Il 7 febbraio, invitati dai residenti della zona, siamo andati all’incontro in cui il sindaco Salvetti ha spiegato come si è arrivati a scegliere di spostare il Mercato Ortofrutticolo all’Uliveta.Salvetti, evidenziando i molti problemi relativi anche alle altre aree prese in considerazione per l’insediamento del nuovo Mercato, ha detto di voler trovare una soluzione diversa; lui stesso ha individuato (visto che ci passa spesso davanti in macchina…) una possibile alternativa accanto al Palazzetto e ha aggiunto che comunque gli uffici comunali stanno scandagliando tutta la città in cerca di una risposta valida e di progetti alternativi.Forse l’Amministrazione ha capito i rischi effettivi che corrono i finanziamenti se si insiste a proporre soluzioni con consumo di suolo? Ce lo auguriamo.Il Sindaco ha poi affermato che tanto questa soluzione quanto le altre proposte dipendono dal fatto che il Bando Periferie 2016 (che la Giunta Nogarin si aggiudicò), prevede sì di finanziare la costruzione del nuovo Mercato con 5 milioni di euro, ma non coprirebbe i costi né per espropri né per acquisti di immobili. Altrimenti, ha continuato Salvetti, il Comune avrebbe potuto pubblicare un avviso pubblico per manifestazione di interesse a cedere un’area o un immobile da riqualificare e adattare alle esigenze del nuovo Mercato. Ma basta leggere il bando e le FAQ del Governo nazionale per capire che la possibilità di vedersi finanziate sia le spese per espropri, sia per l’acquisto di immobili esiste.Lo dice, espressamente e chiaramente, il Governo: il che è poi puro buon senso in un bando che mira a riqualificare e togliere dal degrado gli immobili abbandonati già esistenti e non a costruirne di nuovi.Alleghiamo a dimostrazione di questo le foto delle due domande con risposte in questione (estratto dalle FAQ del 10 giugno 2016 e del 6 luglio 2016) e il link alla relativa pagina web. Probabilmente se si fosse affrontata la questione con la dovuta attenzione e nei tempi consoni, questi elementi sarebbero già emersi e si sarebbe potuta individuare una soluzione non solo più in linea con il Bando Periferie, ma anche meno impattante per la città. Ci auguriamo che non sia troppo tardi.Quello che appare certo è che Livorno ha un grandissimo problema rispetto alla capacità dell’Amministrazione di adeguare gli strumenti urbanistici rispetto alle necessità di aree e spazi necessari allo sviluppo economico della città.Abbiamo intuito che questa Amministrazione tenterà di proporre con il nuovo Piano Operativo la soluzione di andare a rendere edificabili nuove aree oltre la Variante (molte delle quali sappiamo essere di proprietà della Coop).Dovremmo chiederci il perché di questa scelta e capire perché invece non si sia stati in grado di andare a rendere utilizzabili grandissime superfici occupate da capannoni, laboratori, aziende abbandonate, ad esempio in area Picchianti, i cui proprietari da anni chiedono disperatamente la possibilità di una modifica della destinazione d’uso finalizzata ad un utilizzo più efficiente e redditizio degli immobili, che nessuna amministrazione, a partire da quella Cosimi, è stata in grado di concretizzare.Da ormai due anni e mezzo Livorno aspetta un Piano Operativo che è attualmente “in fase di avvio”.Ci auguriamo che si abbia la volontà di comprendere che lo sviluppo di Livorno non deve necessariamente coincidere con l’aumento delle aree su cui andare a costruire bensì con una una crescita molto più complessa e profonda, culturale e politica, che si continua invece a rimandare.Fino al prossimo dissesto idrogeologico (cemento e asfalto non assorbono l’acqua), fino alla prossima emergenza climatica (che un aumento del verde pubblico può contribuire a scongiurare), fino a perdere finanziamenti possibili e a portata di mano.