“Arrivano i morti”. Performance artistica dimostrativa


Il “Centro per la Bellezza Politica” (ZPS) protesta contro la politica europea nei confronti dei profughi, dando sepoltura ai resti esumati in Italia. L’azione del collettivo artistico ha sollevato molte discussioni nella Repubblica Federale.

 

“Arrivano i morti” sembra il titolo di un film dell’orrore, ma è l’annuncio di una performance artistica collettiva. Nel cimitero musulmano di Berlin-Gatow, il 16 giugno sono stati sepolti, alla presenza di un Imam, i resti di una donna siriana, annegata durante la traversata verso l’Europa, . Il corpo era stato precedentemente esumato in Italia.

La sua storia è esemplare per il destino di molti. Fuggita da Damasco attraverso il Sudan, l’Egitto e la Libia, fermata dall’insormontabile muro di filo spinato che impedisce il passaggio da terra attraverso la Turchia, è annegata quando l‘imbarcazione si è rovesciata nel Mediterraneo. Sia lei che la figlia di due anni non ce l’hanno fatta, mentre il marito e altri due figli maschi aspettano ora il permesso di asilo in Germania, sostenuti dal collettivo artistico.

La performance è una protesta contro l’irrigidimento della politica europea nei confronti dei profughi, come spiega in un’intervista il portavoce del Centro ZPS, Justus Lenz: “La Germania è uno dei paesi più ricchi al mondo. La burocrazia tedesca ha le possibilità di farsi carico del problema, e non fa niente.”

Alla performance nel cimitero di Berlino erano invitati anche i politici. Responsabili del governo, segretari di stato e amministrazione cittadina erano nella lista degli ospiti della performance didattica, intitolata “L’umanità dell’Europa”. L’ordine dei posti era rigidamente stabilito: il ministro Thomas de Mazière e Angela Merkel in prima fila, con i rispettivi coniugi. Le sedie sono rimaste vuote.

L’accusa è: omissione di pietà

Il collettivo artistico è registrato presso il comune di Charlottenburg (Berlino) come “Truppa d’assalto per la promozione della bellezza morale, della poesia politica e della nobiltà della natura umana”. Si legge nello statuto associativo:

“L’arte deve ferire, irritare, opporre resistenza”.

Rupert Neudeck, medico dell’associazione tedesca di medici d’emergenza, attiva sulla nave profughi Kap Anamur, sostiene dal profondo del cuore l’azione del collettivo: “Nel pubblico dibattito tedesco e europeo abbiamo bisogno di segnali forti che chiariscano le dimensioni delle violazioni dei diritti umani che perpetriamo oggi nel mondo” (intervista a DW)

[…]

 

L’azione artistica deve ferire

Secondo le dichiarazioni degli artisti, ben 10 corpi sono stati esumati in Italia, Grecia e Turchia, in collaborazione con Imam, sacerdoti e imprese funebri. Grazie all’assenso espresso dai familiari, i resti sono stati trasportati in Germania. La volontà degli artisti è restituire dignità e dare sepoltura a resti anonimi, per donare loro “un ultimo luogo di pace”, come spiega il direttore artistico Philipp Ruch alla rivista “Der Spiegel”.

Ruch non è un politico delirante, bensì un professore ordinario di filosofia e stimato autore di teatro, che ha lavorato per il Maxim Gorki di Berlino, il Teatro di Dortmund e il Festival teatrale internazionale “Autunno Stiriano” in Austria. Nel 2012 ha ricevuto la candidatura per il Deutsche Welle Blog Award, proprio grazie alla sua collaborazione con gli attivisti del Centro ZPS. “La performance artistica pone sempre la domanda su quanto libera sia l’arte. Se esistono spettatori che vogliono proibire le azioni del Centro ZPS, dimostrano di non possedere il senso moderno dell’arte”, queste le sue dichiarazioni alla stampa.

 

Globalizzazione dell’indifferenza

Furtive sparizioni: Grande scalpore per la sparizione delle croci dei Caduti al Muro di Berlino.

