Leggiamo con grande preoccupazione le notizie pubblicate in questi giorni sulla scomparsa di otto opere custodite al Museo Fattori. Da lungo tempo Buongiorno Livorno denuncia la precarietà con cui sono gestite le istituzioni culturali livornesi. In particolare, negli ultimi mesi, abbiamo focalizzato l’attenzione sul sistema museale livornese, con interventi dentro e fuori il consiglio.
Lo abbiamo fatto nel mese di giugno, con un sopralluogo teso a verificare l’effettiva presenza di un fondo privato all’interno del Museo Fattori (il fondo Pepi, custodito nei depositi di Villa Mimbelli da maggio). Dal nostro sopralluogo è nata un’interpellanza sulle modalità di utilizzo e integrazione del patrimonio pubblico su cui si basa l’identità del Museo.
Lo abbiamo fatto nuovamente il 19 ottobre, nell’incontro sul Museo della Città tenuto in una libreria Erasmo piena come un uovo (segno inequivocabile del grande interesse sul tema), ribadendo che uno dei problemi principali del sistema museale di Livorno è l’assenza di uno storico dell’arte nel suo organigramma.
Nel corso del tempo questo inaudito vuoto di competenze è stato colmato in vari modi, principalmente chiamando artisti e storici dell’arte livornesi a collaborare, cosa che è avvenuta generosamente ma con alterni risultati. Nei decenni centrali del secolo scorso sono state queste figure a formare un comitato scientifico e ad aiutare i funzionari del Comune a gestire le collezioni, ordinarne l’allestimento e scegliere le nuove opere da acquisire. Tale comitato scientifico, però, non è più stato nominato, così che le decisioni relative alla vita del museo sono state assunte nel migliore dei casi dagli uffici comunali e dagli assessori alla cultura che si sono succeduti (con alterne fortune), nel peggiore da operatori semi-improvvisati che hanno influito su decisioni e competenze.
Ciò che è accaduto recentemente al Museo Fattori è il risultato della gestione approssimativa e confusa del nostro sistema museale che dovrebbe, invece, diventare fiore all’occhiello dello sviluppo culturale, economico e sociale della nostra città. Oggi più che mai il museo civico livornese deve dotarsi non solo di un comitato scientifico ma anche di uno storico dell’arte, che svolga le funzioni di curatore delle collezioni e sappia portare avanti un progetto di tutela con tutti i crismi, in grado di garantire al meglio il futuro delle opere.
Buongiorno Livorno – Gruppo Cultura