Signor Sindaco,
leggo la sua dichiarazione a proposito del furto avvenuto stanotte al Nuovo Teatro delle Commedie, cui va tutta la mia solidarietà subito e il mio aiuto nei prossimi giorni, e proprio non riesco a tacere. A quanto ho appreso dai giornali locali, lei sostiene che “ci vorrebbe un supplemento di pena per chi colpisce i luoghi della cultura”. Ora, a parte le considerazioni sui supplementi di pena, che in questa sede non intendo affrontare, vorrei soffermarmi sull’espressione “luoghi della cultura”.
Da poche settimane, come ben sa, la Giunta da lei guidata ha lanciato la candidatura di Livorno capitale italiana della cultura 2021. Di Livorno, ossia dell’intera città: com’è giusto, perché la cultura non è una cosa che si fa nei teatri – o nei cinema, o nelle sale da concerto, o nei musei o negli infiniti altri, come sempre lei dichiara, “[…] fiori all’occhiello dell’offerta culturale cittadina [che promuovono] l’arte e la bellezza”. La cultura è, in parole semplici (che prendo dalla Treccani), “L’insieme delle cognizioni intellettuali che, acquisite attraverso lo studio, la lettura, l’esperienza, l’influenza dell’ambiente e rielaborate in modo soggettivo e autonomo diventano elemento costitutivo della personalità”.
È cultura il lavoro, quando sia tale, cioè retribuito degnamente e svolto in sicurezza; è cultura la sanità pubblica, che garantisca cura e buona qualità della vita a pazienti e personale medico; è cultura la scuola, dall’istruzione e dalla formazione che offre alle condizioni degli edifici in cui chi studia e lavora trascorre ore e ore ogni giorno; è cultura il paesaggio, dal verde accessibile e tutelato al mare libero e pulito; sono cultura i mercati, le botteghe, i negozi, le officine, gli orti, le edicole, i parchi, gli edifici, in una parola: è cultura la città (cosa che il Nuovo Teatro delle Commedie sa bene, come provano i suoi laboratori teatrali aperti a tutti, senza limiti di preparazione, di esperienza o di età, i cui risultati sono stati e saranno portati anche nelle piazze).
È la città intera che andrebbe sostenuta, curata, guidata. È Livorno intera che chiede di essere messa in grado di promuovere pubblicamente la bellezza di cui è ricca – e che potrebbe portare tanto lavoro.
Livorno, tutta, ha bisogno di un supplemento di felicità, ché di pena qui ce n’è stata anche troppa.
Fiamma Lolli