Ridare centralità politica e sociale allo Sport


Sport e Politica sono due aspetti indivisibili della Società: chi si impegna in queste attività dal basso lo sa da lungo tempo. Troppe sono state in passato le critiche strumentali ad un certo modo di vivere in simbiosi le due attività, a dispetto dei risultati che invece otteneva. Considerare lo Sport come una Politica Sociale, Sanitaria e Culturale pare invece stia tornando in considerazione nella vita pubblica livornese. Oggi infatti, con la situazione politica cittadina frammentata ed in competizione, lo Sport sta tornando ad essere considerato un terreno di discussione e non più un sistema adattato a quello cittadino più generale. Quello che intanto si limita ad essere un ragionamento, auspichiamo diventi un preludio all’azione perché proprio per l’importanza che riveste lo Sport a Livorno è necessario essere tempestivi ed efficienti.

La situazione di molti impianti, infatti, sia a livello prettamente strutturale che amministrativo e con molti dei bandi per l’assegnazione della gestione scaduti da anni, è in crisi. La politica deve necessariamente farsene carico, anche con il ‘rischio’ di mettere in discussione alcuni rapporti consolidati da anni.

C’è poi da lavorare sulla questione Palio Marinaro e gare remiere più in generale, sulla possibilità di rendere accessibili gli impianti a tutti, sul far ripartire l’attività sportiva scolastica in maniera seria e continuata per dare così a molti ragazzi un’alternativa alla strada!

Ma per arrivare a questo, dobbiamo in primis arginare una crisi dirigenziale generalizzata e offrire la possibilità a tutti di dare un contributo. La Consulta dello Sport Cittadina è la strada giusta, ma deve essere viva, attiva e soprattutto partecipata.

In questo spirito, siamo intervenuti al dibattito organizzato dall’Istoreco nei giorni scorsi (21 e 22 novembre): Sport e Politica. Fra dimensione nazionale e rilevanza locale.

Nell’incontro che si è svolto come seconda giornata del convegno su Politica e Sport, i relatori hanno inizialmente fatto un’ottima introduzione su come i partiti nel secondo dopo guerra si sono legati alla pratica dello sport, facendo affiorare come i vari enti promozionali (UISP, ACSI.LIBERTAS, CSI) fossero nati proprio per l’esigenza dei vari partiti di egemonizzare le simpatie giovanili di chi praticava lo sport.

Nella seconda parte invece, dopo un breve filmato che riportava all’importanza della pratica dello sport a Livorno mostrando i vari atleti livornesi plurimedagliati, siamo passati al dibattito, moderato dal giornalista Luca Salvetti, sull’importanza di fare sport per i giovani e l’importanza di una realtà come quella della palestra gestita da Riccardo Niccolini, il quale, nel suo intervento, ha evidenziato come la sua palestra accolga tutti quanti e non faccia soltanto dell’agonismo, mettendo al centro lo Sport come fonte di aggregazione e come veicolo sociale.

Proprio grazie a questo spunto, abbiamo ritenuto necessario intervenire per far presente che l’agire sociale per l’aggregazione, da parte di un singolo, diventa irrisorio a fronte del fatto che le istituzioni sportive, complici anche quelle amministrative, non agiscono nella direzione giusta. L’attività di Riccardo Niccolini sarà sempre rivolta ad una piccolissima utenza, finché le Federazioni permetteranno che le società sportive lucrino sulle spalle dei bambini senza minimamente interessarsi al loro aspetto psicofisico, facendo sì che inizino la loro esperienza sportiva già alla tenera età dei 5 anni, e indirizzandoli alla disciplina scelta o per meglio dire imposta talvolta dai genitori e/o dalla società civile.

Rivolgendoci ai vari organi federali e alle istituzioni scolastiche presenti, abbiamo chiesto che intervengano in modo perentorio, perché si istituisca un percorso formativo sportivo che preveda, per la fascia di età che va dai 6 ai 10 anni, soltanto la propedeutica allo sport esercitata da persone qualificate, che si prestano a dare la miglior formazione sportiva (fisica e psicologica) senza far prevalere una disciplina a discapito dell’altra, ma riuscendo ad arrivare alla fine del percorso formativo riconoscendo le attitudini dell’individuo così da poter indirizzare il bambino alla disciplina a lui più congeniale.

Inoltre abbiamo evidenziato quanto sia importante l’agire delle istituzioni amministrative locali, affinché nei bandi per l’assegnazione degli impianti sportivi si dia risalto all’accessibilità degli impianti stessi, riservando alla collettività del quartiere spazi condivisi, gestiti da persone qualificate e usufruendo dei lavori socialmente utili. Questo permetterebbe anche alle famiglie che hanno difficoltà oggettive di poter far svolgere ai propri figli attività sportive facilitando l’inclusione e l’integrazione.

Alla fine del nostro intervento abbiamo ricevuto la conferma di tale necessità sia da parte dell’istituzioni scolastiche che dallo stesso responsabile della scuola calcio Livorno Calcio.

Purtroppo il silenzio assoluto dagli organi federali e la totale assenza dell’istituzione locale ci fa prevedere un percorso ostico.

 

Tavolo Sport #BuongiornoLivorno