In poco più di un mese in Toscana 55614 cittadine e cittadini hanno firmato la proposta di referendum abrogativo della Legge Regionale Toscana 28/15, che prevede la riduzione delle ASL da 12 a 3, la nomina regionale dei dirigenti e l’integrazione dei servizi pubblici con le prestazioni private.
I tanto annunciati risparmi deriveranno da tagli di personale infermieristico e medico, non dirigenziali. Come più volte sottolineato da due esperti di sanità pubblica internazionali, Ivan Cavicchi e Gavino Maciocco, la centralizzazione e gli accorpamenti si sono sempre dimostrati inefficaci, se non addirittura dannosi, per il servizio.
Le 55600 firme sono state portate fisicamente a Firenze nella mattina del 4 novembre, come annunciato con largo anticipo dal comitato promotore al collegio di garanzia della regione. Con una mail, arrivata nella tarda serata del 3, la regione rimandava la consegna di una settimana, cioè all’11 novembre, interpretando il regolamento regionale sui referendum e ritenendo necessaria la convocazione dell’intero collegio di garanzia per la verbalizzazione della consegna. Molti consiglieri regionali, di tutti gli schieramenti politici a parte il PD, si sono impegnati perché la situazione si sbloccasse. Rimandare di una settimana, lo ricordiamo, avrebbe potuto significare andare oltre dicembre con la verifica, rimandando automaticamente il referendum al 2017. Con fermezza i comitati cittadini presenti, arrivati da tutta la Toscana, hanno deciso di non lasciare la sede della Regione finché non fosse avvenuta la verbalizzazione della consegna.
La situazione ha rischiato il paradosso di uno strumento democratico, il referendum, ostacolato dallo stesso organo che è preposto a tutelare e garantire i cittadini che, con tenacia e grande forza di volontà, hanno, in tempi brevissimi, organizzato un’azione politica capillare sul territorio regionale (ricordiamo che invece del semestre previsto dal regolamento, i comitati hanno raccolto le firme in poco più di un mese.)
Il palazzo, nelle persone del Presidente del Consiglio regionale e di uno tra i componenti del Collegio di garanzia, intorno alle 14 ha finalmente protocollato la consegna e redatto il verbale, uscendo dall’impasse clamorosa, che aveva già sollevato gran polverone mediatico.
Il successo della campagna referendaria, che proseguirà quindi dopo il pronunciamento del collegio e l’indizione della data per il referendum, fortifica tutti noi nel nostro cammino, teso a creare modalità di partecipazione, soprattutto nel settore pubblico sanitario, da anni ormai sottoposto ad un lento smantellamento a favore di soggetti privati, nell’incuranza di quello che è un diritto fondamentale, alla salute, sancito dalla nostra costituzione. La sanità Toscana, guidata da troppi anni da Enrico Rossi, non sarà l’apripista nazionale per la riforma formulata nella legge regionale 28, perché in tanti, livornesi e toscani, abbiamo firmato e manifestato la nostra volontà.
#BuongiornoLivorno, da subito attiva nel Comitato Promotore, ringrazia con entusiasmo le sue militanti presenti a Firenze, grazie alle quali ha seguito minuto per minuto la risoluzione di questo ignobile stallo, e chiama tutti – soci, attivisti, cittadini – a non abbassare la guardia.
La partita non è finita: da oggi e per tutti i prossimi mesi il referendum bisogna vincerlo.
Direttivo di #BuongiornoLivorno
Foto: Silvia Giuntinelli