Richiedenti asilo: serve cambiare approccio


Il gruppo Sociale di #BuongiornoLivorno e ARCI Livorno hanno promosso e organizzato il 27 gennaio scorso, presso la Libreria Belforte di Livorno, l’incontro intitolato “RIFUGIATI, QUALE MODELLO DI ACCOGLIENZA?”. L’iniziativa è stata introdotta e coordinata da Stefano Romboli, vicepresidente di BL e referente del Gruppo Sociale, e ha visto la partecipazione di Filippo Miraglia, Vicepresidente Nazionale di ARCI e autore del libro-intervista “Rifugiati – Conversazioni su frontiere, politica e diritti” (Edizioni Gruppo Abele) e Marco Solimano, Presidente di ARCI Livorno.

Nella sua introduzione Romboli ha fatto una panoramica sull’argomento, utilizzando una serie di dati ricavati da fonti ufficiali, contenenti le cifre degli arrivi di migranti, le richieste di asilo presentate e quelle accolte, le dimensioni economiche dell’accoglienza tra cifre reali e bufale social. Emerge un quadro non soddisfacente della questione accoglienza in cui il modello è sostanzialmente verticistico: si prevede, nella pratica, una gestione da parte delle Prefetture che calano sui territori le quote di rifugiati senza alcuna interazione con gli Enti Locali e le comunità. Questo provoca una corsa all’affidamento dei servizi di accoglienza, mediante un sistema di bandi nazionali, a soggetti talvolta impreparati e approssimativi. Tale organizzazione, che segue il modello CAS (Centri assistenza straordinaria) escludendo il rapporto con il territorio e i suoi abitanti, non coinvolgendo le sue Istituzioni, genera insoddisfazione e paure prestando il fianco a strumentalizzazioni politiche e fomentando razzismi ed esclusivismi. Esiste un modello virtuoso, lo SPRAR (Sistema di protezione richiedenti asilo e rifugiati) che al contrario si basa, oltre che su piccoli gruppi di persone distribuite sul territorio, sull’elaborazione di progetti di inserimento e integrazione, anche tramite l’accoglienza in famiglia, e sul coinvolgimento diretto dei Comuni. A questo va inoltre aggiunto il necessario lavoro culturale da compiere nei vari territori, per arrivare a far comprendere l’esistenza di fatto di una società multietnica e multiculturale e la necessaria scelta della convivenza, contrapposta all’esclusivismo etnico modello-Cascina.

Miraglia ha ripreso e sviluppato diffusamente questi concetti, illustrando più nel dettaglio il quadro nazionale e specificando i diversi modelli e le loro caratteristiche. E’ entrato nelle questioni più politiche, denunciando le modalità di sfruttamento della questione accoglienza, gabellata per invasione, da parte di alcuni soggetti politici tramite i loro leader che imperversano nei vari spazi televisivi. L’origine dell’errore, ad avviso di Miraglia, sta nell’aver affidato la gestione dell’intero comparto al Ministero dell’Interno, al tempo del Ministro Maroni, escludendo o marginalizzando chi su questo campo ha speso anni di lavoro e ha costruito competenze ed esperienze. Ha illustrato con esempi le difficoltà pratiche di realizzare progetti più territoriali, tramite lo SPRAR. Il sistema dell’affidamento mediante la migliore offerta economica (che pudicamente ha sostituito quella al massimo ribasso) provoca spesso effetti perversi sulla qualità del servizio offerto e condizioni di lavoro peggiorative agli operatori. Esistono anche opacità non rimosse sul sistema di rendicontazione economica dei servizi: nel modello SPRAR si giustifica ogni spesa, nel modello CAS si fattura e basta.

Solimano ha proiettato tutto questo sulla realtà livornese, presentando il lavoro pluriennale di ARCI, i suoi progetti come la CicloOfficina Contropedale, in cui operano alcuni giovani migranti, inaugurata venerdì 27 gennaio. Ha richiesto una maggiore apertura alla città dei luoghi in cui risiedono i migranti: inspiegabilmente occorrono permessi e nulla osta quasi per tutto, come se queste persone dovessero stare in una bolla di vetro, separate dalla città e dai suoi abitanti.

Agli interventi dei relatori sono seguite interventi e domande da parte del pubblico presente. Da sottolineare quello dell’Assessora al Sociale del Comune di Livorno, Ina Dhimgjini, che ha enumerato le cifre relative alle presenze attuali dei migranti e richiedenti asilo, a quelle che si prevedono nel futuro in base alle strutture attualmente occupate e alla disponibilità, all’impegno dell’Amministrazione in questo settore. Dalle dichiarazioni dell’Assessora, però, non traspare la necessaria volontà di cambiare la rotta nella gestione della questione migranti e richiedenti asilo. Al momento il Comune di Livorno non fa altro che eseguire pedissequamente le disposizioni delle Prefettura, che spesso impongono con poche ore di preavviso di allestire in modo estemporaneo, scollegato da qualsiasi progetto di interazione con il territorio, i necessari spazi e strumenti di accoglienza. Il Comune si lascia anche scappare, per mancanza di tempo o di attenzione o semplicemente per disinteresse, occasioni di crescita del coinvolgimento dei cittadini e delle realtà attive nell’approccio al problema: un esempio eclatante è la mancata partecipazione al bando regionale per i lavori socialmente utili presso le Associazioni del Terzo Settore, riservati ai richiedenti asilo.

Occorre un cambio di marcia nell’approccio alla questione dei migranti e dei richiedenti asilo, ed è stato sottolineato in modo esplicito dagli interventi di Miraglia e Solimano che, da lati diversi, hanno evidenziato questa necessità: adeguamento degli strumenti legislativi, necessità del lavoro culturale e del coinvolgimento delle Associazioni e degli Enti Locali come corpi intermedi, dei semplici cittadini in prima persona, decisa opzione verso SPRAR come antidoto alla corruzione e come imposizione di un modello virtuoso, spalmatura su tutto il territorio nazionale delle quote di migranti allo scopo di non gravare eccessivamente su pochi centri creando o stimolando sacche di ostilità e razzismo. Solo seguendo questa strada, solo facendola diventare una scelta credibile e desiderabile, non rischieremo i pericoli gravi che alcune forze politiche, con la loro azione quotidiana, stanno preparando e fomentando.

Le slide dell'incontro