Esprimiamo soddisfazione per i risultati conseguiti a seguito della nostra proposta di realizzare anche a Livorno la “Marcia delle donne e degli uomini scalzi”, manifestazione nazionale lanciata, assieme ad un appello, qualche giorno prima.
A Livorno, davanti alla mancanza di iniziative altrui, comprese anche quelle realtà di carattere nazionale che pur avevano prontamente aderito, ci siamo fatti coraggio e abbiamo deciso di favorire l’evento, interpretando un ruolo di facilitatori. Abbiamo dall’inizio comunicato e chiarito che non avevamo alcun interesse a rivendicare paternità e titolarità dell’iniziativa, invitando partiti e organizzazioni sindacali a partecipare senza bandiere e simboli.
Nei giorni precedenti alla marcia abbiamo contattato diverse realtà ma soprattutto sono stati gli altri a cercarci e a dare le adesioni. Per questa importante fase abbiamo utilizzato i social networks, creando un apposito evento facebook sul quale raccogliere adesioni esplicite, e la rete di contatti di molti aderenti a #BuongiornoLivorno che si sono attivati in tal senso. Alla fine abbiamo registrato 40 adesioni (sotto l’elenco completo) fra associazioni, organizzazioni politiche, realtà informali: non si ricorda, negli ultimi anni, una partecipazione così ampia per un evento simile. Abbiamo buone ragioni per pensare che il fatto di aver smarcato la marcia dalle grandi solite sigle nazionali e la modalità di non averla calata dall’alto all’ultimo momento, come spesso succede, abbiano favorito l’inclusività e l’aggregazione,.
La conferma è arrivata dalla partecipazione reale: circa 600 persone hanno partecipato attivamente, molti scalzi come indicato nel comunicato, senza bandiere e manifesti identificativi, eccetto alcuni banner di associazioni di volontariato e lo striscione che precedeva il corteo dove era scritto “Corridoi umanitari subito”.
Particolarmente positiva la presenza di numerosi migranti – rifugiati e non – che ha dato sostanza e valore aggiunto ad una marcia che comunque registra una presenza complessiva ancora più positiva se paragonata a quella di altre città più grandi (ad esempio Firenze dove hanno marciato lo stesso numero di persone, più o meno) e ad altri cortei per questioni diverse. Non secondaria la partecipazione di molti giovani, in alcuni casi giovanissimi.
Ovviamente sta a noi e ai soggetti “sensibili” (amministrazione ed istituzioni, associazioni e movimenti, società civile ecc.) fare in modo che la marcia sia solo un momento – dall’alto valore simbolico e aggregativo – all’interno di un percorso strutturato e articolato caratterizzato da situazioni, azioni e pratiche reali di solidarietà e di aiuto concreto per favorire le interazioni e gli scambi con i cittadini livornesi e per non abbandonare migranti e rifugiati a se stessi, oltre all’indispensabile lavoro prevalentemente culturale di non percepirli né privilegiati né così diversi dalla cittadinanza “autoctona”, sempre più alle prese con gli effetti della crisi economica. Quest’ultima favorisce la penetrazione di errate convinzioni e percezioni, spinte dai media nazionali, anche in strati della popolazione che una visione un po’ romantica e non rigorosamente storica vorrebbe per definizione accogliente e tollerante, quasi che ci fosse un “patrimonio genetico” immutabile che rende i livornesi diversi dagli altri.
Il torneo di calcetto interetnico “Mondo Rotondo” previsto all’interno della Festa di Buongiorno Livorno presso il Circolo Astra nei giorni 19-20 settembre va in questa direzione: abbiamo coinvolto diversi rifugiati attualmente ospiti in città, anche grazie alla collaborazione delle associazioni impegnate (ARCI, Caritas, Cesdi) ed altre iniziative sono in programma (anche durante l’estate ci siamo interessati al problema, cercando di dare disponibilità per bisogni e esigenze varie).
Oggi il vero spartiacque fra chi crede nella piena dignità ed integrità dell’essere umano e chi non lo crede risiede nelle contrapposte concezioni dell’emigrazione. Per chi accoglie in sé la dignità dell’altro come bene supremo, l’emigrazione è progetto di trasformazione per la costruzione di una società di giustizia e solidarietà, dove nessuno deve rimanere indietro, tantomeno per questioni etniche.
Dispiace infine costatare come il principale quotidiano della città abbia complessivamente trascurato l’evento e non ci sorprendiamo invece della scarsa considerazione registrata dal Partito Democratico e dal Movimento 5 Stelle, presenti con pochi rappresentanti ed entrambi comunque senza esplicita adesione alla manifestazione.
Stefano Romboli – presidente #BuongiornoLivorno
Foto:
1) Roberta Bancale
2) Enrico Battocchi
Adesioni pervenute:
#BuongiornoLivorno, Emergency, WILPF Italia, AEROC, la federazione livornese del PRC, l’Associazione 140 – Familiari vittime della Moby Prince, il PdCI di Livorno, l’associazione Mezzaluna Rossa Kurdistan Italia Onlus, Centro Mondialità Sviluppo Reciproco, Bottega del Mondo, CGIL di Livorno, ARCI, l’associazione “Frida – donne che sostengono donne”, Ecomondo, associazione Italia-Nicaragua, Ita-Nica, Sì Toscana a Sinistra Livorno, Alba Livorno, SEL Livorno, Futuro a Sinistra Livorno, Rete degli Studenti Medi Livorno, Cantiere Giovani-Progetto Strada, Livorno Bene Comune, Camminatori Folli, Fondazione Nesi, Movimento nonviolento di Livorno, associazione “Evelina De Magistris”, AGeDO, Slow Food Livorno, Istoreco di Livorno, CESDI, l’associazione Randi, il Comitato di Livorno Possibile, l’associazione Ippogrifo, Erasmo Libri, Edizioni Erasmo, Anei sezione provinciale di Livorno, Comitato di Collesalvetti Possibile, Associazione Vivi San Jacopo, Unione Inquilini.