Il primo insediamento della Raffineria di Livorno risale al 1936, per iniziativa dell’Associazione Nazionale Idrogenazione Combustibili. Negli anni, a seguito di accordi con le compagnie come la ESSO e l’Agip Petroli, si evolve e si sviluppa in capacità di lavorazione e linee produttive. Dal 2003 diviene parte integrante del comparto industriale di ENI – divisione Refining & Marketing.
Da un punto di vista ambientale la raffineria di Livorno è stata inserita nei Siti di Interesse Nazionale nel 2001: “I siti d’interesse nazionale, ai fini della bonifica, sono individuabili in relazione alle caratteristiche del sito, alle quantità e pericolosità degli inquinanti presenti, al rilievo dell’impatto sull’ambiente circostante in termini di rischio sanitario ed ecologico, nonché di pregiudizio per i beni culturali ed ambientali.” (Art. 252, comma 1 del D.Lgs. 152/06 e ss.mm.ii.)
A seguito della complessa evoluzione storica e produttiva del sito, ivi compreso il complicato processo di privatizzazione iniziato nel 1992, nonostante il regime normativo ambientale stringente di cui il Ministero dell’Ambiente è l’ente preposto alla vigilanza e controllo, sono molto pochi i dati che si riescono a recuperare pubblicamente relativi alla raffineria di Livorno in merito alle prestazioni e programmi ambientali messi in atto, nonostante la raffineria sia anche iscritta negli elenchi dei siti certificati EMAS (prima registrazione conseguita nel settembre 2004 con ultima scadenza maggio 2017).
La certificazione ambientale EMAS è uno strumento volontario di autocontrollo e responsabilizzazione adottabile da organizzazioni che intendano perseguire un miglioramento continuo delle proprie performance ambientali. Il soggetto che avvia il processo di certificazione si impegna non solo ad osservare le disposizioni di legge in materia ma anche a migliorare le proprie prestazioni e la trasparenza verso l’esterno, aumentando l’efficienza interna.
La dichiarazione ambientale è uno strumento prodotto dalle organizzazioni registrate EMAS e aggiornato con periodicità annuale, che rappresenta il mezzo con cui l’organizzazione comunica con i soggetti interessati in materia ambientale. La dichiarazione deve descrivere in modo chiaro e privo di ambiguità l’organizzazione e le sue attività, la sua politica ambientale, gli aspetti ambientali significativi, gli obiettivi e i target, i dati ambientali inerenti gli aspetti significativi e le sue prestazioni ambientali.
L’organizzazione aggiorna periodicamente le informazioni contenute nella dichiarazione ambientale e un verificatore esterno provvede annualmente alla convalida delle modifiche effettuate. Dopo la convalida, le modifiche devono essere presentate all’organismo competente e rese pubbliche. A tal fine le organizzazioni sono incoraggiate ad usare tutti i mezzi pubblicitari disponibili (siti internet, quotidiani, riviste, etc.), questo al fine di rendere facilmente accessibili a tutti le informazioni di interesse.
Ciò nonostante se si effettua una ricerca sui siti istituzionali di ENI, l’unica dichiarazione ambientale della raffineria di Livorno che si trova è quella dell’anno 2007.
Quindi non è possibile nell’immediato poter effettuare delle analisi su come nel tempo siano stati gestiti gli impianti (soprattutto quello di gestione dei reflui/rifiuti liquidi), quale è stato il tasso di diminuzione del personale impiegato (che quindi potrebbe aver influito anche nei controlli ambientali da mettere in atto), che tipo di procedure di prevenzione erano state adottate e quali procedure di emergenza sarebbero dovute essere attivate, tutte informazioni che con la dichiarazione ambientale dovrebbero essere di pubblico dominio e che purtroppo invece non sono reperibili a meno che non si effettui una richiesta di accesso agli atti.
Tavolo Urbanistica e Ambiente #BuongiornoLivorno