Il gruppo ZPS realizza dal 2008 azioni spettacolari che scuotono l’opinione pubblica, e puntano il dito su quelli che gli artisti definiscono gravi errori della politica.

Nel 2014 il collettivo smantellò le croci dei Caduti al Muro dal centro di Berlino, per ricollocarle al confine europeo del paese. Il socio fondatore Rudolph Neudeck spiega così la natura delle dimostrazioni: “Sono segnali di cui abbiamo bisogno, affinché la Germania e l’Europa non soccombano alla globalizzazione dell’indifferenza”.

Justus Lenz, intervistato da DW, dichiara che l’irrigidimento delle politiche di accoglienza dei profughi sono ora all’attenzione degli artisti. “E’ una guerra di isolamento”.

Il sito web di ZPS documenta con la brutale realtà le conseguenze di queste scelte politiche: profughi annegati, interrati senza nome in fosse comuni. Cadaveri portati in Italia dalla marea, ammassati in vetuste celle frigorifero, coperti da vecchie lenzuola insanguinate. Scene inconciliabili con la dignità umana, che deve andare oltre la morte: questo è il messaggio.

 

La dignità umana è inviolabile

 Anche Klaus Staeck, da molti anni presidente della Berliner Akademie der Künste (Accademia delle arti di Berlino, n.d.t.), sottolinea per DW la portata del principio: “Se vogliamo essere una società di valori, abbiamo l’obbligo di ricordare i valori. Parliamo dell’articolo 1 della costituzione tedesca. La dignità dell’essere umano è inviolabile. Ciò mette la società davanti ad una scelta obbligata.”

Staeck si dichiara tuttavia perplesso riguardo alle performance berlinesi. La provocazione, afferma, è uno strumento legittimo per attirare l’attenzione, ma pone la domanda: “Si provoca per la volontà di provocare?”

 

Monito per la giornata mondiale dei profughi dell’ONU

 Lo scrittore Ingo Schulze ha ultimamente firmato, insieme a 1000 autori di 26 paesi diversi, un appello alla politica affinché si accolgano i profughi in modo più umano. Afferma: “Trovo l’iniziativa giusta, anche se, in questi casi, sono i dettagli a decidere se e come l’azione si realizza in modo appropriato”. Secondo il suo punto di vista, l’Europa porta su di sé una colpa storica. “La questione che noi europei dobbiamo porci è questa: capire in che misura siamo pronti ad assumerci la responsabilità necessaria per diventare giusti e per guardare al mondo come tale. Sopratutto per agire conseguentemente. Si tratta, in fondo, non tanto di offrire un primo pronto soccorso, ma di eliminare le cause delle fughe”.

Il collettivo ZPS ha scelto consapevolmente la data per l’azione dimostrativa: il 20 giungo è la Giornata mondiale dei profughi indetta dall’ONU.

Per la prima volta nella sua storia, la Germania commemora in questo giorno le vittime della persecuzione e della fuga durante la seconda guerra mondiale. Milioni di profughi furono allora costretti a cercare una nuova patria e ogni tipo di aiuto umanitario. Klaus Staeck mette in chiara relazione gli eventi, che arrivano fino ad oggi, . “Nel 1986 ho creato il mio primo pannello, con il titolo Immagina di dover scappare, e di leggere dappertutto la scritta: Fuori gli stranieri!”

 

E’ gradito il coinvolgimento!

 Il funerale a Berlino è stato solo l’esordio per le attuali performance del collettivo ZPS. Domenica 21.6.2015 il gruppo artistico ha organizzato un’altra azione di protesta.

“La marcia dei risoluti” ha come obiettivo la Nuova Cancelleria e trasformerà la piazza antistante in un cimitero monumentale. Per l’azione è partita anche una forma di crowdfunding. Rupert Neudeck, in prima linea per molti anni nel pubblico dibattito sulle politiche nei confronti dei profughi, ha una visione rilassata della provocazione: “La società dovrebbe essere lieta di avere ancora in sé certi potenziali di protesta, in virtù dei quali gli artisti possono rendere visibile la loro arte”.

