Dalla Spagna possibilità per invertire la rotta dell’austerità


L’accordo fra PSOE e Podemos in Spagna ha rilanciato il dibattito e la possibilità di costruire concrete azioni politiche con possibilità di ricadute immediate per un paese più giusto, solidale e libero in grado di sanare le ferite inferte in questi anni dalla crisi e dai malgoverni neoliberisti.
Aumento del salario minimo a 900 euro, pensioni legate al costo della vita, diritto alla casa, equiparazione della maternità e della paternità, modifica della legge sulla violenza machista, patrimoniale, risorse per i disoccupati di più di 55 anni, incremento per gli assegni sociali, per combattere la “povertà energetica” e incentivi per l’auto elettrica, fondi per la ricerca ecc.

A questo risultato hanno contribuito diversi fattori. Da non sottovalutare il dibattito, principalmente culturale, che in questi anni si è sviluppato in Spagna, spesso alimentato in aree e spazi non “istituzionali”. Un dibattito che, assieme a molto altro, ha favorito anche l’ascesa dell’orizzonte municipalista di Ada Colau a Barcellona, e non solo.
Da qualche anno ha preso piede, soprattutto a livello di ricerca e di studio, la via catalana alla decrescita (fortemente legata alla città di Barcellona) che si collega direttamente alla cosiddetta “coscienza ecologica di classe” *.
Il collettivo Research & Degrowth (con base a Barcellona) ha stilato un decalogo di riforme non riformiste per uscire dalla crisi (obiettivo immediato) e dal capitalismo (obiettivo a lungo termine):

1) Debt audit (ristrutturazione e parziale abolizione del debito)
2) Riduzione dell’orario di lavoro (32 ore settimanali e incentivi alla condivisione delle mansioni)
3) Reddito di base e tetto ai grandi guadagni. Patrimoniale.
4) Eco-tasse (in particolare la carbon tax)
5) Cessazione immediata dei sussidi pubblici alle attività altamente inquinanti
6) Incentivi alla produzione alternativa (non profit, sistema cooperativo e mutualistico, filiere corte ecc.)
7) Ammodernamento ecologico degli edifici
8) Riduzione sostanziale dello spazio pubblicitario
9) Introduzione di limiti all’inquinamento ambientale
10) Abolizione del PIL come indicativo di progresso economico

Facile scorgere affinità e elementi comuni con le misure contemplate nell’accordo fra il PSOE e Podemos, a testimoniare come il terreno fecondo fatto di azioni pratiche e di una buona teoria possa generare buone prospettive concrete di governo.

La novità spagnola mette in evidenza anche la possibilità di unire una sinistra tradizionale e affaticata con una sinistra nuova, legandole in una proposta di cambiamento sociale.

Senza entusiasmarci troppo e consapevoli degli ostacoli disseminati e delle tante incognite presenti, siamo convinti che la via spagnola che sembra trovare gambe con il nuovo governo di Pedro Sanchez rappresenti un bel contributo con dosi massiccie di giustizia sociale e ambientale e un ripristino di diritti e di libertà destinato, potenzialmente, a superare i confini spagnoli. Se il futuro dell’Europa resta una disputa fra chi difende l’Europa delle finanze con i suoi trattati ingiusti e chi invece vuole solo distruggerla, alimentando vecchi nazionalismi intrisi di razzismo, la sconfitta sarà certa per chi aspira a una società diversa mettendo al centro le persone, senza distinzione di razza.
Questa intesa spagnola qualche indicazione di rotta ai naviganti la suggerisce.

Stefano Romboli, direttivo Buongiorno Livorno


* per un approfondimento sul tema consigliamo la lettura del libro “Lavoro Natura Valore. Andrè Gorz tra marxismo e decrescita” di Emanuele Leonardi (Orthotes Editrice, 2017)