Viviamo tempi d’incertezza. La messa in discussione della realtà sociale si è fatta incalzante in ogni parte del Cile. È un momento in cui la popolazione mette sotto processo, e giudica, la politica tradizionale e un ampio spettro di istituzioni, di ogni ordine e di ogni genere.
Vasti settori sociali fanno sempre più resistenza al progetto di società dominante dimostrandone, in innumerevoli occasioni, l’incapacità a creare una vita piena e ricca di dignità per tutti, senza distinzioni. Non potremmo averne testimonianza migliore di quella che offre la nostra città! Le idee che informano il sistema attuale hanno sempre meno attrattiva; tuttavia, nessun settore politico-sociale di un certo peso o numericamente rilevante ha ancora espresso un progetto o un’alternativa nuovi, che permettano di superarlo e propongano un modo diverso di concepire la vita individuale e collettiva.
Qui a Valparaíso siamo protagonisti nel superamento di questo momento di crisi dei progetti sociali e politici. Per quanto riguarda la zona del Porto, abbiamo pensato in grande: vogliamo contribuire a individuare alcune risposte che diano forma a un progetto nuovo, i cui interessi coincidano con quelli della maggioranza degli uomini e delle donne che vi abitano: una vera giustizia sociale e livelli basici di dignità.
È questo pensare in grande, che nasce da un mix di creatività, indignazione, lavoro collettivo e politica – intesa come strumento di cambiamento e articolazione sociale –, a far sì che noi si sia qui, insieme, oggi.
Poiché lo storico trionfo elettorale del 23 ottobre in questo Comune dei Cittadini non è dovuto a chi vi sta leggendo questo discorso ma a tutte le volontà che per anni, ciascuna nella propria trincea, hanno lottato per una città e un Paese più giusto e che oggi sono diventate le protagoniste di questo progetto; alle 5.200 persone che, grazie alle Primarie Cittadine, uniche a livello nazionale, mi hanno affidato l’incarico di correre come indipendente nelle ultime elezioni, sostenuto da un Programma Cittadino costruito in maniera partecipativa nel corso di assemblee aperte; al Movimiento Valparaíso Ciudadano, l’alleanza politico-sociale formata da diversi movimenti politici e sociali (PH/Partido Humanista, RD/Revolución Democrática, MA/Movimiento Autonomista, NF/Nueva Fuerza, PI/Partido Igualdad, PULM/Pacto Urbano La Matriz, MDV/Movimiento de Defensa de Valparaíso) che, smarcandosi dal duopolio, ha anteposto alle differenze, che pure abbiamo, la ferma volontà di essere coalizione; alle quasi 47.000 persone che, come tante altre volte nella nostra storia, hanno reso possibile l’impossibile, dandoci l’occasione di far rivivere la nostra amata Valparaíso; agli uomini e alle donne insieme a cui, il giorno della vittoria, con il nostro corteo improvvisato – la marcia della speranza – abbiamo trasformato la Avenida Pedro Montt in un autentico centro sociale. Questo trionfo, in definitiva, appartiene a chi sogna insieme a noi che la nostra felicità non dipenda dallo spessore del nostro portafoglio, che la nostra vita non sia determinata dal punto del mondo in cui siamo nati.
Non c’è alcun dubbio che quello di oggi sia un cambiamento municipale atipico, per diverse ragioni.
È atipico per le aspettative e il grande interesse che questo nuovo inizio comporta: perché, come sono centinaia le persone presenti adesso in questa sala, così ce ne sono centinaia all’interno del palazzo e nella via che lo costeggia, e altre migliaia a livello nazionale e – perché non dirlo – anche internazionale, e tutte testimoniano di come questa città, prima in tanti campi, torni a recuperare il ruolo da protagonista che mai avrebbe dovuto perdere.
È atipico perché l’amministrazione comunale di Valparaíso, rimasta per decenni nelle mani delle parti politiche tradizionali, ha oggi un mandato popolare che la consegna a un progetto politico nuovo, ampio, cittadino e di profondo cambiamento sociale e democratico.
