La mobilitazione presso il consiglio regionale del 15 dicembre ha avuto alcuni risultati, non tutti positivi, che vorremmo condividere.
Nonostante la presenza dei comitati e delle associazioni aderenti alla richiesta di referendum fosse stata ampiamente annunciata, e nonostante il presidente del consiglio Eugenio Giani fosse stato sollecitato (sia in un incontro pubblico sia con le mail inoltrate da molti attivisti) ad accelerare il processo di verifica delle firme, palazzo Panciatici, sede della Regione, è stato letteralmente blindato dalle forze dell’ordine, a fronte del tentativo di ottenere, nella seduta del consiglio regionale dello stesso giorno, una rapida approvazione della nuova legge di riordino.
Obiettivo dei comitati era ottenere informazioni sulla verifica delle firme direttamente dal presidente Giani che, davanti ai cittadini e alla stampa, si era dichiarato garante del processo di indizione del referendum in tempi idonei.
Il 15 dicembre, in contemporanea, in aula si cominciava a dibattere la nuova legge, che di fatto approva il riordino abrogando allo stesso tempo la legge originale, la n.28, la stessa per la quale è stato chiesto il referendum.
L’entrata nel palazzo è stata di fatto interdetta: l’ordine dello stesso presidente Giani (poi smentito dall’ufficio) era di bloccare l’entrata ai comitati. A questo si aggiunge, da parte di molti impiegati della regione, l’occupazione – alquanto curiosa – di tutte le postazioni riservate al pubblico nella sala del consiglio, mentre la piccola delegazione riuscita ad entrare nel palazzo veniva tenuta fuori. Successivamente sono scesi in strada, uno dopo l’altro, tutti i consiglieri delle opposizioni, riuscendo a strappare il permesso di poter portare dentro una sola persona a testa. Carabinieri e polizia, in tenuta antisommossa, hanno scoraggiato con atteggiamenti intimidatori e pretesti al limite del grottesco qualsiasi pacifico tentativo di accedere e registrarsi alla portineria. Nei corridoi e nella sala stampa la delegazione ha fatto quattro ore di anticamera, aspettando che Giani trovasse qualche minuto di tempo per comunicare gli aggiornamenti riguardo le 55 mila firme consegnate il 4 novembre.
Prendiamo atto, ancora una volta, che la giunta regionale, in linea con il governo nazionale, ha scelto di attuare anche per la sanità politiche autoritarie e impopolari, con finti slanci di partecipazione e con totale chiusura alle proposte dei comitati e della società in generale tutta. L’opposizione alla politica scellerata del Pd toscano stavolta risulta composta da forze così trasversali da vedere insieme tutte le opposizioni, i sindacati, i comitati e le associazioni. Giani non ha, nei fatti, agito da presidente del consiglio super partes, non accogliendo le motivazioni del comitato che, in modo pacifico e ragionevole, ha provato a chiedere che le persone potessero accedere all’interno, spiegando che non era certo in atto un assalto al consiglio regionale (inaccessibile perché troppo affollato). Tra l’altro la nostra presenza era già stata concordata e annunciata, in un lavoro coordinato con i consiglieri regionali.
È stato proprio grazie ai consiglieri di Sì – Toscana a Sinistra e del Movimento 5 stelle che alle 19 il comitato ha ricevuto una notizia positiva: la L.R. 11/2015, che definisce i tempi per la consultazione referendaria e avrà un ruolo strategico nel suo destino, è stata approvata. Con la nuova legge, infatti, il tempo a disposizione del presidente della giunta per indire la data del voto viene accorciato: quindici giorni, non più trenta. La data ora dovrà essere fissata “non prima di 120 giorni e non dopo 180”, mentre prima era solo “non prima dei 180”, senza ulteriori specificazioni.
Tutto ciò si traduce nella possibilità di poter votare per il referendum anche nel periodo ottobre-novembre, mentre prima era possibile solo ad aprile-maggio, ipotesi che avrebbe fatto slittare il voto al 2017.
Un’altra notizia positiva riguarda il nuovo collegio di garanzia (preposto alla verifica delle firme), che risulta essersi già insediato al completo di presidenza e vicepresidenza, e che speriamo possa mettersi presto al lavoro sulla valutazione delle firme. La lentezza della procedura, però, ci lascia perplessi: nonostante il dirigente ci abbia assicurato che in regione sono attive ben ventitré postazioni, a oggi il lavoro di verifica delle firme presentate non risulta ancora concluso.
Nel frattempo, come si legge nei giornali, il consiglio-maratona sta andando avanti, con interventi ostruzionistici da parte delle minoranze, impegnate fino ai limiti fisici nel tentativo di avviare una reale discussione sulla trasformazione in atto del sistema sanitario regionale, sottoposto, ricordiamo, ad accorpamenti e tagli ai servizi, in una logica di risparmio accentratrice non condivisa dalla maggioranza dei toscani che, attraverso i comitati, hanno unito le istanze degli utenti a quelle degli operatori, in difesa della sanità pubblica.
La delegazione del Comitato Promotore è formalmente convocata il 23 dicembre alle ore 11 nella sede del consiglio regionale a Firenze.
#BuongiornoLivorno