 

Traduciamo a seguito due post tratti dalla pagina Facebook del collettivo Zentrum für politische Schönheit.

 

Post del 20 giugno 2015

 E’ stato detto che diamo sepoltura “per protesta” (Tageschau, Die Welt, Tagesspiegel). Come si può dare sepoltura “per protesta”? I morti hanno diritto ad una sepoltura dignitosa.

Martedì il ZPS, il Centro per la Bellezza Politica, ha esumato, contro ogni legge della probabilità, il corpo di una madre che, annegata nel suo viaggio a causa delle nostre mancate azioni di soccorso, era stata registrata in Sicilia come “sconosciuta” e sommariamente seppellita. E’ ora ricongiunta ai suoi cari.

Venerdì il corpo di un migrante sessantenne è stato recuperato e sepolto con l’Imam, sotto lo sguardo dell’opinione pubblica mondiale. L’uomo aveva avuto un collasso durante l’infernale traversata, e il cadavere è stato trattenuto dalle autorità per dieci settimane (!), nel tentativo di estorcere ai parenti una denuncia nei confronti del traghettatore.

Il miracolo del pensiero occidentale si estende nel mondo come un fuoco fuori controllo, scaturito in Germania qui e ora. Rifiutiamo il tentativo di ridimensionare il miracolo e non ci identifichiamo nel ruolo di “protesta”.

La sepoltura di esseri umani non può essere e mai sarà un’azione di protesta. Le forte protesta è contro la sepoltura dei profughi. I “cadaveri dei profughi”, come vengono chiamati in modo ripugnante e indifferente dai media. Noi conosciamo solo resti di persone. Vogliamo essere la dimostrazione vivente, agli occhi dei responsabili, di come l’Europa debba fare i conti con i risultati della sua politica di chiusura e isolamento. Ecco contro cosa protestiamo. E’ una protesta forte, anche se invisibile. Su questa strada perdiamo gli Imam, i cimiteri, i sacerdoti.

Non dobbiamo dimenticare che il più grande partito tedesco mantiene l’aggettivo “cristiano” nel nome, mentre la sua azione politica nascosta è meno cristiana e meno rispettosa dell’essere umano di quanto avremmo mai potuto pensare.

Vale fino in fondo: La Bellezza Salva il Mondo.

 

Post del 22 giugno 2015

La marcia dei Risoluti ha invaso ieri il prato del Bundestag:

“Cade lo steccato, come un gioco di legnetti. Non c’è da meravigliarsi. In fondo si tratta di uno steccato da giardino, che protegge il prato del Reichstag. Non è un blocco della polizia. Il prato davanti al parlamento tedesco si colora di tante persone. I primi dimostranti scavano tombe simboliche con piccole pale, piantano croci di legno, accendono candele: un invito alla commemorazione di migliaia di persone in fuga, che muoiono cercando di venire in Europa.

La polizia inizialmente osserva. Stima più di 5000 dimostranti che hanno sfilato nel pomeriggio di questa domenica attraverso il quartiere governativo fino alla Nuova Cancelleria, guidati dai carri di un’impresa funebre musulmana.

La protesta sul prato non era prevista né autorizzata, così si esprime il portavoce della polizia. E ribadisce: “E’ vietato lo scavo di tombe simboliche.”

 

(Articolo tratto dalla sezione Arte del sito DW. Autrice: Heike Mund Pubblicato il 16.6.2015

 

Traduzione di Silvia Giuntinelli per Buenos Dias Leghorn – staff di traduzioni di BuongiornoLivorno.

 

Immagine: https://www.facebook.com/politische.schoenheit/photos/pb.104873672901026.-2207520000.1435063922./836238376431215/?type=3&theater, licenza https://creativecommons.org/licenses/by-sa/2.0/