Quando la “Buona Scuola” è una cattiva maestra 3: alternanza Scuola-Lavoro a Livorno


Thomas, ragazzo di 22 anni, ci racconta la sua esperienza di alternanza scuola lavoro fatta nel 2013, 2014 e 2015, tra un teatro cittadino e l’altro.

Davide: Quando hai svolto l’attività di Alternanza? Raccontaci la tua esperienza…

Thomas: Ho fatto l’Alternanza Scuola-Lavoro negli ultimi tre anni di scuola superiore. Frequentavo il Liceo Artistico, ed avevo chiesto di svolgere l’attività in qualche teatro cittadino. La mia richiesta fu accolta e ho fatto, in 3 anni, circa 300 ore di Alternanza, in due teatri di Livorno. Il primo anno mi hanno tenuto in segreteria a svolgere mansioni d’ufficio, ho preparato qualche locandina di alcuni spettacoli, e ho gestito il sito del teatro. Sostanzialmente in quelle settimane non feci niente di vera e propria attività teatrale. L’anno successivo, sempre allo stesso teatro, ho lavorato nella parte “meccanica”, tramite il funzionamento del sipario. Sempre quell’anno ho fatto anche attività di manovalanza, andando a prendere le scenografie, facendo carico e scarico sul loro furgone, ed ho aiutato a montare il tutto. In questo teatro sentivo che ero di troppo. Non sapevano che mansioni farmi fare, ed i rapporti umani erano molto freddi. Erano del tutto impreparati per questo tipo di esperienza. Nell’ultimo dei tre anni sono andato in un altro teatro, e questo cambiamento è stato veramente interessante. Sono stato inserito subito nello staff, in un contesto famigliare e molto giovanile.  Mi hanno fatto vedere il funzionamento delle luci, ed in qualche spettacolo le ho gestite io, insieme al mixer. Insomma sono stato protagonisti in un ambito che mi interessava, e negli ultimi giorni ho anche visto il funzionamento di uno studio di produzione.

D: Quindi, in generale quali sono stati gli aspetti negativi e positivi? Terresti l’attività di Alternanza Scuola-lavoro?

Thomas: La cosa negativa è stata sicuramente la disorganizzazione dell’ente che mi ha accolto, perché come è successo nel primo teatro, il personale non sapeva cosa farmi fare.  Io tuttavia penso di esser stato fortunato nella scelta, perché molti miei compagni si sono trovati in luoghi che non erano di loro interesse, ed in questo modo hanno perso solo ore scolastiche. Quindi la mia esperienza ha avuto anche lati positivi, sicuramente per l’interesse che maturavo per certi ambienti, e perché la mia richiesta è stata accolta. Io l’alternanza la terrei anche in vigore, ma va regolarizzata al massimo, gestendola in maniera funzionale alla scuola di provenienza e agli sbocchi lavorativi che ogni alunno potrebbe avere in base alle proprie competenze.

Davide Vicari

Gruppo Scuola – Buongiorno Livorno