Predicare e razzolare male, la pratica quotidiana del Vescovo di Livorno


Architetto, politico, sindacalista, sociologo… da sempre l’attuale Vescovo di Livorno mostra interesse e non risparmia consigli, interventi e ammonimenti su ogni materia possibile.
Non ci interessa giudicarlo dal punto di vista “professionale”, cioè quello che dovrebbe svolgere per il ruolo che ha. Lo facciano i credenti e i praticanti, fermo restando che comunque la Chiesa non è una Istituzione democratica e quindi anche un vescovo non è sottoposto a vincoli di mandato popolare e di consenso.
Certo che le sue uscite, puntuali e copiose, spesso non passano inosservate. La sensazione diffusa, escludendo chi per convenienza e per lo più per dovere di obbedienza mostra apprezzamento, è che quantomeno il Vescovo faccia un uso troppo disinvolto dei suoi sermoni rivolti alla città. Soprattutto perché fatichiamo a scorgere coerenza fra il dire e il fare.

Evitiamo il lungo elenco e ci limitiamo alla cronaca di questi giorni. Durante la messa pasquale Giusti esorta i livornesi ad “aprire il cuore” e il riferimento chiaro ed esplicito è rivolto anche a coloro che preferiscono tenere sfitte e chiuse le case. Benissimo, discorso giusto e apprezzabile.
Peccato che qualcuno l’abbia preso in parola e pochi giorni dopo alcune famiglie abbiano deciso di occupare un immobile in via Corcos, sperando nella disponibilità del Vescovo di condividere il gesto. La proprietà sarebbe infatti legata alla Diocesi, o almeno così sembrava. Perché poi sia il Vescovo che la direttrice della Caritas, all’unisono, hanno dichiarato che la proprietà in realtà sarebbe delle Pie Figlie di San Paolo. Se così fosse si fa fatica a capire come mai la Diocesi e la Caritas ci abbiano messo la faccia. Immaginiamo sia per interessi diretti, oppure perché semplicemente hanno pensato di essere chiamati in causa e di essere responsabili (indiretti) dell’occupazione, visti i proclami del vescovo e il fatto che gli occupanti attribuissero appunto la proprietà alla Diocesi.

Fatto sta che la proprietà avrebbe attivato la richiesta di sgombero e la non disponibilità a tenere dentro le famiglie. La Diocesi e la Caritas hanno invece chiamato in causa l’amministrazione comunale che di certo, in generale, può e deve fare molto di più sull’emergenza abitativa.
Ma il problema non riguarda solo il Comune. Anche la Diocesi ha la sua responsabilità, non fosse altro perché non manca mai di mostrare attenzione al problema.
Quindi come Buongiorno Livorno riteniamo sia giusto che anche la Diocesi venga chiamata in causa e non si sottragga davanti alla grave piaga sociale che sta colpendo, da tempo, duramente la nostra città. Sarebbe davvero gravissimo se la volontà del Vescovo portasse allo sgombero di famiglie e persone che, al momento, stanno trovando un minimo di conforto grazie certo a una occupazione di fatto illegale, ma pur sempre rivendicando il diritto all’abitare e davanti all’alternativa di sopravvivere senza un tetto sopra la testa, quindi di mettere a repentaglio la vita. Cosa che dovrebbe preoccupare di più anche la Chiesa livornese, rispetto alla mera osservanza del diritto di proprietà.

Senza entrare, qui ed ora, nel merito delle proprietà riconducibili alla Diocesi e che non sono utilizzate, suggeriamo al Vescovo di Livorno una maggior prudenza e senso di responsabilità. Ricordiamo, ad esempio, il progetto della Cittadella della Carità, in Corea, spesso utilizzato come spot in comunicati e omelie. Dopo quasi 3 anni dall’apertura dei cantieri, ad oggi, non si vedono ancora i muri della futura struttura. Segno che le inadeguatezze e le incapacità non appartengono solo alle Istituzioni Pubbliche e alla Politica.
Infine chiediamo, a proposito di promesse e di proclami, all’Amministrazione Comunale e in particolare alla vicesindaco Stella Sorgente, che fine abbia fatto la volontà espressa quasi 3 anni di far pagare alla Chiesa l’ICI e l’IMU, dopo che la stessa Corte di Cassazione con una sentenza aveva dato ragione al Comune di Livorno che aveva avanzato questa richiesta. Solo uno dei tanti spot elettorali?

Direttivo Buongiorno Livorno