Abbiamo letto con interesse la relazione frutto del lavoro della Commissione Speciale d’Indagine su AAMPS S.p.A. istituita nell’aprile del 2015 e presieduta dal nostro ex capogruppo Andrea Raspanti.
Ci siamo rammaricati, in passato, del fatto che tale impegno istituzionale avesse sottratto Raspanti per molti mesi al lavoro di elaborazione politica di #BuongiornoLivorno, scollegandolo dalla rete partecipativa e di confronto interno, ma adesso capiamo meglio la sua scelta, preso atto dei contenuti e dell’impostazione della relazione. La relazione svela quello che timidamente era emerso nel confronto interno e che ha portato all’uscita di Raspanti, seguito a ruota da Giovanna Cepparello: una visione politica che, almeno su questi temi, con #BuongiornoLivorno niente ha a che spartire.
Il fulcro del Raspanti-pensiero lo troviamo a p. 94: “possiamo concludere che i problemi finanziari di AAMPS non sono problemi di tipo strutturale, ma originano da un periodo particolare in cui si realizzò un grave ammanco di entrate relative alle fatture TIA emesse tra il 2006 e il 2012, ammanco che, in assenza di un pronta reazione di contenimento delle uscite e di una reazione industriale adeguata, si tradusse in un forte indebitamento commerciale”.
Per noi la lettura fornita è parziale e sbilanciata sempre verso un soccorso alle amministrazioni targate PD: i problemi erano e sono di tipo strutturale, proprio per l’inettitudine delle amministrazioni precedenti, che non sono state in grado di amministrare la società in house in modo produttivo, efficiente e virtuoso, provocando una buca di decine di milioni di euro che adesso, ancora una volta, la città dovrà scontare.
Certamente anche l’Amministrazione attuale ha grosse responsabilità, ma per forza di cose in misura minore: il tempo è relativo sì, ma non fino al punto di parificare responsabilità decennali con quelle di un biennio.
L’incapacità di mettere in piedi un sistema di riscossione della TIA, la mancanza di volontà di riscuotere nei tempi previsti i crediti che sono divenuti poi inesigibili e transazioni misteriose, non sono che il frutto di un sistema marcio da decenni.
La relazione infatti parte dal 2012, ma sarebbe stato interessante capire e spiegare alla città come si arrivò alla situazione di quell’anno, che portò a incaricare in emergenza assoluta Rosi.
Conferma ulteriormente la distanza dalla posizione di #BuongiornoLivorno quanto affermato a pag. 96: “Una seria preoccupazione sul futuro industriale dell’azienda avrebbe dovuto indurre quanto meno l’Amministrazione precedente — coerentemente con la linea seguita e al netto della questione tutt’altro che trascurabile degli impatti socio-ambientali della scelta — a concretizzare il progetto della Terza Linea, che oltre a garantire maggiore capacità industriale ad AAMPS avrebbe evitato la svalutazione delle immobilizzazioni relative al progetto per circa 3 milioni di euro finite nelle perdite del già complicato esercizio 2014”.
#BuongiornoLivorno la terza linea non la vuole e non l’ha mai voluta.
Raspanti sembra poi seguire la scia di coloro che in questi mesi hanno fatto pressioni per conoscere conseguenze finanziare, costi, riflessi sulla tariffa in caso di mancato conferimenti di AAMPS in Reti Ambiente.
Non capiamo perché non si siano spesi altrettanto per chiedere quale fosse il piano industriale di Reti Ambiente e quali le conseguenze sui cittadini livornesi.
#BuongiornoLivorno a tal proposito conferma di non volere il privato nella gestione dei servizi pubblici.
La città forse sarà costretta ad accettare un inceneritore che lavori per altri 5 anni, come previsto dal piano industriale di AAMPS, ricordando che questo è necessario per garantire un ripianamento finanziario dovuto ai danni causati dalle amministrazioni precedenti. Ai 5 Stelle e in particolare al Sindaco chiediamo di garantire un percorso (da delineare subito) che porti alla riduzione graduale dei rifiuti da bruciare, fino alla chiusura dell’impianto.
Crediamo, ad una prima lettura, che uno dei punti deboli del piano industriale presentato sia la mancanza di un’impiantistica adeguata alla lavorazione del rifiuto differenziato e la mancata indicazione di metodi e strumenti per garantire la riscossione della tariffa.
Chiediamo inoltre una presa di posizione chiara sul conferimento di AAMPS in Reti Ambiente e non ci bastano le chiacchiere: vogliamo che il dibattito si apra in Consiglio Comunale e che lì si decida quale strada Livorno vuole intraprendere una volta per tutte.
#BuongiornoLivorno ha le idee chiare su questo: Livorno deve mantenere l’affidamento diretto alla propria società pubblica garantendo rigorosamente il rispetto dei requisiti formali imposti dall’ordinamento europeo per l’in-house providing, ma anche, e soprattutto, verificando che AAMPS raggiunga il livello medio di efficienza riscontrabile nel settore (il cosiddetto benchmarking di efficienza).
Per BL la presenza della società pubblica in questo e negli altri settori deve collimare con l’esigenza per il Comune di tutelare interessi generali di rango superiore (l’integrità dell’ambiente e la salute pubblica, ma anche la sostenibilità ambientale delle attività economiche nel lungo termine e l’equità intergenerazionale nello sfruttamento delle risorse naturali).
Il controllo analogo esercitato su AAMPS consente, tra l’altro, al Comune di imporre all’impresa la rinuncia alla remunerazione del capitale investito, con conseguente positivo impatto sui costi del servizio, potendo così garantire una tariffa più bassa a cittadini e imprese.
Infine, l’affidamento diretto del servizio ad una società in-house a nostro parere consente al Comune di meglio conformare l’attività economica della società che gestisce il servizio all’interesse pubblico tramite l’esercizio di un potere di amministrazione più incisivo di quanto non avverrebbe nei confronti di un soggetto a capitale misto pubblico-privato e con dimensione sovraterritoriale.
Certo, occorrono amministratori competenti e con le idee chiare: se si sceglie di svolgere una funzione pubblica non si può sempre guardare all’imprenditoria privata come soluzione a tutti i mali. I politici e gli amministratori pubblici devono diventare gli specialisti nel settore dei servizi pubblici e assumersi la responsabilità di garantire ai cittadini le migliori soluzioni tecniche ed organizzative e ai costi minori, con lo sguardo sempre puntato su salute e futuro delle risorse.
In tal senso #BuongiornoLivorno crede sia indispensabile costruire un diverso approccio al “rifiuto” per poter ipotizzare l’innovazione nella gestione e allo stesso tempo decretare l’importanza di una medesima innovazione sul lato della produzione, ricollegando lo scarto a nuove disponibilità di materie prime, seconde, metalli e terre rare.
Vorremmo un distretto economico green per Livorno.
Vorremmo collegare a questa ipotesi di “Distretto del Rifiuto” start up e realtà di ricerca e sviluppo delle quali non possiamo fare a meno per avere sempre un orientamento di lungo periodo e fare scelte politiche di emancipazione e di specializzazione del lavoro.
Le direzioni in cui un distretto può muoversi sono verticali o convergenti, laterali e diagonali e qui gli attori principali sono le aziende artigianali, piccole e medie industrie, le cui capacità di adattamento sono notevoli. Questo potrebbe avvenire se aiutate sul fronte del credito all’interno di un patto che si chiuda sul territorio per il territorio, sfruttando in tal senso anche l’accordo di programma.
Il Direttivo di #BuongiornoLivorno