In questi giorni nella nostra città, come in molte altre in Italia, gli studenti e le studentesse scendono in piazza e occupano con forme di autogestione e assemblea permanente i principali istituti superiori della città: il liceo scientifico Enriques, l’istituto tecnico Galilei e il liceo scientifico Cecioni, sono stati occupati da studenti e studentesse al momento dell’ingresso; anche l’Isis Niccolini Palli si è dichiarato in assemblea permanente.Lo stato di agitazione è stato proclamato in tutta la città condividendo un manifesto programmatico di 12 pagine molto strutturato e articolato sui contenuti della rivendicazione e sulla prassi da attuare negli istituti in questa settimana.I ragazzi e le ragazze finalmente riprendono parola e si esprimono su tematiche di fondamentale importanza per loro: riforma o abolizione del modello di alternanza-lavoro, o per come è stato ribattezzato di Pcto (Percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento); necessità di incremento sostanziale degli investimenti nel settore educativo e sull’edilizia scolastica; richiesta di avere un esame di Stato coerente con con i due anni di didattica modificata a causa della pandemia.Sulle richieste espresse molte sono state le polemiche, in primis sulla richiesta di non avere le due prove scritte alla maturità.Su questo tema si è espresso anche il Consiglio superiore della Pubblica Istruzione che, dando ragione agli studenti, ha bocciato la novità che era stata presentata la scorsa settimana dal Ministero dell’Istruzione.Evidentemente la richiesta non era poi così stramba, anche se va tenuto presente che la proposta attualmente fatta dal Ministero non è definitiva e comunque prevedrebbe una seconda prova formulata dalla commissione interna; forse questo tema rischia di far passare in secondo piano contenuti politici molto più rilevanti, anche grazie alla modalità non proprio corretta con cui i media tendono a raccontare la protesta. Ciò che si evidenzia e che emerge, infatti, anche nel dibattito pubblico, è un pessimo atteggiamento paternalistico e di sfiducia nei confronti degli studenti e delle studentesse, non supportato, ci sembra, da alcuna evidenza.Abbiamo una generazione di giovani e giovanissimi che sta affrontando con tenacia e profonda capacità di adattamento questo periodo di pandemia, andando avanti tra mille difficoltà, con un Governo che ha fatto poco o niente per attenuare i disagi e che da anni ignora le problematiche presenti in ambito scolastico.Non possiamo perdere alcuna occasione per ribadire che gli studenti e le studentesse devono avere il ruolo attivo e partecipativo che spetta loro all’interno della Scuola e che forse sono loro l’unica collettività da cui possa provenire una vera spinta al cambiamento del sistema scolastico.Crediamo che sia necessario farsi trovare dalla parte di questi ragazzi e ragazze, sostenerne le richieste ed esprimere fiducia nelle loro capacità: hanno così poco da imparare da noi e così tanto da dover rivoluzionare che forse dovremmo semplicemente concedere loro spazio, voce, respiro. #scuola#autogestione