Ieri si è svolta l’assemblea livornese del movimento Non una di meno (https://nonunadimeno.wordpress.com/), una corrente lanciata dalle donne argentine (NI UNA MENOS) che ha raccolto l’adesione di oltre 22 paesi al grido di “Se le nostre vite non valgono, non produciamo” e che in Italia è sfociata nella manifestazione del 26 novembre, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne (25 novembre).
Quello di ieri a Livorno è stato un momento di discussione importante, l’avvio di un’analisi prima nazionale e poi soprattutto locale sui vari livelli di discriminazione sociale. Un confronto necessario che ha visto protagonisti molti settori della vita livornese nel concreto, a partire dal lavoro, dai sindacati, passando poi dalla formazione scolastica, dai problemi dei centri di accoglienza, ma anche dalla visione collettiva del movimento: quali correnti femministe ne facciano parte e quali gli obiettivi comuni.
Come #BuongiornoLivorno aderiamo all’iniziativa e allo sciopero con lo scopo di non fermarci solo alla giornata di mercoledì prossimo. Lotto Marzo, per noi, non deve essere un punto di arrivo ma l’inizio di un percorso collaborativo con le altre forze impegnate nel movimento proponendo azioni concrete a livello locale.
I punti cardine dell’organizzazione nazionale sono centrati sul rifiuto della violenza di genere in tutte le sue forme che deve essere il risultato di una trasformazione radicale della società, e come #BuongiornoLivorno vogliamo lavorare in concreto su questi:
• Ogni intervento di tipo repressivo ed emergenziale deve essere respinto coinvolgendo attivamente i centri antiviolenza che devono essere autonomi;
• Ogni donna deve avere il diritto alla gestione del proprio corpo attraverso un aborto libero e sicuro e quindi attraverso la soppressione dell’obiezione di coscienza e delle sanzioni per l’aborto clandestino, affinché anche chi lavora nel settore non subisca abusi di potere;
• È necessario cominciare pensare alla possibilità del reddito di cittadinanza come una proposta di un welfare per tutt*, cioè una forma di garanzia sociale per chi si impegna in un lavoro “non pagato”, un settore che in Italia vede le donne protagoniste (http://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2017/03/04/ocse-lavoro-a-casa-top-per-donne-italia_12c416bc-f6ec-4871-a74c-e44deb08533a.html) ed è quindi una misura di giustizia sociale e di redistribuzione fondamentale;
• È necessaria una formazione scolastica sulla diversità di genere organizzata e condivisa, affinché questo tipo di protesta sia consapevole non solo per le donne ma e soprattutto per gli uomini. Si rende indispensabile, quindi, attuare un programma di formazione scolastico in grado di creare un laboratorio di cittadinanza che educhi persone libere, felici e autodeterminate. Ed è solo attraverso un processo di decostruzione dei pregiudizi, dei modelli di genere, che a scuola, ad esempio, si possa dire che in famiglia non ci siano capi.
I diritti che vogliamo riconosciuti e per cui lottiamo devono essere la base della società odierna, e la società comprende persone, di qualunque orientamento sessuale.
#BuongiornoLivorno si unisce quindi all’iniziativa Lotto Marzo perché convinti che sia il momento di creare quella consapevolezza in grado di debellare la proliferazione di pregiudizi sociali.
Direttivo #BuongiornoLivorno