La forza e la capacità di penetrazione culturale e sociale costruita dal potere economico e finanziario, oltre a plasmare l’immaginario collettivo, governa le principali scelte di politica economica, sociale, industriale ed energetica del nostro paese. Da questa constatazione prendiamo le mosse per fare un’analisi sincera e costruire percorsi più solidi e meno retorici. Che l’arroganza del governo, il suo analfabetismo costituzionale, lo scandalo Guidi non abbiano contribuito in modo determinante a portare gli italiani al voto dà la misura del quadro complessivo. Su questo referendum abbiamo assistito alla continua diffusione di menzogne e certificato così le connivenze sempre in atto tra affari, politica e devastazioni ambientali e sociali, a totale discapito dell’interesse generale e del bene comune. Abbiamo avuto la conferma delle prassi e della concezione di governabilità, partecipazione e cittadinanza che questo governo ha e difende. Siamo, del resto, di fronte a evoluzioni di partiti e movimenti accomunati da una logica della partecipazione per via gerarchica, vuoi per una circolazione delle informazioni e per un modo di relazionarsi deciso e voluto dall’alto vuoi perché il mutevole popolo delle primarie (in sostituzione degli iscritti) è alimentato dal mito dell’uomo nuovo e dalla rete di poteri locali che organizzano il consenso. Essere riusciti a spacciare la preistoria come novità, arrivando persino a fingere di preoccuparsi del lavoro mentre si legifera per degradarlo e retrocederlo a variabile dipendente dagli umori del mercato, dimostra quanto la costruzione dell’immaginario venga demandata a media e multinazionali. A questo quadro, apparentemente immutabile e senza alternative, si risponde nello stesso schema e continuando a coltivare gli stessi percorsi con le stesse analisi. Noi, però, abbiamo a disposizione nuovi punti di vista e nuove pratiche da sostenere per trasformare la sofferenza e le ingiustizie, ambientali e sociali, in partecipazione e in azione collettiva, per scuotere le coscienze e innescare percorsi di cambiamento.
Anche stavolta, come per i precedenti referendum abrogativi, pur davanti al non superamento del quorum, saranno ancora i soggetti reali, i rapporti di forza e le condizioni culturali a dare seguito e sostanza alla voglia di impegnarsi e combattere che caratterizza i sostenitori del referendum.
La battaglia fra chi vuole mantenere inalterati gli assetti esistenti di potere – riproponendo le stesse ricette per i soliti interessi, magari con il mito dello sviluppo sostenibile – e chi vuole e crede possibile un diverso modello di sviluppo e di società è in pieno svolgimento. E #BuongiornoLivorno continuerà a fare tutta la propria parte per favorire una consapevolezza e una diffusione dei saperi, un’organizzazione sociale e un lavoro culturale che rendano il cambiamento socialmente desiderabile e praticabile.
#BuongiornoLivorno