Nuovi Ospedali, vecchie speculazioni


Dopo dodici anni di travagliata costruzione, terminato a gennaio l’ultimo ospedale (quello delle Apuane) in mezzo a forti contestazioni e cordoni di polizia in tenuta antisommossa, il gruppo Astaldi, partner della Regione nel rinnovamento della sanità toscana, ha deciso per ridurre l’indebitamento di vendere le concessioni per i quattro ospedali toscani realizzati con il project financing. Secondo il contestato strumento finanziario, è bene ricordare, l’investitore privato riceve contratti pluridecennali per la fornitura di molti servizi. In campo sanitario, si tratta di tutto il supporto all’attività medica.
I forti limiti del project financing in campo sanitario risiedono nella visione dell’ospedale come struttura imprenditoriale in grado di generare ricavo, a scapito della visione sociale del SSN (Servizio Sanitario Nazionale) gratuito per legge e sostenuto dal prelievo fiscale.
Oltre ad essere contrari alla costruzione di un nuovo ospedale a Montenero basso, ribadiamo la nostra opposizione allo strumento finanziario di project financing per il rinnovo delle parti obsolete della nostra sanità.
Il portafoglio di concessioni di Astaldi, che comprende anche l’ospedale di Mestre e altri project financing italiani degli scorsi anni, è stato venduto all’80% alla britannica M&G Investment. Parte del nostro sistema sanitario emigra in fondi finanziari esteri, atti a creare flussi di ricavo. Alle pubbliche amministrazioni resta l’onere del controllo degli standard e l’imponente spesa medica, che si somma alle forme di risarcimento per i rischi imprenditoriali del privato coinvolto. Le nostre tasse prendono strade tortuose per finire nei bilanci delle finanziarie, il sistema sanitario nazionale viene smantellato a colpi di transazioni internazionali. In Regione giace un progetto per il rinnovo di parte del presidio ospedaliero di viale Alfieri, e gli strumenti finanziari in gioco dovranno essere al centro dell’attenzione, affinché ciò che succede a Pistoia, Lucca, Prato e Massa non si ripeta anche da noi.

Silvia Giuntinelli – Gruppo Salute e Ambiente