Noi che siamo per la pace


Noi che siamo gente comune, che ci impegniamo ogni giorno per costruire un luogo dove non entri mai una parola razzista, noi che pensiamo che ogni essere umano abbia diritto a casa, lavoro, istruzione e salute, da venerdì 13 novembre siamo messi alla prova, di nuovo. Una dura prova.

I fatti sono noti, da quella terribile notte migliaia di notizie e immagini rimbalzano su ogni notiziario e ogni social: centinaia e centinaia di morti, feriti, dispersi, scampati. Il coprifuoco. Lo stato di emergenza in tutta la Francia. I tentativi, per lo più vani, su tv e giornali di spiegare una situazione complessa che viene da lontano. Il mondo che conosciamo si è scompaginato e le spiegazioni, le analisi non bastano, non ci servono. E allora cosa fare? Dopo l’incredulità, la paura, l’orrore, dopo le manifestazioni di vicinanza in piazza, dopo le candele nella notte, dopo i post su Facebook e la bandiera francese sui nostri profili social, cosa dobbiamo e possiamo fare?

Come donne e uomini di Buongiorno Livorno stiamo cercando di costruire una possibile risposta da ormai due anni, impegnandoci per una città più accogliente e più giusta, per una città che non tolleri ma sia di tutti e di tutte, dove ognuno e ognuna possa trovare casa, lavoro, istruzione e salute. Una città aperta.

Quella notte i parigini hanno risposto con un grande moto di solidarietà aprendo le loro porte a chi era in strada, a chi cercava riparo e rifugio alle pallottole, alle bombe, alla violenza dei terroristi. Quella stessa notte il governo francese ha chiuso le frontiere.

A quell’annuncio il mio pensiero è andato ai francesi ma anche alle migliaia di rifugiati siriani, afgani, sudanesi, somali, nigeriani che in quelle stesse ore affrontavano viaggi via mare e via terra per trovare finalmente un riparo in Europa, in Francia. Che ne sarà oggi di quelle migliaia di persone? Dove andranno, quanto ancora dovranno aspettare, soffrire, vagabondare prima di raggiungere i loro cari, prima di trovare un rifugio? E quando riusciranno ad entrare in Francia, Germania, Italia, Spagna cosa troveranno, come verranno accolti?

La violenza dei terroristi vuole spazzare via non solo vite umane ma anche e soprattutto ogni pensiero, ogni gesto di vicinanza, solidarietà, accoglienza, ovunque.

Parigi come Londra, come Madrid, come Istanbul. Parigi come Kobane, come Kabul, come Mogadiscio, come Tunisi.

Ripartiamo dalle nostre città, ovunque. Noi siamo la pace.

Francesca Talozzi, presidente di Buongiorno Livorno