Per Oriano


Oriano l’ho conosciuto agli inizi degli anni ’80, nella mia sezione del PCI alla Rosa. Metteva immediatamente a proprio agio chiunque, era incapace di scortesia. Madre Natura l’aveva dotato di un talento e di una sensibilità artistica fuori dal comune, doti che la sua volontà e la sua passione avevano sviluppato ed affinato.

Incapace di scortesia. Credo che questa sia la definizione che meglio si adatta alla persona che ho conosciuto. Non per questo “inoffensivo” : sapeva discutere, eccome, argomentando i suoi punti di vista e spesso ti trovavi a riconoscere che aveva ragione lui. Aveva sempre ragione lui, e vorrei vedere, quando si trattava di grafica, di manifesti, cartelloni e striscioni da preparare.

Ne avevo sentito parlare da diversi anni, conoscevo il suo lavoro preparatorio della Festa dell’Unità, conoscevo il gruppo del Magazzino, la Brigada Ramona Parra che passava i migliori giorni dell’estate al chiuso del gigantesco stanzone accanto al Pascoli, formato da quindicenni entusiasti di lui e del loro lavoro volontario. Non l’avevo mai incontrato, stranamente, non avendo fatto attività nella FGCI ma nel PCI fin quasi da “bimbo”. Ho imparato ad apprezzarlo fin da subito, era impossibile non farsi rapire dai suoi racconti della Sicilia, delle riunioni a Botteghe Oscure con Abe Steiner. I suoi racconti, e le conversazioni con i compagni che meglio lo conoscevano, me lo restituirono un po’ alla volta, colmando la lacuna.

Era un uomo che incarnava le migliori qualità della militanza nel PCI, almeno nel PCI che ho vissuto: la passione per il lavoro quotidiano, la lontananza siderale dai giochetti correntizi (anche se “nel PCI non ci sono correnti”), il totale disinteresse, l’aderenza ad un’etica e ad un sistema di valori cristallino, la solidarietà tra compagni e verso gli ultimi. Il suo sorriso, la sua pacatezza, ti lasciavano un’impressione di grande spessore umano e di profonda competenza politica e professionale.

Non lo vedevo da tanti anni. Dal figlio Gianni ho saputo notizie recenti sulla sua salute che si era fatta più fragile, ma anche che era il solito Oriano: curioso, intelligente, sperimentatore. Gli accadimenti politici degli ultimi venticinque anni ci avevano diviso ma Oriano non era esclusiva di qualcuno o di qualche organizzazione politica. Oriano era di tutti. Oriano era, anzi è e sarà, un punto imprescindibile di riferimento politico per chiunque coltivi un’idea di sinistra. La sua totale assenza di paura del nuovo, il suo ancoraggio ad un solido sistema di valori senza il quale il nuovo è un concetto privo di significato, sono un lascito impagabile e impegnativo per il futuro (se futuro, come credo, ci deve essere) per la sinistra.

Abbraccio la moglie, Gianni e Gianna, i nipoti.

Oriano, ti abbraccio e ti saluto a pugno chiuso. Ci sarai sempre

 

Ivano Pozzi – Direttivo #BuongiornoLivorno