Verso il monopolio della cultura


Il 26 gennaio 2015 è stato pubblicato dall’Amministrazione Comunale il capitolato d’appalto per l’affidamento della gestione dei servizi bibliotecari, documentari, museali, espositivi e culturali della nostra città. Il vecchio bando, scaduto a dicembre, comprendeva la sola gestione del sistema bibliotecario e del Museo G. Fattori, di durata biennale (2014-2015), e destinava un importo di circa 1,5 milioni di euro (CIG 5334814BC5).
Già dal titolo del documento non c’è che da rimanere perplessi sia per la decisione di riunire in un’unica gestione tutti i comparti culturali cittadini sia, scorrendo poi il capitolato, per la decisione di stanziare un costo di circa 2,5 milioni di euro per tre anni, circa 830 mila euro l’anno, solamente 100 mila euro in più rispetto al vecchio appalto per un servizio quasi triplicato. Sia chiaro che il bando in questione è a ribasso, per cui chi presenterà domanda, se davvero vuole vincere l’appalto, non sarà certo portato a chiedere tutta la cifra stanziata dal Comune, inoltre nel documento è specificato che tra l’appaltante e l’appaltatore si stipulerà un contratto a corpo, vale a dire che se il fornitore sarà capace di completare il lavoro con meno del budget previsto, il denaro risparmiato farà parte del profitto ottenuto.
Chi subirà le conseguenze di questa economia di scala?
La risposta, seppur banale, viene da sé: il personale dipendente che probabilmente si vedrà stipulare dei contratti di tipo commercio pur essendo professionisti del settore; ma non solo, andiamo per gradi.
La paura principale che si sviluppa ad ogni cambio di gestione basata su un capitolato d’appalto si incarna soprattutto nella perdita del lavoro di chi, negli anni precedenti, ha lavorato presso la struttura pubblica. Nel nostro caso questa paura ha dato vita ad interventi preventivi da parte delle associazioni sindacali, che hanno richiesto una clausola sociale all’interno del capitolato. Fortunatamente questa clausola è stata inserita nel bando (art. 13.1), per cui chi vincerà la gara dovrà assumere i 34 dipendenti che già lavorano per la cooperativa attualmente a capo dei servizi. Si richiede però che nell’offerta siano specificati i curricula, le mansioni ed i ruoli dei dipendenti impiegati. Questi dati, seppur interpellati da ditte interessate alla gara tramite il sistema START, sono riassunti in un organigramma che non indica rispettivamente nessun ruolo e nessuna mansione.
Discutibili sono anche i requisiti di preparazione tecnica del personale (art. 11):
– Per i servizi museali, si richiede anche soltanto una laurea triennale in materie umanistiche pur essendo mansioni con alte competenze specialistiche (visite guidate in lingua straniera e didattica).
– Per il settore bibliotecario i requisiti richiesti per reference e catalogazione sono anche solo un diploma di scuola media superiore ed esperienza di soli due anni e “opportunamente considerate” – ma non necessarie – le attestazioni di servizio, esami universitari specifici, corsi di formazione e valutate – ma non comprovate – preparazioni culturali in ambiti specifici.
– Per i servizi presso la Casa della Cultura, Sala degli Archi e strutture del Settore Cultura, Tempo libero e Giovani, (art. 2.C.1-2), quali “organizzazione di attività culturali, musicali, teatrali, espositive, predisposizione di percorsi didattici e servizi educativi, valorizzazione del patrimonio culturale”, è richiesto sì una laurea specialistica ma anche semplicemente un diploma di Scuola Secondaria di Secondo Grado con esperienza di soli due anni specificando solo che il personale dovrà avere una preparazione adeguata – non comprovata – in ambiti specifici.
Inoltre nel documento non è specificato il numero degli operatori richiesti né l’orario certo di apertura delle strutture, definito “ipotizzabile” e “presunto” aggiungendo comunque una dubbia dicitura che recita così: “l’Amministrazione si riserva di affidare con apposito successivo atto le operazioni di avvio propedeutiche all’apertura”.
A luglio 2015 è stato redatto un progetto di gestione del comparto culturale dove venivano specificati tutti i termini necessari alla creazione di un capitolato d’appalto molto preciso, con la specifica di orari, numero di operatori e organizzazione di tutte le strutture in questione. Il rapporto è stato poi rinviato agli uffici due mesi dopo, il 1 settembre 2015 e dopo quattro mesi è stato pubblicato il bando, ci poniamo il dubbio di come sarà possibile per l’Amministrazione valutare tutte le offerte nel giro di un solo mese dato che il termine di chiusura è fissato al 3 marzo e l’avvio dei servizi stimato per il 1 aprile.
L’unico termine chiaro in questa esposizione di mansioni elencate senza logica è l’incertezza.
Certo invece è l’indirizzo che l’Amministrazione vuole perseguire: l’unione in un’unica gestione esterna di tutto il sistema culturale bibliotecario e museale (Biblioteca Labronica ”F. D. Guerrazzi”; Biblioteca dei Ragazzi; Magazzino librario; Emeroteca; Biblioteca Stenone; Biblioteca di Villa Maria; Biblioteca dei Bottini dell’Olio; Polo espositivo Villa Mimbelli Museo G. Fattori e Granai; Biblioteca del Museo Civico G. Fattori; Polo espositivo dei Bottini dell’Olio; Museo della Città; Casa della Cultura; Sala degli Archi della Fortezza Nuova; strutture culturali afferenti il Settore Cultura, Tempo Libero e Giovani)
Certo è che a rimetterci non saranno solo i professionisti ma anche i cittadini stessi a cui viene tolta la completa gestione diretta non solo per lo sviluppo di questo monopolio culturale privato che sicuramente non lascia spazio alla creazione di quella vivacità intellettuale di cui la nostra città ha davvero bisogno e che vive soltanto grazie ad associazioni indipendenti e di volontariato, ma anche per un’altra questione specificata nella gara d’appalto: la nomina da parte della ditta aggiudicataria di due collaboratori interni (che lavorano tuttora) per i servizi bibliotecari e museali e di un collaboratore esterno che gestirà in modo indipendente la Casa della Cultura detta anche Urban Center, una persona senza specifiche qualifiche se non una esperienza di tre anni nella gestione di attività culturali.
A questa struttura – che doveva essere inaugurata a dicembre 2015 ma che ancora non ha aperto le porte alla cittadinanza – per definizione, è assegnata la “missione del coinvolgimento critico delle comunità civiche nelle politiche di trasformazione e del territorio”; un luogo centralizzato aperto alla informazione, discussione dei progetti di trasformazione urbana, arena di dibattito di professionisti di diversi settori e comitati cittadini, forze sociali quindi con l’intento di contribuire attivamente a tracciare il futuro della nostra città.
Il coordinatore di questa compagine avrà un ruolo decisamente importante nell’organizzazione delle rappresentanze cittadine per la costruzione del nostro futuro.
Quale sarà quindi la partecipazione dell’Amministrazione Comunale?

Michela Molitierno – Gruppo cultura BuongiornoLivorno