Gli interventi di messa in sicurezza del territorio devono rispettare ambiente e paesaggio (Parte prima)


Nel luglio 2019 avevamo presentato un’interpellanza sullo stombamento del Rio Maggiore per avere chiarimenti sui vari interventi del Genio Civile, anche a seguito delle segnalazioni da parte del Comitato Rio Maggiore.Abbiamo chiesto di conoscere il progetto e ascoltare i cittadini in sede istituzionale in modo da accogliere le osservazioni e procedere attraverso un metodo che includesse la partecipazione dei residenti e cogliesse le diverse problematiche. Durante tutto il periodo, dal 2019 ad oggi, si è proceduto tramite espropri finalizzati alle opere idrauliche e progettazioni che vengono via via decise e definite, nonchè appaltate da parte del Genio Civile senza un confronto e senza percorsi di partecipazione da parte della popolazione e dei residenti dei vari quartieri che sono investiti dagli interventi e dagli effetti negativi degli stessi, proprio come nel caso del Rio Maggiore che accoglie nel suo alveo a cielo aperto scarichi fognari che provocano inquinamento e miasmi. Spesso gli interventi sono stati accompagnati da un ingente abbattimento di alberature, si pensi al Rio Popogna, come denunciato da Lipu e WWF, una vera e propria deforestazione i cui effetti sono visibili ancora oggi, oppure come nel caso del Rio Maggiore in cui si sono abbattutti grandi alberi esistenti a fianco dello stadio senza una reale volontà di salvarli in nome dell’emergenza.E’ recente la lettera alla stampa (vedi foto allegata) di una dei residenti di via Toti di un condominio che affaccia sul Rio attualmente tombato che solleva nuovamente diverse perplessità e problematiche su modalità di esproprio e calcolo degli indennizzi e sui danni di valenza ambientale.Siamo infatti in un’area a vincolo paesaggistico e ambientale che dovrebbe significare un’attenzione verso la parte verde che si spera venga conservata come valore aggiunto per l’intervento idraulico che dovrebbe integrarsi il più possibile con l’ambiente. Inoltre il collo di bottiglia alla foce dell’Accademia resta.Ci sembra quindi necessario sostenere le richieste dei cittadini e chiedere che, a distanza di ormai quattro anni dalla tragica alluvione, si ascoltino i cittadini e si tracci un quadro chiaro dei lavori futuri, dei progetti in corso, delle risorse spese e ancora disponibili, poiché molti dei progetti vengono modificati in corso d’opera e molte opere sono calate dall’alto e imposte alla popolazione senza una corretta informazione sulle tempistiche.Ci chiediamo quanto ancora bisognerà aspettare per avere la nostra città in sicurezza dato che l’attuale Giunta continua a cementificare le aree libere e agricole a monte della città. Ci si chiede quale sia il livello di dialogo tra amministrazione locale e strutture regionali al fine di verificare gli interventi, per far sì che le decisioni locali e regionali siano coordinate, in modo da ricercare un reale confronto con i cittadini per spiegare le ragioni di queste scelte che comportano stravolgimenti di interi quartieri e zone della città. Esprimiamo tutta la nostra preoccupazione nei confronti di questa situazione che stringe il nostro territorio tra grandi opere imposte dall’alto e una gestione politica locale che continua a produrre consumo di suolo e programmare nuove costruzioni sparse un po’ in tutte le aree rimaste libere.