È atipico perché la nostra città, come forse mai prima d’ora, non può continuare ad aspettare un minuto di più. Nessuno può rimanere indifferente di fronte a questo stato di cose. L’abbandono che ha piagato Valparaíso ha raggiunto livelli critici, evidenziato da varie contraddizioni.
1. Economica: Valparaíso possiede un porto che produce milioni di dollari l’anno, eppure ci ritroviamo con alti tassi di disoccupazione, salari bassi e sempre meno opportunità per i giovani.
2. Sociale: siamo la Capitale Culturale del Cile, però abbiamo i peggiori indici di qualità della vita; in questo preciso momento tra i nostri concittadini e concittadine c’è chi non ha accesso all’acqua potabile né è allacciato a una rete idrica, chi aspetta da cinquant’anni, cinquant’anni! un pavimento e da altrettanti anni qualche gradino e una ringhiera con corrimano, elementi fondamentali di sopravvivenza nella nostra città, specialmente per le persone più anziane.
3. Culturale-Scolastica: abbiamo una delle offerte di istruzione superiore più ampia del Cile ma tra coloro che escono dalla scuola pubblica solo pochi hanno potuto contare su aule in cui studiare.
4. Sicurezza: nonostante, per affrontare le conseguenze della più terribile tragedia che la città abbia vissuto [si riferisce all’ultimo terremoto in ordine di tempo tra i molti, fortissimi, che colpiscono ciclicamente la città cilena, NdT], siano stati annunciati i più grandi investimenti di fondi pubblici nella storia di Valparaíso, vale a dire 509 milioni di dollari, continuiamo a non avere un piano integrato e coordinato che faccia fronte alle catastrofi e provveda a preparare la cittadinanza a questo genere di eventi.
5. Patrimonio: Valparaíso è stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità ma i nostri edifici sono soggetti a incendi o a degrado per via dell’implacabile passare del tempo e dell’incapacità delle autorità, e non ci rendiamo conto di quanto sia complesso e importante il carattere immateriale di questo riconoscimento.
È atipico perché il livello di sfida che le condizioni della nostra città richiedono presuppone la capacità delle forze politiche e sociali regionali e comunali di lasciarsi alle spalle tessere di partito e meschini calcoli elettorali per recuperare il senso più profondo della politica: perseguire il bene comune. Credo, umilmente ma fermamente, che sia questo il compito dell’Amministrazione Comunale, del Consiglio Comunale e del Consiglio della Società Civile.
Questo cambio della compagine comunale, inoltre, avviene in un momento molto importante per la storia della città. L’élite politica ed economica della capitale ha proposto, e cercato di iniziare, una serie di trasformazioni a livello costiero, urbanistico e abitativo che comprometterebbero l’avvenire di almeno sei generazioni di abitanti. Di fronte a tutto ciò, legittimamente, ci chiediamo: tutte le autorità e tutte le istituzioni che hanno un ruolo in queste decisioni, tanto a livello nazionale quanto locale, sono coscienti delle dimensioni di questi cambiamenti e del loro impatto sulla storia della città? A quale modello di città e di Paese si ispirano questi cambiamenti? Quali sono gli interessi al centro di questi cambiamenti? Quelli della cittadinanza? Questi cambiamenti sono stati discussi? I cittadini e le cittadine di Valparaíso, direttamente investiti da tali modifiche, sono stati coinvolti, informati, chiamati in causa?
Si tratta di grandi temi, di problemi decennali, ai quali dobbiamo rispondere con una forma nuova e diversa del fare politica, partendo dal governo locale: dall’Amministrazione Comunale Cittadina. La nostra proposta vuole sostenere un modello di città che esprima gli interessi della maggioranza degli uomini e delle donne di Valparaíso. Perché ciò avvenga è ineludibile governare con la cittadinanza. Ecco in che cosa consiste la nostra nuova politica: restituire sovranità alla comunità. Il potere del governo locale dev’essere socializzato e ciò significa, sì e senza dubbio, governare con mani pulite ma anche governare per e con la gente. Ecco la sfida di trasformazione che ci aspetta, ecco la meta che, nel processo di lavoro che oggi intraprendiamo, dobbiamo raggiungere.
