Pochi giorni fa alcuni residenti hanno segnalato buche e recinzioni di cantiere accanto alla Coop di Levante, lungo il rio Maggiore, area ad alto rischio idrogeologico in cui il terreno è già quasi completamente impermeabilizzato e dove, da quando fu approvato il piano del 2008 segnato dal “lodo Fremura” (vicenda che, a nostro avviso, presenta ancora molte criticità e continua a produrre effetti negativi su Livorno), prosegue l’edificazione.Tutto ciò ci preoccupa molto.Come è noto, nel 2017 l’area è stata colpita dalla gravissima alluvione, con perdite umane e danni; poi, per tutto il bacino del rio Maggiore, sono arrivati i progetti di emergenza del Genio Civile. Nell’area del Centro Levante, come si legge nel piano di adattamento climatico del Comune (ADAPT), si prevedono interventi di messa in sicurezza delle casse di espansione: “lo sviluppo delle superfici impermeabilizzate è largamente attribuibile a strategie di pianificazione territoriale che non hanno tenuto conto della perdita irreversibile del suolo, degli effetti ambientali collegati, della qualità della risorsa sacrificata e dell’esistenza di strumenti capaci di valutarla”.La sicurezza del territorio e delle persone è a rischio, per via di fenomeni riconducibili al cambio climatico evidenziati nel piano ADAPT stesso. Eppure, imperterriti, si riparte a costruire nell’area del rio Maggiore, impermeabilizzando ulteriormente il suolo e distruggendo il paesaggio, senza alcuna prescrizione specifica né sull’impatto ambientale, climatico e energetico né sulla sostenibilità delle nuove opere. Il tutto è stato approvato dalla maggioranza con la delibera n.153 del 2021, con cui la società di Fremura, Ninfee, ha chiesto e ottenuto la modifica della convenzione del 2018 che, come si legge nei vari documenti, sembrava sospesa a causa della mancata firma di un atto aggiuntivo. Insomma, una situazione piuttosto complicata dal punto di vista urbanistico, e in una zona a rischio idraulico, specie dopo l’alluvione. Ciò avrebbe dovuto portare a profondi ripensamenti su certe operazioni.Si poteva dire di no all’ennesimo scempio? O cercare almeno di porvi un freno?Il piano “Nuovo Centro” è scaduto nel 2018, poiché sono trascorsi dieci anni dalla sua approvazione. Per legge, trascorsi dieci anni, “il Piano Particolareggiato diventa inefficace per la parte in cui non abbia avuto attuazione, fatti salvi gli allineamenti e le prescrizioni di zona stabiliti dal Piano decaduto; decadono anche i vincoli espropriativi di zona, con riespansione dello ius aedificandi” (diritto a costruire, NdR) “secondo le previsioni dettate dal vigente strumento urbanistico”. Dalla scadenza del Piano in questione il Comune avrebbe avuto altri due anni di tempo per presentarne uno nuovo, al fine di disciplinare (“assestare”) la parte rimasta inattuata; decorso anche tale termine i privati, proprietari di aree incluse nei singoli comparti del piano lasciato decadere, possono presentare al Comune proposte di formazione di singoli sub-comparti, purché tali proposte non modifichino la destinazione d’uso delle aree pubbliche e rispettino gli stessi rapporti dei parametri urbanistici dello strumento attuativo decaduto.Sempre per legge, inoltre, “decorsi dieci anni decade anche la dichiarazione di pubblica utilità, ma non le prescrizioni di zona, essendo preclusa la possibilità di procedere ad espropriazioni per attuare il piano”. Ma il Comune di Livorno, a due anni dalla scadenza, non ha predisposto il benché minimo piano di completamento e ha quindi accolto la proposta del privato che ha chiesto di edificare nell’area Coop/cimiteri, con alcune modifiche (dette “rimodulazioni”) alla convenzione e alle norme tecniche, che l’amministrazione stessa ha giudicato “non sostanziali”.Tra le condizioni per accogliere le proposte c’è “l’interesse improcrastinabile dell’Amministrazione di dotare le aree di infrastrutture e servizi”. Su questo, vista la criticità della zona per quantità e qualità del suolo, si sarebbe dovuto aprire un approfondito dibattito politico; invece si è ritenuto che “l’interesse pubblico improcrastinabile” consista nel gettare asfalto per due ulteriori parcheggi, in un’area già fortemente impermeabilizzata. Siamo basiti, sia da questo sia dalle destinazioni d’uso del comparto, definito “direzionale” ma che – come si legge nella delibera – ammetterebbe anche il commerciale, senza indicazioni più specifiche. Questo è un ulteriore grave problema, visto che già esistono un centro commerciale e grandi strutture di vendita, sempre più frequenti a Livorno, città in cui manca completamente una programmazione urbanistica che rigeneri e riqualifichi le aree già commerciali e direzionali.L’ultima forte preoccupazione riguarda il verde pubblico e la tutela del paesaggio. Nella delibera approvata nel 2021 si legge che il progetto propone “il mantenimento e/o recupero di alcune alberature di pregio ambientale esistenti sull’area”, ma se si guarda la proposta del costruttore Ninfee vediamo solo una distesa di edifici e parcheggi: gli alberi già presenti e le aree verdi sono del tutto scomparse.Come si spiega la discrepanza tra la delibera approvata dalla maggioranza e la norma allegata che, nel caso di impossibilità di recupero, permette di sostituire le “alberature di pregio”?Perché tanta approssimazione sulla parte ambientale?Che fine ha fatto il parere della Forestale per “salvaguardare e conservare, a seguito di richiesta del Corpo Forestale dello Stato e su segnalazione della Lipu di Livorno, alcune alberature esistenti in prossimità dei cimiteri comunali”?Nell’atto approvato dal consiglio comunale nel 2021 non c’è traccia della variante approvata nel 2016 proprio per la parte ambientale; quanto alla delibera 86 del 2016, non è più possibile consultarla.Atti del genere, cui abbiamo votato contro, sanciscono l’assenza di una maggioranza e di una giunta nella politica cittadina sul territorio. Non si sono posti alcun problema ad accettare l’ennesima proposta di cementificazione di un terreno libero, il tutto senza coinvolgere gli abitanti e i residenti. Il Piano parlava di un parco fluviale lungo il rio Maggiore, di corridoi ecologici ai fini di conservazione ambientale, di aree verdi a carattere didattico, di postazioni per il birdwatching e di panchine e percorsi escursionistici. Non è evidentemente più possibile urbanizzare e sviluppare il territorio in modo così approssimativo continuando a consumare suolo (si pensi anche al caso del mercato ortofrutticolo). Vogliamo un’Amministrazione comunale che riqualifichi tutta l’area del Levante in modo integrato e sostenibile, per venire incontro alle richieste di sicurezza dei cittadini.Basta cemento, basta asfalto: bisogna favorire la partecipazione pubblica ai vari futuri passaggi dei progetti che riguardano l’intera area del Nuovo Centro.Nelle immagini: l’area interessata dalle nuove costruzioni; il vecchio piano; il nuovo piano.
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