MOZIONE PER LA DESTINAZIONE ALLA “MEDIA SICUREZZA” DEL NUOVO PADIGLIONE DELLA CASA CIRCONDARIALE “LE SUGHERE”
Preso atto che
l’8 gennaio 2013 la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha emesso una sentenza di condanna nei confronti del sistema penitenziario nazionale per trattamento inumano e degradante inflitto alle persone ospitate all’interno delle carceri italiane e ha rigettato il ricorso presentato dallo Stato nel maggio dello stesso anno imponendo la risoluzione del “caso Italia” entro il mese di giugno dell’anno 2015;
esiste una comunicazione del DAP che rende nota al Garante Regionale delle Persone Private della Libertà Personale l’intenzione di destinare il nuovo padiglione costruito all’interno della Casa Circondariale “Le Sughere” all’accoglienza di detenuti in regime di “massima sicurezza”
ritenuto che
il sistema penitenziario rappresenti uno specchio del livello di civiltà di un Paese;
nel ledere i diritti fondamentali della popolazione penitenziaria il carcere venga meno ai principi fondamentali sui cui è costruita la nostra democrazia e contraddica la funzione che gli è assegnata;
considerato che
nei mesi di novembre e dicembre 2011 due interi padiglioni della Casa Circondariale “Le Sughere” sono stati evacuati a seguito di una ricognizione tecnica che ne ha decretato l’inagibilità;
in seguito alla suddetta evacuazione molti detenuti sono stati trasferiti in altre strutture penitenziarie regionali e, non di rado, extraregionali ed è stata cancellata la sezione femminile;
lo sfollamento ha di fatto inficiato il principio della territorialità della pena, del diritto alla difesa e della continuazione dei rapporti affettivi con i contesti di appartenenza che fa da base al progetto di reinserimento a cui il carcere tende;
le sezioni attive all’interno del carcere soffrono tutt’ora una situazione di sovraffollamento, presentano evidenti limiti igienici e impongono alle persone che vi sono ospitate condizioni di vita non rispettose dei diritti fondamentali;
la destinazione del nuovo padiglione all’accoglienza di detenuti in regime di “massima sicurezza” impedirebbe di fatto la riorganizzazione del carcere in direzione del rispetto degli standard di legge di cui la Corte Europea ha richiamato l’obbligo di applicazione, renderebbe impossibile la ristrutturazione delle già degradatissime sezioni attualmente in uso e il recupero e la messa a norma degli edifici evacuati nel 2011;
il Consiglio Comunale impegna il Sindaco e la Giunta
ad attivare tutti i canali disponibili per far pervenire alla Direzione della Casa Circondariale di Livorno, al Provveditorato Regionale e Nazionale dell’Amministrazione Penitenziaria e al Ministero della Giustizia la richiesta di dedicare il nuovo padiglione all’accoglienza dei detenuti a regime di “media sicurezza” in modo da garantire un futuro alla Casa Circondariale di Livorno e il rispetto dei fondamentali diritti alla sua popolazione;
a richiedere che prendano contestualmente il via gli interventi di manutenzione e recupero delle parti “storiche” della struttura;
a richiedere che in seguito a ciò sia riaperta a Livorno una sezione femminile.