La giusta distanza


Di fronte ai proclami di molti rappresentanti (a livello locale e nazionale) del Partito Democratico, ci sembra necessario intervenire, per correggere un’interpretazione dei fatti livornesi che ci risulta essere completamente distorta.

Una delle nostre convinzioni più chiare, come BL, è questa: la politica deve contribuire a rendere le questioni comprensibili alle persone, mentre troppo spesso lavora deliberatamente per confondere le idee, per ingarbugliare le matasse. Per questo è nato il politichese, per questo nasce la politica degli slogan, di cui il PD, anche grazie al suo esuberante Segretario, è attualmente il migliore interprete a livello nazionale. Ineguagliabile.

A noi piace invece il linguaggio semplice e chiaro, e l’onestà intellettuale che serve per mettere insieme tutti i tasselli dei più difficili puzzle politici. Cerchiamo dunque di inquadrare la situazione livornese in modo che le parole non risultino un’offesa all’intelligenza collettiva. Il punto di partenza dei proclami piddini di questi difficili giorni è del tutto condivisibile: i 5 stelle non sanno governare. Ne siamo molto convinti anche noi. C’è però un MA grosso come una casa, che pesa sulle spalle di ogni singolo livornese. Eccolo: i 5 stelle non sanno governare, MA il Pd ha lasciato in eredità una città che il malgoverno lo conosceva bene da parecchio tempo, e nella quale emergono ora una serie di problemi antichi, strutturalmente connessi alle scelte politiche dei dem.

Prendiamo come esempio, sicuramente molto istruttivo, la questione Aamps. Il caso di Aamps riproduce, in piccolo, la storia della città. Di una città zavorrata da un partito che, persa quasi ogni capacità di mobilitazione politica e culturale, ha continuato ad occupare ogni spazio della società civile, piegando l’attività delle società pubbliche (e delle associazioni, dei consorzi, del mondo sindacale…) a interessi di gruppi e correnti a quel partito interne anziché a quelli collettivi.

E Aamps non è certo l’unico problema di Livorno. Il caso di Spil, la partecipata rilanciata negli anni ‘90 come volano per l’economia cittadina, naviga in acque altrettanto pessime, dopo che, tra un’operazione immobiliare discutibile e l’altra, è arrivata a realizzare un parcheggio multipiano al posto di un cinema storico della città. Il parcheggio Odeon, dove attualmente le tariffe applicate al pubblico sono così basse che prima di ammortizzare l’investimento ci vorranno anni, parla da solo, e rimane lì, perennemente vuoto, come monumento della piddina incapacità di governo.

Ci sono poi le attuazioni urbanistiche costantemente in variante al piano generale, con perdita di visione e di controllo dei reali effetti generati dalle trasformazioni, orientate al soddisfacimento del mercato edilizio, incapaci di rappresentare la molteplicità delle istanze della comunità locale, attraverso progetti coerenti e sostenibili. C’è la ‘minaccia’ del nuovo ospedale a Montenero con lo scellerato project financing che si portava dietro, l’operazione OLT, le tante vertenze occupazionali gestite in modo inefficace…

Molte ragioni drammaticamente valide che ci hanno portato ad appoggiare una possibilità di cambiamento, ad oggi indubbiamente disattesa. La verità, quindi, è molto diversa da come la racconta il PD. La verità è che Livorno ha bisogno davvero di un cambio di passo, rispetto ai 5 Stelle che hanno chiaramente rivelato la loro incapacità di governo, e rispetto a chi l’ha affossata negli ultimi anni, traghettandola lentamente ed inesorabilmente tra le aree di crisi complessa della nostra regione. Quindi, no, il PD non tornerà. E’ un partito in profonda crisi di identità, impegnato più in faide interne che nel progettare una rinascita per la nostra città. E i livornesi sono troppo intelligenti per cadere nel tranello. E tra la padella e la brace sapranno scegliere di meglio.

Il Direttivo di BuongiornoLivorno

 

Immagine di Lucarelli (Own work) [CC BY-SA 3.0 or GFDL], via Wikimedia Commons