L’assessorato urbanistica e lavori pubblici ha presentato alla stampa il bilancio di fine anno: un lungo elenco di cose fatte e risultati raggiunti.
Si tratta di un quadro estremamente variegato, composto da elementi molto diversi tra loro – sia sul piano del percorso amministrativo sia per tipologia – per i quali risulta difficile individuare un filo conduttore ma sui cui è necessario proporre una riflessione ai cittadini, visto che si tratta di decisioni che, nel corso del tempo, incideranno sulla città.
Tra i punti chiave in campo strettamente urbanistico troviamo il piano del porto e quello strutturale, l’ospedale e piazza del Luogo Pio, il verde e le colline; al settore lavori pubblici fanno invece capo temi altrettanto strategici, quali: il Cisternino di città, la delocalizzazione del mercato ortofrutticolo (connessa all’attuazione della “Variante Abitare Sociale Garibaldi”, entrambe in corso di ridefinizione), i tre progetti del Piuss e, infine, il progetto presentato per il bando aree degradate riguardante l’accoglienza per senzatetto e il centro di aiuto per i migranti nell’area della stazione centrale. A questi si affiancano interventi relativi a varianti, progetti avviati, lavori di manutenzione straordinaria, illuminazione pubblica e altro ancora. Scorrendo l’elenco non si può non pensare a quel teatro degli orrori rappresentato dall’urbanistica e dalla gestione del piano urbanistico attuata dalla precedente amministrazione Pd, che ha lasciato lo sviluppo della città pubblica completamente fuori controllo, creando diseguaglianze e disequilibri sociali ed economici.
Tra gli strumenti e i progetti presentati dall’assessorato alcuni non hanno ancora avuto alcun coinvolgimento a livello consiliare, e restano per ora valide le posizioni già espresse da Buongiorno Livorno. Sul Luogo Pio, ovviamente, permane la contrarietà a qualsiasi nuova volumetria; quanto al presidio ospedaliero occorre definire una proposta concreta per il “nuovo” ospedale in viale Alfieri, che tenga conto della forte e ampia contrarietà dei cittadini nei confronti del progetto, del processo di mobilitazione dal basso teso a scongiurarlo e della necessità di difendere la sanità pubblica, fronti su cui il nostro movimento è costantemente impegnato.
Sul Piano del porto, e del relativo protocollo integrativo al Piano Strutturale, siamo tuttora molto critici: tutta la partita del waterfront porto-città andrà giocata invertendo la deriva immobiliare speculativa su aree e specchi d’acqua demaniali portuali storici che dovranno rimanere nella disponibilità pubblica, senza ulteriori privatizzazioni. Ecco che il protocollo integrativo diventa molto importante, in quanto costituisce un momento di
riappropriazione, condivisione e partecipazione delle tematiche porto-città, definendo gli usi pubblici di spazi e di edifici che insistono su aree demaniali.
Passiamo all’annunciata fine dei lavori del Piuss, “Livorno città delle opportunità”; si tratta, ricordiamo, di progetti realizzati impiegando solo ed esclusivamente soldi pubblici, e per questo motivo riteniamo che l’entrata in funzione dei nuovi complessi di edifici e la loro gestione debbano riflettere la natura pubblica dell’investimento e offrire concrete opportunità per la collettività. Il Museo della Città, a nostro avviso, ha tutte le carte in regola per riuscire a coinvolgere nella gestione degli spazi culturali presenti le migliori, e non poche, risorse ed energie umane presenti a Livorno.
Sul Piano Strutturale 2.0 l’assessorato conferma di aver ricevuto una bozza da parte del progettista; il 2016 viene dunque presentato, con il supporto della società Caire, come l’anno della partecipazione attiva, ed è forse questo il dato più significativo. La partecipazione alle scelte di piano da un lato, e il riallineamento al nuovo quadro legislativo regionale dall’altro, dovranno avere sia un ruolo di “normalizzazione” della situazione urbanistica livornese – a partire dal quadro delle conoscenze e dallo stato di attuazione del pregresso – sia assumere come elementi chiave la spinta innovativa nei temi, la programmazione – quale elemento di rottura e sfida alla complessità degli scenari – e la sostenibilità ambientale ed economica delle scelte.
L’assessorato ha poi presentato il progetto Esselunga che, al momento attuale, ha avuto soltanto passaggi tra enti e Giunta. Buongiorno Livorno, vista la sua entità, l’impatto commerciale (ben 4000mq), il traffico veicolare connesso e il conseguente inquinamento e la procedura in variante al piano e al regolamento urbanistici ha avviato un lavoro specifico, conoscitivo e critico, sia nel direttivo sia nei gruppi di lavoro.
Partecipazione e integrazione nella programmazione dovrebbero essere i criteri cardine delle opere pubbliche, criteri che l’amministrazione precedente non ha considerato prioritari preferendo l’espansione edilizia residenziale e gli interventi speculativi – come quelli delle porte, a terra e a mare – , lasciando al degrado gli spazi della città esistente, limitandosi a interventi di emergenza e privando così i quartieri di importanti investimenti sulle attrezzature collettive. L’elenco presentato dall’assessorato risente ancora, a nostro avviso, di tale impostazione che, insieme alla chiusura e all’alienazione del patrimonio pubblico, costituisce un forte elemento di criticità. Tutto ciò andrà affrontato in modo unitario e in un’ottica integrata di recupero sociale, culturale e ambientale dei quartieri.
Dalle nostre considerazioni emerge chiara e netta la necessità che urbanistica e lavori pubblici, oltre a essere più strettamente connessi, siano fortemente ancorati alle priorità della città e si differenzino profondamente da un passato fallimentare che ha mostrato il peggio e in cui la gestione urbanistica era costantemente impegnata a difendere interessi di parte, mostrandosi incapace di compiere scelte indipendenti e mature rispetto alla società livornese, che oggi ne ha tutto il diritto.
Per noi di Buongiorno Livorno il ruolo del Comune nelle scelte urbanistiche è fondamentale: esso può e deve essere riaffermato con scelte di trasformazione della città e del territorio, che blocchino qualsiasi scelta speculativa e aprano ai contributi della collettività su piani, progetti e accordi. É necessario che l’urbanistica sia informata a criteri di equità e sostenibilità; in una parola che sia davvero al servizio delle persone (cui qualsiasi elenco di cose fatte dovrebbe rapportarsi), superando l’arroccamento burocratico dell’apparato amministrativo.
Tavolo Urbanistica di #BuongiornoLivorno