Se 840 giorni vi sembrano pochi. La giunta Nogarin a metà mandato


A settembre riaprono le scuole e, si sa, spesso si usa il calendario scolastico come parametro per molte altre attività: pensiamo ai campionati sportivi, alle programmazioni di teatri e cinema e a tanto altro. A Livorno, poi, è prassi consolidata prendersi una bella pausa estiva, che non raramente coincide con l’intera stagione balneare.
Riapre i battenti anche la stagione politica, malgrado qualche temporale estivo caratterizzato da polemiche (molte) e da azioni concrete (poche). Siamo giunti al terzo anno di mandato della Giunta Nogarin, vale a dire a circa metà dell’intero percorso, ammesso che non ci siano altre defezioni e scosse in grado di interromperlo anticipatamente. La maggioranza si regge ormai su un solo voto, dopo le quattro uscite dal gruppo consiliare avvenute in poco più di un anno, ed eventuali sorprese sono dietro l’angolo.

Sono passati circa 840 giorni da quando si è insediata l’amministrazione guidata da Nogarin.
Pochi, per cambiare il volto di una città ridotta in macerie (non solo metaforiche) dai suoi predecessori, ma sufficienti per dimostrare capacità e competenze in grado di invertire le tendenze verso il basso tipiche dei piani inclinati. Quello che invochiamo non è il miracolo – tale sarebbe il fenomeno per cui tutti i problemi di Livorno si potessero risolvere in così poco tempo – bensì un deciso cambio di passo, che dimostri come la politica grillina non si esaurisca nelle manifestazioni di piazza e nell’opposizione.

L’elenco delle cose non fatte o rimandate è lungo, perciò ci limitiamo a elencarne alcuni punti, per noi irrinunciabili: ospedale (nuovo o da riqualificare), emergenza abitativa e piano casa, accoglienza diffusa dei profughi, ben diversa da quella attuale, bonifiche e contrasto delle nocività ambientali, piano del traffico, piano regolatore, nuova presidenza ASA, risistemazione e futuro delle ex sedi circoscrizionali, Urban Center e Casa della Cultura, revisione degli istituti partecipativi e referendari, bilancio partecipato, regolamento dell’amministrazione condivisa. Da questo elenco, redatto in ordine sparso e non esaustivo, abbiamo eliminato argomenti sovra-locali, in cui giocano un ruolo importante gli ostruzionismi e i boicottaggi del partito antagonista, il PD. Si tratta di temi in stretto contatto con la città, dove la volontà del governo locale sarebbe sufficiente per operare azioni politiche e dare segnali concreti.

Nogarin invece sembra non cogliere la gravità della situazione, e il tempo perso e le sue recenti dichiarazioni lo confermano. Come può il Sindaco, in data 23 settembre 2016 – quindi, ripetiamo, a circa 840 giorni dalla sua entrata in carica – dichiarare: “…nelle prossime settimane porremo le basi per un piano casa organico di lungo periodo”? Dato che l’emergenza abitativa non scoppia certo con la giunta Nogarin, poiché esisteva anche prima, sarebbe stato semplicemente logico inserirla fra le priorità dei primi 100 giorni di governo!

Non possiamo aspettare ancora né, tanto meno, rimandare: si dimostri, nei fatti, la volontà di archiviare ogni falsa partenza e di agire in base ai proclami sostenuti in campagna elettorale. Le stelle che simboleggiano il movimento di Grillo, almeno nella nostra città, si sono scucite. A Livorno, sfruttando una pessima legge elettorale, Nogarin ha avuto la possibilità di partire con una maggioranza schiacciante. I pezzi persi per strada e i numerosi cambiamenti nella composizione della Giunta non possono essere usati come alibi: sono, piuttosto, i sintomi dello stato di salute di un soggetto politico che paga vizi e contraddizioni costitutive.
Il futuro di Livorno non passa da Palermo, Torino o Roma: per governare una città (e un paese) serve molto di più che avvitarsi su sé stessi e invocare guru salvifici.

Direttivo #BuongiornoLivorno