La scorsa settimana è stato pubblicato il bando tanto atteso per l’assegnazione delle cinque baracchine di Piazza Garibaldi.
“Avevamo promesso di riqualificare questa splendida piazza entro l’estate e i tempi sono stati rispettati”, afferma l’Assessore Baldari, che chiama a raccolta i commercianti “sperando” che questi “colgano al volo l’opportunità e decidano di investire” puntando “sullo street food e sui prodotti tradizionali labronici”. Secondo Baldari con questa operazione sarà sconfitto “il senso di insicurezza” e saranno create le condizioni di far rivivere piazza Garibaldi.
A nostro avviso si tratta di un’altra occasione persa, da parte dell’amministrazione, per riqualificare un quartiere degradato in molti aspetti e dare nuove opportunità a commercio e turismo.
Il bando era un atto dovuto e delude: non esistono parametri equi, non esiste un progetto turistico, non esistono misure legate all’arredo urbano e non c’è neanche più il tempo necessario affinché tutto ciò avvenga, data l’uscita dell’avviso così a ridosso della stagione estiva.
L’avviso manca gli obiettivi, perché non si rivolge a nessuno dei 30mila disoccupati livornesi e soprattutto non promuove la partecipazione dei cittadini di operare su progetti globali sulla città.
Unico parametro l’asta sul canone d’affitto: senza che si valuti le capacità imprenditoriali e le competenze professionali, chi avrà la possibilità di spendere anche solo 1 euro in più potrà gestire una delle attività offerte. Un meccanismo che fa cassa per il comune senza dare alcuna opportunità ai cittadini di proporre progetti spontanei e di dare voce a creatività e competenze, dato che le destinazioni d’uso sono imposte dall’amministrazione e non comprendono attività attrattive o innovative, né tantomeno appetibili dal punto di vista commerciale. Non esiste progettualità per l’arredo e i cambiamenti estetici: come è possibile cambiare il volto ad una piazza senza il coinvolgimento delle attività già insediate? Ricordiamo che il bando si riferisce a 5 baracchine su 20 attività commerciali presenti.
Le condizioni esposte nel bando non innescheranno alcuna spinta attrattiva, tanto meno miglioreranno la sicurezza generale (si prevede birreria e ponceria, in una zona dove l’acquisto di alcolici è già molto facile ed economico). Per un imprenditore qualificato partecipare alla gara sarebbe solo un salto nel buio, e non esiste un progetto ben definito neanche per i 170 mila euro stanziati dalla Regione e gestiti dal Comune e Confesercenti.
Mancanza di progettualità significa inoltre mancanza di reti e collaborazioni, come ad esempio la condivisione delle spese relative alla gestione dei magazzini, al riutilizzo di compost e rifiuti, all’organizzazione degli eventi culturali, di speaker corner, di presentazioni, rappresentazioni, concerti e spettacoli.
Affinché, poi, tutto sia riconducibile ad una strategia commerciale e turistica è fondamentale il coinvolgimento e il dialogo con l’appena nato Centro Commerciale Naturale.
Era necessario, quindi, che questo bando avviasse quella progettualità, competenza, coerenza, coraggio, innovazione e stimolo che noi cittadini attendevamo da tempo e che in questo testo non è minimamente rintracciabile.
Direttivo di #BuongiornoLivorno