Con il coronavirus siamo stati improvvisamente gettati in una dimensione aliena al nostro vivere quotidiano. Era impossibile immaginare di essere preparati, eppure a ciascuno è stato richiesto il massimo grado di adattabilità e adesione ad una situazione del tutto nuova, scomoda e sconveniente. Il futuro da speranza, ha acquistato con le parole di Benayasag, il volto della minaccia, le sfumature della tristezza, le passioni tristi. Il non sapere quando e come finirà, fanno dell’incertezza un nemico insidioso.
Siamo chiamati a riprogrammare le nostre esistenze, la gestione del tempo, improvvisamente dilatato, il ciclo sonno- veglia,la gestione emotiva degli affetti, l’angoscia e la paura, la geografia delle nostre case, la presenza nello spazio,le dinamiche famigliari, il nostro concetto di libertà, quello di priorità e di sopravvivenza. Siamo allo stesso tempo, vicini, distanti e connessi. Seppur, connaturate con la nostra antropologia culturale, ci siano forme di condivisione sociale a distanza, ciascuno fragilmente vive questa condizione esistenziale mettendo in campo le proprie risorse cognitivo- relazionali e il proprio bagaglio esperienziale.
#iorestoacasa e la quarantena, non sono uguali per tutti. La fragilità sopra descritta aggrava il quadro fisiologico e di benessere vitale nelle persone sole, negli anziani, nelle situazioni di violenza domestica, nei disabili, i malati, nella povertà, nei disoccupati, nelle persone affette da disagio psichico, nelle condizioni di disagio# famigliare dove magari in tre o quattro senza spazio sufficiente sono chiamati contemporaneamente al lavoro agile, nelle dipendenze, nella gestione dei figli e nel comunicare loro opportunamente questo momento storico. I casi sarebbero davvero tanti.
Proprio in questa cornice emergenziale vediamo quanto sociale- esistenziale- culturale – politico siano inscindibilmente nodi di una stessa rete. Riscopriamo il paradigma di Morin della complessità, quando le video-lezioni a scuola non può vederle chi a casa non ha la connessione wifi, quando non si può telelavorare se non hai una stanza per te, quando un operaio è chiamato a lavorare perché business is business, quando ad un anziano viene detto che il sistema sanitario applicherà delle leggi utilitaritistiche scegliendo chi salvare.
Ci è improvvisamente evidente nel quotidiano la disparità e disuguaglianza e il nostro bisogno- diritto ad una uguaglianza che torni ad essere sostanziale, oltre che formale.
Occorre ripensarsi, ricentrarsi e agire in maniera preventiva affinché questa situazione non lasci in noi, ulteriori ferite, rispetto agli effetti e ai cambiamenti che inevitabilmente porterà. Occorre non perdere la progettualità verso il futuro e il proprio progetto di vita.
Buongiorno Livorno struttura quindi un proprio intervento di supporto gratuito e prossimità attraverso lo sportello sociale, che per essere operativo in questo periodo storico, sarà in formato telematico e telefonico, per tornare ad essere nella consueta modalità ad emergenza nazionale finita.
Lo sportello sociale è rivolto a tutte le persone e cura in modo particolare tutte quelle che vivono in condizioni di difficoltà e di emarginazione legate alle condizioni economiche, esistenziali di fragilità, linguistiche, alla mancata integrazione e/o a difficoltà relazionale per vari motivi.
Lo sportello fornisce consigli di natura legale, informazione, orientamento, con particolare attenzione alle persone più deboli, e principalmente nelle materie relative al lavoro,al sociale, al diritto penale, all’immigrazione e alla famiglia. Il servizio proposto punta prioritariamente alla comunicazione, all’ascolto empatico, all’accompagnamento delle persone con attenzione alle procedure, alle informazioni, alla documentazione necessaria per l’ esercizio dei propri diritti. Il contributo di counselor filosofico, generalmente di supporto nell’espressione e nella comunicazione di una problematica sociale, sarà qui indirizzato al sostegno di tutte quelle “novità di categorie esistenziali” che ci stanno assalendo e che se gestite con l’aiuto di un professionista, possono non farci male.
Puoi inviare sempre una mail all’indirizzo sportellosociale@buongiornolivorno.it o contattare i numeri sotto secondo le fasce orarie descritte.
Le nostre professioniste
Dott.ssa Melania Abrans (Presidente Buongiorno Livorno), praticante avvocata: ogni giorno su WhatsApp; telefonicamente ogni martedì dalle 10.00 alle 13.00 a +39 347 801 6549
Dott.ssa Giovanna Lo Giacco (Vice Presidente Buongiorno Livorno), counselor filosofico: ogni giorno su WhatsApp; telefonicamente ogni martedì dalle 10.00 alle 13.00 a +39 339-3097734