Il grande rifiuto


Questa è una storia che parla di salute pubblica, pubblici servizi, appalti e il bene dei cittadini calpestato a morte.
Parliamo del sistema di servizi pubblici affidati alle ditte Lonzi e Rari, un sistema duraturo e ben oliato, che è andato avanti per parecchi decenni, sotto gli occhi di troppi.

Ricordiamo che Rari smaltiva le ceneri dell’inceneritore di AAMPS mentre Lonzi riceveva la raccolta differenziata della carta e il servizio di avvio al recupero o smaltimento di alcuni rifiuti speciali oltre al caricamento trasporto ed avvio al recupero con vendita del materiale conferito di CER 200140 (metalli) proveniente dai centri di raccolta AAMPS nel Comune di Livorno e CER 170405 (ferro e acciaio) e CER 150104 (imballaggi metallici) proveniente dai centri di raccolta e dai depositi temporanei di AAMPS nel Comune di Livorno.
Servizi appaltati per milioni di euro e pagati con le nostre tasse.

Continuiamo a chiederci innanzitutto perché una società pubblica quale è AAMPS rinunci a svolgere tutte quelle attività del ciclo economico di competenza che potrebbero essere fonte di ricavi, lasciate invece, anche a Livorno, da anni, nelle mani dei privati. Le attività impiantistiche andrebbero reinternalizzate subito, con assunzione di personale specializzato e realizzazione e messa a norma degli impianti.

Ci chiediamo che fine abbiano fatto gli investimenti per gli impianti previsti nel Piano di Concordato di AAMPS con periodo di realizzazione da novembre 2016 a gennaio 2019: piattaforma stoccaggio sfalci e potature, sostituzione Impianto DEMI, Piattaforma interrata per la raccolta presso il mercato di piazza Cavallotti, Centralizzazione del sistema di raccolta del percolato, realizzazione della Piattaforma valorizzazione carta e cartone, Impianto di Pretrattamento della FORSU.
Ci chiediamo anche chi pagherà i mancati ricavi previsti (indovinate un po’?).

Ci chiediamo se abbia un senso continuare a bruciare spazzatura proveniente da ogni dove per pagare noi cittadini livornesi in termini ambientali, di salute ed economici (ad esempio per lo smaltimento delle ceneri, tra l’altro).

Ci chiediamo che fine abbia fatto il pratino e soprattutto le promesse elettorali del Sindaco di Livorno.

Ci chiediamo come sia possibile anche solo prendere in considerazione da parte della Regione la richiesta di rinnovo della autorizzazioni alla Lonzi Metalli, continuando in una pratica avvelenata che va avanti da trent’anni, con autorizzazioni date dietro la richiesta di prescrizioni realizzate male, forse, in ritardo, mai.

Ci chiediamo come si possa solo pensare di autorizzare l’attività di un’azienda che, in base alle dichiarazioni rilasciate alla stampa dalla stessa ARPAT avrebbe in pochi anni ricevuto sanzioni amministrative e svariate comunicazioni all’autorità giudiziaria in relazione alle attività sul territorio livornese delle varie aziende coinvolte nell’inchiesta “Dangerous trash”, in piena violazione di quanto previsto dallo stesso D.Lgs. 152/2006.

Crediamo che un’amministrazione seria dovrebbe predisporre un progetto a 360° affrontando tutti gli aspetti legati al ciclo dei rifiuti prodotti nelle nostra città e garantendo in primis la realizzazione degli investimenti previsti, invece di far correre inutilmente i mesi tra dichiarazioni fantasiose e promesse non mantenute.

Valentina Barale – Direttivo Buongiorno Livorno

 

Comunicato stampa del Coordinamento provinciale Rifiuti Zero:

INCHIESTA SUI RIFIUTI, COME E’ POSSIBILE RINNOVARE LE AUTORIZZAZIONI?