Cultura a Livorno: predicare bene e razzolare male.


Questa mattina si è svolta una seduta della VII commissione consiliare che, per chi non lo sapesse, si occupa di cultura, turismo e sport. In audizione c’erano i due nuovi assessori Belais e Morini che, dall’insediamento, non avevano ancora avuto modo di confrontarsi in modo specifico con i membri della commissione stessa. In fin dei conti le conferenze stampa servono ai giornalisti per fare domande mentre le commissioni servono ai consiglieri eletti per aprire discussioni politiche sui temi. In apparenza, quindi, niente di strano. Quella di stamani poteva essere l’occasione giusta per incalzare, anche criticamente, l’operato dell’amministrazione in merito a questioni fondamentali per il territorio.
Tutti, inoltre, si riempiono spesso la bocca con la valorizzazione di cultura e turismo. Ogni forza politica, mediamente, identifica questi due ambiti come strategici per il futuro della città. Quindi, in apparenza, quella di stamani, considerato il ritardo della giunta rispetto ad alcune scadenze (Museo della città e Casa della Cultura su tutti), poteva essere un’ottima occasione per avviare una discussione specifica prima dell’interruzione di agosto.
Capita però che la commissione cultura di questa mattina sia stata disertata dalle altre opposizioni, in particolare da Forza Italia, PD, Livorno Libera e gruppo misto (Valiani, Cepparello, Raspanti) con motivazioni del tutto strumentali (“convocazione irrituale”) e in buona parte preoccupanti (“ci sono cose più importanti di cui parlare e soldi da spendere in modo migliore”). Quindi, in buona sintesi, parlare di cultura una volta ogni quattro mesi (questa è la media di convocazione di una commissione cultura) per questi colleghi consiglieri è cosa inutile, irrituale ed economicamente dannosa. Niente male per chi, poi, in ogni sede, parla di cultura e turismo come strumenti strategici importanti per la crescita del territorio. Come si suol dire: predicare bene e razzolare male. Se poi questa scelta deve essere percepita come un gesto politico di opposizione siamo messi ancora peggio. La cultura non è un optional, almeno per noi. Stamani siamo rimasti al nostro posto in consiglio a discutere, criticare e proporre le nostre visioni in merito ad un comparto che realmente deve diventare leva economica per Livorno e che fino a questo momento l’amministrazione ha gestito in modo insufficiente. Abbiamo messo sul tavolo della discussione punti importanti (comitato scientifico di esperti per l’intero sistema museale, collezione Fattori, gare remiere ed impianti sportivi, revisione della consulta dello sport, solo per citarne alcuni), portando critiche costruttive e proposte operative come un’opposizione onesta e matura dovrebbe fare. Abbiamo più volte manifestato insofferenza nei confronti dell’attuale amministrazione per la mancanza di condivisione e dialogo rispetto a certi argomenti e l’ultima cosa che riteniamo giusto fare è sottrarsi ai pochi momenti che ci vengono concessi. Prima viene la città, poi le strumentalizzazioni politiche. Questo per noi vuol dire fare opposizione. Evidentemente gli altri la pensano diversamente o, non avendo niente da dire, hanno scelto la via della polemica fine a se stessa. L’importante, tanto, è riempirsi la bocca, magari in un bel tavolo apparecchiato alla Festa dell’Unità.

Marco Bruciati
Essere consigliere comunale