Chi abita i territori sa ciò che vi manca e di cui c’è bisogno e conosce la ricchezza su cui contare: è da questo patrimonio di conoscenze che dobbiamo imparare, è da questa energia che dovremo costruire il nostro nuovo governo locale. Questa forza creatrice, inoltre, dovrà nutrirsi delle nuove forme di organizzazione che le mobilitazioni sociali degli ultimi anni hanno portato alla ribalta. Sarà la combinazione tra questi due elementi a permettere di produrre una nuova pratica politica di lungo respiro.
Non abbiamo aspettato questo giorno per mettere in pratica quest’idea. Entriamo in carica avendo già promosso innumerevoli riunioni di quartiere nelle quali, in maniera partecipativa e insieme alle comunità, abbiamo definito alcune priorità programmatiche del primo anno di governo locale, tutte presenti nel nostro programma di trasformazione. Il mio saluto e la mia gratitudine alle centinaia di abitanti che hanno partecipato a queste giornate di discussione.
Non voglio mancare l’occasione di rivolgermi ai dipendenti comunali, la cui presenza qui, oggi, è affidata ai loro dirigenti. L’Amministrazione Comunale Cittadina è anche vostra. I profondi cambiamenti che la nostra città richiede dovranno riflettersi in una nuova gestione comunale, per la quale abbiamo bisogno della vostra massima collaborazione. La vostra esperienza è una fonte cui vogliamo attingere. Dobbiamo tenere in piedi tutto ciò che funziona come si deve ma, parallelamente, dobbiamo dare una svolta di 180 gradi per migliorare le cose in cui siamo ancora carenti. Contiamo su di voi per realizzare il compito che il popolo di Valparaíso ci ha affidato.
E concludo.
Queste sono le nostre idee, le nostre intenzioni, i nostri sogni. Avevamo detto che la speranza si aggirava per le strade di Valparaíso e non ci siamo sbagliati. Le manifestazioni di appoggio, affetto e felicità sono state innumerevoli. Oggi questa speranza assume la gestione del municipio cittadino.
Il nostro orizzonte ci sosterrà per far sì che questo progetto arrivi in ogni angolo della nostra città. In ognuno dei suoi oltre quaranta rioni, nei suoi più di centoventi quartieri, da Placilla de Peñuelas a Laguna Verde, dalle pendici del monte giù giù fino al piano e da lì fino al mare. È questo il nostro obiettivo: abbiamo già un punto da cui partire, perché la nostra urgenza sarà costruire un modello di città che garantisca progresso, benessere sociale e dignità dove da anni abbandono, indolenza delle autorità di ogni genere, catastrofi e trascuratezza hanno compiuto stragi, segnando generazioni.
Il nostro messaggio e la nostra testimonianza arriveranno, ne siamo scuri, a tutto il Cile. Perché sappiamo che lungo tutto il territorio nazionale ci sono centinaia di migliaia di persone che, come tutti e tutte noi, stanno pensando al proprio comune e a una patria con dignità e giustizia, perché sappiamo che noi, uomini e donne di Valparaíso, abbiamo in ultima analisi gli stessi problemi e gli stessi sogni del resto del Paese. Per questo abbiamo una gran responsabilità: perché se riusciremo a farlo qui a Valparaíso dimostreremo che è possibile farlo nel resto del Cile.
Discorso di Jorge Sharp in occasione della cerimonia di insediamento – Valparaiso, 6 dicembre 2016
Traduzione di Fiamma Lolli per Buenos Días Leghorn – staff di traduzioni di #BuongiornoLivorno