovare nuove commesse con Credem e Findomestic. Di fronte a tanta proattività e qualità l’azienda ha provveduto a riportare le nuove commesse a Torino, senza che si sia levato alcuno scudo a difesa da parte delle Istituzioni o delle rappresentanze sindacali nazionali.
Seat che era il committente del lavoro stava attraversando una fase delicata, con concordato preventivo omologato e una fase di contenimento finanziario, ha ripetutamente definito “infondata e pretestuosa” la posizione di Contacta.
Da metà gennaio si susseguono gli incontri al Ministero dello Sviluppo Economico. People Care, i sindacati e i rappresentanti politici si stanno incontrando alla presenza del viceministro Claudio De Vincenti mentre Livorno ha ottenuto dal Governo l’ambito riconoscimento di Area di Crisi Complessa.
Il Ministero e le Istituzioni locali hanno assunto l’impegno di fronte ai rappresentanti sindacali di cercare strade alternative e il Mise si è impegnato ad aprire un percorso per cercare un nuovo operatore che rilevi il sito produttivo di Livorno. Scenario già visto per TRW ma ancora senza sviluppo concreto in entrambi i casi.
Adesso è sceso in campo anche il Governatore uscente Enrico Rossi, che ha chiesto a Seat di confermare il suo impegno, ma anche che lo Stato s’impegni per una commessa pubblica. Si parla di scenari di servizi sanitari, supporto telefonico all’Eni e rinnovate commesse Seat. Prima di questo passaggio Rossi aveva incontrato nel municipio di Collesalvetti i metalmeccanici e gli ex lavoratori di Trw sempre nella scia di quel battage mediatico che niente ad oggi ha restituito al territorio.
Livorno e la sua provincia hanno un impellente bisogno di trasformare le promesse elettorali in un concreto piano di sviluppo per il lavoro.
Se l’intenzione di riportare il lavoro a Livorno c’è veramente, il banco di prova è questo. Ed ora.
Claudia Pavoletti – Gruppo Lavoro #BuongiornoLivorno