Dalla Corte di Cassazione un contributo per il principio di separazione fra Stato e Chiesa


Buongiorno Livorno esprime soddisfazione per le sentenze della Corte di Cassazione che hanno condannato due scuole cattoliche livornesi a pagare l’Imposta comunale sugli immobili (Ici) mai versata nel periodo 2004–2009 per un importo complessivo di 422mila euro (soldi, fra l’altro, che potrebbero rappresentare una piccola boccata d’ossigeno per le desolanti casse comunali e che comunque potrebbero essere pagate attraverso rate concordate, in modo da non mettere in ginocchio le due realtà e per non creare troppi disagi ai lavoratori coinvolti).
Le sentenze hanno soprattutto il merito di applicare la legge e di contribuire a fare qualche passo avanti nella direzione del principio di separazione fra Stato e Chiesa.
La discussione durerà a lungo anche perchè coinvolge il già fragile e precario rapporto sul terreno educativo tra stato e chiesa. Il mondo cattolico è in subbuglio e comincia a temere in primo luogo l’«effetto contagio». Viene ribadito il concetto che con la scuola paritaria lo stato risparmia sull’ istruzione, tema molto caro a tutti coloro che sperano in un arretramento del sistema statale, e si prospettano danni incalcolabili arrivando fino alla chiusura delle scuole cattoliche che hanno, però, notevoli finanziamenti dallo stato, dalle regioni e dai comuni.

La Cassazione è stata chiamata a fare giurisprudenza su una elementare e fondamentale questione di giustizia. Ricordiamo che la Chiesa cattolica possiede in Italia un patrimonio immobiliare immenso e solo una parte di questo è dedicato alle attività ecclesiastiche. In un contesto dove tutti i cittadini sono impegnati a pagare una tassa sui loro beni, anche sulla loro prima casa, è ragionevole che, una volta esclusi dalla tassazione (come sancito dalle Guarentigie prima e dai Patti Lateranensi poi) i luoghi di culto, anche un’altra rilevante parte del patrimonio ecclesiastico debba essere esentata da quest’obbligo comune? Va dato merito alla Corte di Cassazione di aver messo un punto fermo sull’intera vicenda, sciogliendo anche le ambiguità presenti nella stessa legislazione e nei suoi decreti attuativi.
La questione non riguarda solo le scuole cattoliche, ma tutte le scuole paritarie che la legge Berlinguer del 2000 riconobbe come parte del sistema nazionale di istruzione, entrando in contraddizione con la Costituzione e con normative particolari, come quella sull’Ici.
Comunque gli effetti delle sentenze riguardano il passato, ovvero Ici e forse Imu. Per il presente il discorso è chiuso: la Tasi – che ha sostituito le precedenti imposte – prevede l’esenzione totale per le scuole paritarie che chiedono una retta annuale non superiore a 5.739 euro (scuole per l’infanzia), 6.634 euro (primarie), 6.836 euro (secondarie di primo grado) e 6.914 euro (secondarie di secondo grado). Cifre non propriamente da studenti poveri.
Si vedrà ora cosa innescheranno di fatto le sentenze della Cassazione. Sempre che non intervenga di nuovo il governo a sanare tutto.

Stefano Romboli – Presidente Buongiorno Livorno

Vignetta: Vauro