Sanità: una questione privata


Il Tirreno di venerdì 8 dicembre apre la cronaca illustrando e commentando la decisione della nuova ASL Toscana Nord Ovest di cedere ad alcuni operatori privati 12.000 ecografie per l’anno 2018, nel quadro di un piano taglia-liste d’attesa. Tale decisione, che avrà un costo per le casse pubbliche di 450.000 Euro, è prodromo di un’altra probabile quota di risonanze magnetiche (1500) che seguiranno lo stesso percorso portando la spesa a carico pubblico a 800.000 euro. Si sta parlando di sei soggetti privati della provincia di Livorno (4 in città, uno a Cecina e un altro a Venturina).
Gli esami ceduti ai privati sono quelli che oggettivamente soffrono dei maggiori ritardi nell’effettuazione (fino a 220 giorni).
Il meccanismo di prenotazione e di pagamento ticket sarà esattamente lo stesso, e totalmente trasparente all’utenza: il sistema deciderà automaticamente se assegnare un esame presso una struttura pubblica o privata.

Tutto ciò, presentato come una normale scelta organizzativa che garantisce miglioramenti nel servizio, non è altro che la conferma e la prosecuzione di una politica intrapresa ormai da molti anni: la trasformazione della Sanità da pubblica e universale in una creatura ibrida, in connessione anche con la riforma del Terzo Settore che promuove l’aziendalizzazione di molte associazioni di volontariato. Sono già realtà operative strutture sanitarie del “privato sociale” (coinvolte anche nella decisione taglia-liste). Da questo privato “buono” il passo verso qualcos’altro di meno accettabile è molto breve.
La Toscana in questo è pioniera, grazie alla ventennale conduzione di Enrico Rossi, prima assessore alla Sanità per due mandati e poi Presidente al secondo incarico. La vicenda dei due recenti referendum regionali è emblematica. Il primo sugli accorpamenti delle ASL, voluto da quasi 60.000 cittadini, scippato sulla linea del traguardo da una commissione rinnovata ad hoc, il secondo sull’art. 34bis della nuova legge regionale sulla sperimentazione dei servizi privati senza concorso fallito per carenza di firme raccolte. Quest’ultimo un chiaro effetto della delusione e del disincanto provocato dal colpo di mano sul primo.

La situazione sanitaria regionale è sotto gli occhi di tutti, e tutti ne paghiamo le conseguenze. A Livorno la vicenda dell’Ospedale, oggetto di contenzioso politico tra Comune e Regione che si rimpallano responsabilità che nessuno dei due (per incapacità o calcolo) vuole prendere, è il simbolo di un degrado della qualità e dell’umanità del servizio sanitario. Intanto le persone si curano di meno, costrette dalla crisi a selezionare spese, la qualità della vita peggiora nonostante l’ottimismo di facciata del governo nazionale e di quello regionale, il balletto indecente sulle cifre dell’occupazione (che nessuno interpreta come si deve) e l’oblio su quelle del reale trasferimento di ricchezza nel periodo della crisi tra chi aveva già poco verso chi aveva già molto in una regione che, nonostante i proclami del PD, ha raddoppiato il numero delle persone in povertà assoluta, “da 31.750 a 53.000″.
C’è chi aveva già previsto lo scenario in cui siamo, Noam Chomsky. L’insigne linguista e filosofo americano scrisse: “Questa è la tecnica standard per la privatizzazione: togli i fondi, assicurati che le cose non funzionino, fai arrabbiare la gente, e lo consegnerai al capitale privato”.

Gruppo Sociale Buongiorno Livorno